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Da Obama alla Bay Area | Un appello: portate in Italia The Last Black Man In San Francisco

Il film, acclamato anche dall’ex Presidente, è una storia troppo potente per passare inosservata

MILANO – La prima volta che abbiamo visto il trailer di The Last Black Man In San Francisco, debutto alla regia di Joe Talbot, eravamo in redazione. Una giornata simile alle altre, tra articoli da programmare, qualche riunione (di troppo) e magari qualche canzone in sottofondo a farci compagnia (con buona pace dei colleghi vicini). Poi la folgorazione appena schiacciato play. Sarà stata la versione di Daniel Herskedal, Emile Mosseri & Joe Talbot di San Francisco (Be Sure to Wear Flowers In Your Hand), la fotografia brillante di Adam Newport-Berra, la voce di Danny Glover o cha a distribuire il film oltreoceano fosse A24. Sta di fatto che abbiamo iniziato a fantasticare in quel festival avremmo potuto vederlo dopo il suo passaggio al Sundance.

Niente Venezia, Roma o Torino. A metterlo in programma ci ha pensato il Locarno Film Festival ma di passaggio in sala o uscita digitale neanche l’ombra. E allora un appello alla distribuzione italiana come avevamo già fatto (con successo) per In viaggio verso un sogno – The Peanut Butter Falcon: portate in sala il film. Perché quella di The Last Black Man In San Francisco – in parte ispirata alla vita di Jimmie Fails, il protagonista del film che mantiene il suo nome anche sul grande schermo – è una storia troppo potente e attuale per passare inosservata. Al centro del film un ragazzo afroamericano che decide di reclamare la sua casa d’infanzia in stile vittoriano ora nel cuore di un quartiere di San Francisco, il Fillmore District, rivalutato dalla gentrificazione.

The Last Black Man in San Francisco
Una scena di The Last Black Man in San Francisco

Prodotto dalla Plan B Entertainment di Brad Pitt dopo una campagna fondi lanciata (con ottimi risultati) su Kickstarter, The Last Black Man In San Francisco è stato inserito da Barack Obama tra i suoi film preferiti del 2019 oltre ad essere stato osannato dalla critica. Il racconto di un’America che continua a cancellare le minoranze. Lo fa – e ne abbiamo avuto l’ennesima riprova in queste settimane – con la violenza, con politiche non inclusive ma anche con la riqualificazione di periferie un tempo veri e propri ghetti trasformate oggi in quartieri alla moda. Così chi non può permettersi di pagare affitti salati è costretto ad andare via dalle proprie case, lì dove era parte di una comunità.

The Last Black Man in San Francisco
Una scena del film

«Le persone che hanno reso San Francisco quello che era quando stavamo crescendo, tutti gli emarginati e le persone che sono venute qui sfuggendo a persecuzioni, dagli hippy ai gay agli afro-americani che sono venuti a lavorare nei cantieri navali e i loro discendenti, sono stati tutti mandati via. La città sta diventando irriconoscibile, quindi ti aggrappi ai tuoi ricordi» ci ha raccontato Joe Talbot quando lo abbiamo intervistato per la versione inglese di Hot Corn. The Last Black Man In San Francisco è un affresco nostalgico che si aggrappa al passato mentre parla del presente e lo fa attraverso una città che, come dice il suo protagonista, «non puoi odiare se non la ami». Una lettera d’amore in immagini che speriamo di poter vedere presto anche qui.

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Qui potete vedere il trailer del film:

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