OSTUNI – Grandi nomi di Hollywood nel cuore della città bianca, ma non solo, anche impegno sociale, solidarietà e una differente idea di futuro. La prima edizione dell’Allora Fest di Ostuni è stata un’edizione ricca di grandi ospiti, da Oliver Stone a Jeremy Irons, da Edward Norton a Marisa Tomei passando per Abel Ferrara, che durante le masterclass si sono raccontati con generosità, tra aneddoti e ricordi. «Un bilancio? È andata alla stragrande», racconta a Hot Corn Sol Costales Doulton, direttrice artistica della rassegna con Silvia Bizio. Un successo ottenuto malgrado la partenza, oscurata dalla vicenda di uno degli organizzatori, il regista Paul Haggis, arrestato con l’accusa di violenza sessuale. «La magistratura ci sta lavorando», commenta Costales Doulton, «è stato complicato, sicuramente, ma il fatto che tutti gli ospiti invitati abbiano deciso di partecipare ci ha dato grande forza. Certo abbiamo fatto un triplo sforzo, ma ha funzionato…».

LA PUGLIA – «La maggior parte del merito di questo successo va alla Puglia e al supporto locale. In fondo nessuno di noi organizzatori è pugliese, siamo tutti “stranieri” eppure ci hanno dato fiducia. Tutto è partito da un’idea un po’ folle e coraggiosa, nata un po’ per caso. Volevamo fare qualcosa vicina al nostro cuore…».

IL MEGLIO DI NOI – «Simonetta Dello Monaco, presidente dell’Apulia Film Commission, mi aveva raccontato la storia dei primi sbarchi degli albanesi a Brindisi, il 7 marzo del 1991, e commossi da questo slancio di solidarietà abbiamo individuato il tema del festival: “Celebrare il meglio di noi”. E è stato questo il filo conduttore di tutte le proposte: dalle installazioni d’arte (“Innocenti”) ai film (da Summer of Soul a Princess of the row) che hanno un forte focus sul sociale e l’inclusione, questioni a cui teniamo molto. Il festival è vegetariano e abbiamo fatto il possibile per ridurre l’impatto sull’ambiente. Raoul Bova? Alla fine non è riuscito a venire per impegni sul set, ma ci ha messo a disposizione la sua masseria e ci ha supportato da lontano».

IL MOMENTO MIGLIORE – «La cerimonia di premiazione, in cui i divi di Hollywood hanno omaggiato gli eroi del quotidiano. Quello è stato il momento in cui l’Allora Fest ha fatto la differenza, perché di masterclass e film ce ne sono tanti, ma avere premiati di altissimo livello ha commosso tutti. Jeremy Irons, che ha consegnato l’Alloro Award al sindaco di Brindisi, Giuseppe Marchionna, che accolse migliaia di rifugiati albanesi, alla fine della serata mi ha detto: “A che servono gli Oscar se abbiamo questo?”. A Pino spettava un riconoscimento nella sua terra, perché allora la medaglia al valore per l’accoglienza ai migranti era stata dato a Bari e non alla sua città».

I PREMI – «Gli altri premi sono andati a Alessandro Porro, presidente della Sos Méditeranée, che salva vite in mare, dall’altra parte del Mediterraneo a Soraya Hosni, la tunisina che ha fondato Clever Harvest, una App che sostiene gli agricoltori africani, e ancora a Regan Linton, la regista rimasta paralizzata in un incidente che qui presentava il suo Imperfect e, ancora, a Jacqueline Gautier, la dottoressa di Haiti che ha fondato insieme a padre Rick uno dei maggiori ospedali pediatrici dell’isola arrivata da noi grazie alla Fondazione Rava».

IL FUTURO – «L’Allora Fest 2023? Ci sarà, assolutamente sì. No, non abbiamo nessun dubbio. Ancora dobbiamo raccogliere le nuove idee, ovviamente, ma già tutti si sono offerti di aiutare, con tanti sponsor. La prima edizione ci ha reso forti. E anche gli artisti vogliono tornare; speriamo solo che questa volta ci siano più fondi. Ovviamente sempre a Ostuni, nella città bianca…».
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