MILANO – Un letto, due giornali. Da una parte il marito, dall’altra la moglie. In mezzo, la stessa notizia: un tentato omicidio di una donna che spara sei colpi al coniuge dopo averlo trovato nelle braccia di un’altra. «Brava, ha fatto proprio bene», esulta lei davanti all’articolo. «Ma è questo quello che ti hanno insegnato alla facoltà di legge?», ribatte lui. È solo l’inizio di un duello coniugale che proseguirà poi per cento minuti in una pellicola del 1949 e mai tanto attuale: La costola di Adamo.
Era la vecchia Hollywood, quella degli anni Quaranta, rassicurante forse, ma che prima di mettere in produzione un film sapeva di aver bisogno di una sola cosa: una buona sceneggiatura. Quella de La costola di Adamo (lo trovate su Prime Video) non è semplicemente buona, ma formidabile: scritta da una coppia, Garson Kanin e Ruth Gordon (che sarebbe diventata Maude in Harold e Maude vent’anni dopo), interpretata da una coppia, Spencer Tracy e Katharine Hepburn, ispirandosi alla reale storia di un’altra coppia, i coniugi William e Dorothy Whitney, entrambi avvocati, che divorziarono per unirsi ai rispettivi clienti in un caso che li vedeva contrapposti in tribunale.
Scritta così, potrebbe sembrare l’ennesimo legal movie in bianco e nero tendente alla noia e appassito con il passare degli anni, roba da museo per l’era digitale, e invece La costola di Adamo è una montagna russa che si avventura in dialoghi azzardati che riascoltati oggi nell’era del politically correct non varcherebbero nemmeno i cancelli degli Studios: «Ma quando ha cominciato a sospettare che suo marito non l’amava più?». «Diciamo da quando si è messo a bastonarmi», risponde serafica in tribunale l’accusata, Judy Holliday, moglie del fedifrago Tom Ewell che – in un buffo corto circuito di rimandi e citazioni – sei anni dopo avrebbe perso la testa per un’altra donna: Marilyn Monroe in Quando la moglie è in vacanza.
Non serve rivelare troppo, la trama è questa, di qui in poi La costola di Adamo più che semplice cinema diventa una gara di bravura tra sceneggiatori e interpreti (Hepburn e Tracy: spettacolo nello spettacolo, tutto nelle sfumature) con George Cukor alla guida che riesce a fare intrattenimento parlando nel contempo di società e relazioni sentimentali, tirando fendenti a destra e manca, tanto che alla fine davvero non viene risparmiato nessuno. La battuta più cattiva? «Gli avvocati non dovrebbero sposarsi fra loro, è una pratica incestuosa, da cui nascono figli idioti. Oppure avvocati». Altro che effetto vintage: c’è più modernità qui dentro che in una serie di Netflix.
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Qui sotto potete vedere il trailer del film
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