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Spike Lee: «Ecco la mia America, tra razzismo e speranza. Ma oggi i problemi sono globali»

Trump, la logica dell’odio, il cinema, il futuro: il regista americano racconta il suo BlacKkKlansman

Spike Lee su Instagram con la T-Shirt dedicata a Colin Kaepernick.

Due anelli dorati giganti, con le scritte LOVE e HATE à la Robert Mitchum: quando lo incontrammo a Cannes, Spike Lee esibiva con orgoglio due anelli alla fine della proiezione del suo BlacKkKlansman, che arriva ora finalmente nelle sale italiane. «Perché la vita», spiegò commentando la scelta, «è sempre una questione di scelta. Tra odio e amore. E questo film lo dimostra». Lee usa la satira come arma per quello che definisce «un problema globale e non solo degli Stati Uniti», ma non chiedetegli nulla di Kanye West («Se volete sapere cosa penso di lui leggete il mio profilo Instagram») e Quentin Tarantino («Storia vecchia»). C’è però un altro signore che si rifiuta di chiamare per nome (Donald Trump) anche se lo apostrofa con parolacce continue: «Scusate il linguaggio, ma c’è tanta di quella merda nel mondo che viene solo voglia di imprecare».

Spike Lee nel Massachusetts davanti a un cinema.

NEL NOME DI HEATHER «L’unica benedizione che ho chiesto prima di girare Blackkklansman è stata alla madre di Heather Heyer, la ragazza che è morta a Charlottesville durante la marcia del 2017, investita da un’auto. Non avrei mai usato quelle terribili immagini senza il suo permesso. E che si fottessero tutti gli altri perché per me il mondo non è più lo stesso dopo quell’episodio».

Il post su Instagram di Lee dedicato a Heather Heyer.

IL MIO FILM «Con BlacKkKlansman ho voluto lanciare un campanello d’allarme perché so che su questa vicenda il mio cuore è nel posto giusto, qualsiasi cosa pensino i critici. Ormai mi chiamano Negrodamus (una versione black di Nostradamus, nda) ma non ho la sfera di cristallo né so come andremo a finire, eppure vedo guerre civili in corso e voglio fare qualcosa, chiedere ai nostri leader di avere coraggio o di lasciare il posto se non ne sono all’altezza».

Uno dei poster americani di BlacKkKlansman.

IO, L’ALLENATORE: «Per me il regista è come il manager di una squadra di football: si impegna ad allenare al meglio i giocatori, per vincere e fare il suo dovere. Girare un film è un processo artigianale e collaborativo a cui – ormai sono vecchio, lo so – mi dedico da tre decenni, con un solo standard: scegliere i migliori davanti e dietro la macchina da presa. E quando riesci a fare un buon film allora realizzi un autentico miracolo…».

Spike Lee a Brooklyn durante l’evento BK Loves MJ.

LA MIA SPERANZA «Credo nella speranza e penso che un buon film porta speranza. Però non sono cieco né sordo e mi rendo conto di ciò che accade attorno a me. Ci tengo a sottolinearlo quando la gente durante i viaggi all’estero mi chiede della politica americana: io sono cittadino del mondo e so bene che i problemi di oggi sono globali, non solo a stelle e strisce. Come vengono trattati gli immigrati o le minoranze musulmane in Europa? Ecco, è tempo di svegliarsi dal letargo».

«The movie we need now». Le parole del Time su BlacKkKlansman.

LE CRITICHE «Mi hanno detto che con BlacKkKlansman non ho dato una risposta al problema del razzismo, ma il mio intento era un altro: mantenere vivo il dibattito, perché tutti conosciamo la differenza tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Non sono nella posizione, ad esempio, di dire ai miei fratelli e sorelle della nostra madrepatria Africa cosa fare, mi rendo conto che in alcune zone esiste ancora la colonizzazione. Ma ancora una volta ripeto che le ingiustizie si verificano ovunque, siamo tutti nella merda fino al collo».

Lee con la t-shirt dedicata all’avvocato Robert Mueller.

DONALD TRUMP & C. «Ma come abbiamo permesso a quel figlio di p****** che vive alla Casa Bianca di dire che la sua è una politica “basata sull’amore e non sull’odio”? Gli Stati Uniti sono stati costruiti sulla schiavitù e sul genocidio e ora guardano i suoi leader per avere una direzione. Quest’uomo possiede i codici nucleari e alla sola idea resto sveglio tutte le notti: non è fantascienza. Non è questione di bianchi o neri, riguarda tutti gli abitanti del pianeta».

  • Qui potete vedere il trailer di BlacKkKlansman:

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