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Spring Breakers | Harmony Korine, James Franco e il nuovo classico della A24

Il 22 marzo 2013 arrivò nei cinema grazie all’allora sconosciuta A24. Ma cosa resta dieci anni dopo?

Spring Breakers
James Franco e le ragazze di Spring Breakers.

ROMA – «Molto proveniva da cose che avevo sperimentato durante le riprese pubblicitarie, provando tecniche diverse. Il film che ho visto di più in assoluto? Miami Vice di Michael Mann. Quando lo guardo non presto nemmeno attenzione a quello che dicono, alla trama, allo sviluppo, amo i colori e la loro consistenza nelle immagini». E ne aveva di carattere e di stile il remake del telefilm degli anni Ottanta – sempre a firma Mann – che rese grandi e iconici i Sonny Crockett e Rico Tubbs di Don Johnson e Philip Michael Thomas, ma non è questo il punto. Che ci crediate o meno è esattamente con queste parole che Harmony Korine parlò delle ragioni e delle ispirazioni per Spring Breakers – Una vacanza da sballo, forse il suo capolavoro al pari di Gummo, di certo un film che fece discutere.

Selena Gomez, Ashley Benson e Vanessa Hudgens sono Faith, Brit e Candy in una scena di Spring Breakers
Selena Gomez, Ashley Benson e Vanessa Hudgens sono Faith, Brit e Candy

E lo fa ancora, dieci anni dopo quel 22 marzo 2013 che lo vide distribuito nei cinema americani da quella stessa A24 che oggi del panorama hollywoodiano è la regina incontrastata tra Everything Everywhere All At Once, The Whale e Aftersun ma che al tempo era solo al terzo film distribuito. Le polemiche intorno a Spring Breakers e riguardo la sua anima edonistica estrema di sesso, alcool e bikini intrisa di violenza, droga e fiumi di proiettili sovversivi, non hanno mai accennato realmente a placarsi, al punto che, se è vero che a detta di Korine: «Ho sempre voluto che i miei film non venissero emarginati in quel tipo di mondo rarefatto ed elitario, che permeassero cultura in grande stile», dalla sua, per certi versi, è come se Spring Breakers fosse – come corpo filmico – nato e cresciuto, sviluppatosi, in due mondi cinematografici uguali e opposti.

Negli Stati Uniti Spring Breakers di Harmony Korine fu presentato il 22 marzo 2013
Negli Stati Uniti Spring Breakers fu presentato il 22 marzo 2013

Da una parte il mainstream delle musiche electro house/dubstep di Skrillex e Cliff Martinez e, soprattutto, dei volti (e dei corpi) delle ex-stelline Disney Vanessa Hudgens e Selena Gomez disinibite e ribelli, di una Ashley Benson – al tempo decisamente più nota per Pretty Little Liars che non per il chiacchierato flirt con Cara Delevingne – entrata in corsa dopo l’abbandono di Emma Roberts a lavorazione avviata per divergenze creative e di quella Rachel Korine mai realmente sbocciata, moglie-e-feticcio attoriale del regista. Dall’altra il circuito festivaliero da opera indie d’autore che a Venezia concorse perfino per il Leone d’Oro. Nel mezzo? Spring Breakers contaminato dai due mondi, tanto radicale negli intenti artistici quanto commerciale per il target di riferimento. O, per dirla alla maniera di Korine: «Il punto di incontro tra un video musicale di Britney Spears e un film di Gaspar Noé…».

James Franco, un piano, il tramonto e una cover di Everytime di Britney Spears

Un’opera feroce e disperata, allusiva, dalla regia senza filtri – ora intimista nel gestire le emozioni, ora antropologica nella cura delle tipicità da spring break – che avvolge e indugia sulle sue donne, qui scisse tra oggettivazione, emancipazione e spirito di aggregazione adolescenziale da coming-of-age di razza e infine gettate da Korine in un beach noir sensoriale – quasi malickiano nel suo sviluppo onirico rallentato – dalle immagini colorate e appaganti (da cui il legame con Miami Vice) che è discesa negli inferi della criminalità, reso nelle corde di un survival horror tesissimo, cupo e deframmentato. Un concept perfetto nella sua schizofrenica resa, eppure talmente riuscito che in origine avrebbe dovuto avere un sequel (Spring Breakers: The Second Coming) sceneggiato da Irvine Welsh e diretto da Jonas Åkerlund. C’era un problema però, né Korine né il produttore e interprete James Franco diedero il benestare.

James Franco è Alien

«Nessuno ci ha mai chiesto il consenso. L’originale fu ideato interamente da Harmony. Riuscite a immaginare un sequel di Taxi Driver senza il contributo di Martin Scorsese e Robert De Niro?» disse Franco al riguardo. Il progetto fu così riciclato in favore di una limited series per la piattaforma di video brevi Blackpills ma non se ne fece mai nulla e per certi versi fu un bene. Uno sviluppo seriale, per quanto ispirato ma privo della visione totalizzante di Korine e del suo tipico tocco registico, avrebbe snaturato Spring Breakers depotenziandone l’aura di capolavoro dimenticato, troppo poco celebrato, provocatorio e violento come solo il grande cinema sa essere nella sua più pura essenza. E proprio per questo da celebrare e riscoprire ad ogni costo.

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VIDEO | Qui sotto potete vedere il trailer del film: 

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