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The Lighthouse | Dietro le quinte del film con Willem Dafoe e Robert Pattinson

La Nuova Scozia, il vento, la lingua, Moby Dick e il realismo. Finalmente in streaming

The Lighthouse
Robert Pattinson ascolta il regista Robert Eggers sul set di The Lighthouse. Foto Chris Reardon.

VENEZIA – È stato il film rivelazione dello scorso Festival di Cannes, un titolo che tutti aspettavano in sala ma che oggi, ad un anno di distanza – tra la kermesse annullata causa Coronavirus e i cinema ancora momentaneamente chiusi – arriva in digitale, su CHILI, saltando l’uscita proprio a causa della pandemia. The Lighthouse è il secondo lungometraggio – dopo il sorprendente The Witch – della nuova promessa dell’horror, Robert Eggers, e ha per protagonisti Willem Dafoe e Robert Pattinson nei panni, rispettivamente, di un vecchio e irascibile guardiano di un faro e del suo aiutante. Filmato in 35 mm in bianco e nero, The Lighthouse è un piccolo cult che riesce ad unire horror e black humor, fantastico e thriller grazie alla sceneggiatura dei fratelli Eggers e alla brillante interpretazione dei protagonisti che abbiamo incontrato, con il regista, a Cannes.

The Lighthouse
Robert Pattinson e Willem Dafoe con il regista Robert Eggers a Cannes 2019.

IL SET – Robert Eggers: «Abbiamo costruito realmente tutti gli edifici che si vedono in The Lighthouse, girando sulla punta nord della Nuova Scozia, in Canada, su un’isola vulcanica. Abbiamo costruito un faro funzionante di venti metri la cui luce poteva essere vista anche a dieci chilometri di distanza. Era un posto davvero spietato, molto duro, e il vento era implacabile. Drastico? Forse, ma non avremmo avuto la credibilità senza tutti questi elementi, perché a un certo punto tutto è divenuto reale…».

the lighthouse
La costruzione del set in Nuova Scozia. Foto di Chris Reardon

IL REALISMORobert Pattinson «Come potete immaginare, più fisica è la parte, più c’è realismo, perché puoi entrare nella testa del personaggio, puoi sentirlo davvero, puoi capirlo davvero anche attraverso i suoi movimenti. C’è una scena di The Lighthouse in cui il mio personaggio, Thomas Howard, corre per vedere la sirena. So che non sembra stia sfidando la morte, ma correre, invece di camminare, su quelle rocce affilate come lame con le scarpe d’epoca è stata una delle cose più terrificanti che io abbia mai fatto».

Un momento della presentazione di The Lighthouse a Cannes, alla Quinzaine.

LA LINGUA – Robert Eggers «Ho girato in 35mm, in bianco e nero. È un negativo molto tattile, puoi vedere tutti i pori dei volti degli attori. The Lighthouse non doveva sembrare un vecchio film ma fa riferimento a quel genere. Il formato quadrato, poi, è stato ottimo per le riprese dei fari e abbiamo realizzato una lente speciale per creare una patina cromatica. Per la lingua, invece, io e mio fratello abbiamo letto molti testi d’epoca per capire come la gente parlava. Ovviamente Moby Dick è stata un’ottima lettura e la lingua di Melville ci ha influenzato. Il dialetto di Willem era quello di un contadino del Maine mentre quello di Robert era il dialetto di un marinaio. Ho usato anche un vecchio libro di Sarah Orne Jewett sulle storie e sui dialetti come fonte».

Il direttore della fotografia, Jarin Blaschke, sul set di The Lighthouse.

IL TEMPOWillem Dafoe «Ho visto The Witch quando è uscito nel 2015 (potete recuperarlo qui, nda) e l’ho adorato, così ho detto a Robert: “Perché non giriamo qualcosa insieme? Hai già un nuovo progetto?”. Per mesi ha fatto molte ricerche sui fari, sulla storia, tra canzoni, dialetti e leggende di marinai. Ma quando inizi a girare, una volta che arrivi sul set, butti via tutto, è inevitabile. La cosa principale con cui hai a che fare sono gli elementi. Il tempo, in sostanza. Per questo, scena dopo scena, The Lighthouse è diventato un film magico».

  • Volete vedere The Lighthouse? Lo trovate su CHILI

Qui potete vedere una clip sul set del film:

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