MILANO – No, nessuno ci avrebbe scommesso un dollaro a Hollywood, eppure è accaduto. Cosa succede se una sorta di moderno Oliver Twist partecipa a Chi vuol essere milionario? Se Dickens incontra l’India? Beh, nasce un classico moderno come The Millionaire: una storia unica, un fenomeno al botteghino, con una colonna sonora travolgente, capace di stregare il pubblico di tutto il mondo, portandosi a casa la bellezza di otto Oscar. Ma quello che il cinema ricorda come il film della consacrazione di Danny Boyle o il fulminante esordio sul grande schermo di Dev Patel (ora alla svolta action con Monkey Man) è soprattutto una favola contemporanea capace di parlare ad un pubblico globale, raccontando una sorprendente storia d’amore e riscatto.

Per quanto ci piacerebbe credere il contrario, sappiate però che The Millionaire – lo trovate oggi su Tim Vision – non è ispirato a una vicenda realmente accaduta. Tutto parte da due fatti di cronaca che hanno catalizzato l’attenzione dello scrittore Vikas Swarup. Il primo riguarda un reportage sui bambini delle baraccopoli indiane che stavano scoprendo il mondo e abbattendo le rigide barriere culturali, sociali ed economiche, attraverso l’uso di Internet e dei cellulari. Il secondo invece ha suscitato grande scandalo nel Regno Unito nel 2001 quando, dopo aver vinto il massimo montepremi di Chi vuol essere milionario?, il maggiore inglese Charles Ingram fu accusato di aver barato grazie all’aiuto della moglie e di un complice che, seduti fra il pubblico, gli avevano suggerito le risposte esatte tossendo.

«Se un maggiore dell’esercito britannico può essere accusato di barare, anche un ragazzo ignorante proveniente dal più grande slum del mondo può sicuramente essere accusato di barare» ha pensato Swarup. Così Vikas ha iniziato a scrivere la storia di Ram (poi ribattezzato al cinema Jamal) che sarebbe diventata un romanzo, Le dodici domande. Quando il libro è stato pubblicato nel 2005, lo sceneggiatore Simon Beaufoy ha capito che c’era dell’ottimo materiale per farne un film. E affinché lo script fosse ancora più efficace, l’uomo viaggiò fino in India per incontrare quei ragazzini di strada che avrebbero ispirato i personaggi di Jamal, Salim e Latika.

Il destino poi ha fatto il resto: quando Danny Boyle ha scoperto a cosa stava lavorando Beaufoy, non ci ha pensato due volte e si lanciato nel progetto studiando la storia. A quel punto è stata coinvolta la regista indiana Loveleen Tandan. Dopo aver studiato il meglio delle produzioni bollywoodiane firmate da Salim–Javed, gli sceneggiatori che hanno plasmato il cinema indiano, si è passati alla scelta dei protagonisti: Dev Patel, Freida Pinto, Madhur Mittal, Anil Kapoor e Irrfan Khan (scomparso l’anno scorso). Terminate le riprese, The Millionaire ha iniziato la scalata al successo, cambiando la storia del cinema recente. Quello che si apre al mondo e svela che i confini non esistono, né per i sentimenti né per il riscatto personale, perché ogni storia ha un valore profondo e unico. Anche se alcune valgono davvero una fortuna quantificabile in venti milioni di rupie.
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