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Sara Lazzaro: «Io, Agnese ed il successo di DOC? Sì, ma anche Kate Winslet e I Goonies…»

La serie, il personaggio, il successo, ma anche le passioni. Faccia a faccia con l’attrice

I Goonies o Lebowski? Il dilemma di Sara Lazzaro. Foto di Fabrizio Cestari.

ROMA – Intervistare Sara Lazzaro? Un lungo viaggio che sai precisamente da dove inizia – in questo caso dal successo di Doc – ma non sai dove arriva. Così può capitare che durante la conversazione si citino indistintamente I Goonies e Luca Ronconi, il tenente Dan di Forrest Gump e il talento di Paolo Pierobon, ma anche Truffaut, i Coen e l’attivismo di Matthew McConaughey. E poi ecco la politica americana, il turismo a Venezia e il talento infinito di Kate Winslet. Protagonista di una delle serate del nostro Hot Corn Summer Festival di Roma il 25 giugno (trovate tutte le informazioni qui), l’attrice si racconta in questa lunga intervista rivelandosi anche una spettatrice molto attenta: «E adesso aspetto con grande curiosità Adam Driver e Greta Gerwig‎ in White Noise. Ma quando esce?».

Sara Lazzaro
Sara Lazzaro in un bello scatto di Fabrizio Cestari.

IL SUCCESSO DI DOC – «Da dove cominciamo? Se mi aspettavo il successo di Doc? No, assolutamente, ma non credo nessuno di noi se lo aspettasse, perlomeno non in questi termini e con questi numeri. Nel 2019 era sembrata una sfida girare un nuovo medical drama in Italia, ma poi Doc – Nelle tue mani è diventato un fenomeno con un calore incredibile da parte degli spettatori. Bisogna anche dire che la storia di Pierdante Piccioni era talmente incredibile da sembrare fantascienza e questo ha sicuramente contribuito, però poi ho visto anche una grande partecipazione degli operatori sanitari. Una cosa inaspettata, affatto scontata. Che dire? Siamo estremamente grati e consapevoli di quello che è accaduto ed è stato fondamentale che nella seconda stagione la scrittura non ha abbassato la guardia, anzi».

Con Luca Argentero e Matilde Gioli sul set di Doc.

LA BANDA – «Sì, uno dei segreti è sicuramente il cast. Siamo una banda (ride, nda) e questo nonostante siamo molto diversi, differenti, eppure siamo come un’enorme orchestra: qualcuno suona il violoncello, qualcuno la chitarra elettrica, ma alla fine funziona tutto, il suono è sempre quello giusto. Io ho girato soprattutto con Luca (Argentero, nda) e Bea (Beatrice Grannò, nda) eppure quando eravamo tutti insieme eravamo molto affiatati. Ma non solo il cast, anche la troupe, perché gli attori sono solo una parte della squadra. Credo poi che il fatto che molte persone della troupe della prima stagione di Doc siano state confermate anche nella seconda ha aumentato il livello di familiarità». 

Kate Winslet con Jim Carrey in una scena di Eternal Sunshine of the Spotless Mind

IL MITO – «Meryl Streep, per ovvi motivi, però la citano tutti e quindi dico Kate Winslet. Perché? Perché è un’attrice che si sporca le mani, malleabile, volubile, capace di fare un lavoro incredibile sui suoi personaggi. La guardo e mi ricordo il motivo per cui faccio questo mestiere. E poi non è mai banale nelle scelte, lo intuisci che è sempre alla ricerca di qualcosa. Un titolo? Revolutionary Road, in cui era una cosa mostruosa, ma anche Eternal Sunshine of The Spotless Mind, in un ruolo che non è facile come sembra. E poi The Reader e anche l’ultima serie, Omicidio a Easttown. Lei ha sempre spaziato e mi piace anche l’idea che racconti una femminilità reale, contemporanea, vera, non edulcorata…».

Sara Lazzaro
Sara Lazzaro e Paolo Pierobon in una scena di Welcome Venice.

WELCOME VENICE – «Cerco sempre di fare esperienze importanti, necessarie. Anche sociali, se possibili. Girare Welcome Venice con Andrea Segre (lo trovate in streaming su CHILI qui, nda) ed essere al servizio di quel contesto è stato molto bello. Il film pone una questione importante sulle nostre città d’arte, violentate da un turismo malsano. E poi in Welcome Venice ho avuto l’opportunità di lavorare e recitare a fianco di Andrea Pennacchi e di Paolo Pierobon. Paolo, oltre ad essere un amico, è un attore incredibile, meraviglioso. Ci siamo conosciuti nel 2015 al Piccolo di Milano per Le donne gelose di Goldoni di Luca Ronconi che però poi è scomparso e così è stato diretto da Giorgio Sangati. Ronconi lo avevo conosciuto durante un laboratorio alla Biennale Teatro a Venezia e amai molto il suo senso dell’arte, la grinta, la fantasia, la capacità di sviscerare il testo. E di non fermarsi mai nella ricerca…».

I Goonies alla ricerca del tesoro di Willy l’Orbo. Era il 1985.

IL MIO FILM DEL CUORE – «Cosa? Il mio film preferito? No, non saprei rispondere a questa domanda. Forse Jules e Jim di François Truffaut, ma in realtà no, dovrei dire I Goonies di Richard Donner. Lo conosco a memoria. Parola per parola. Quel film ha definito una generazione e l’ho anche rivisto da poco, lo scorso Natale. Fa parte di me. I Goonies è anche uno dei motivi per cui ho adorato la prima stagione di Stranger Things, perché il mood è quello: gli amici, gli anni Ottanta la bicicletta e quei personaggi che sono degli underdogs totali. Se poi posso citarne un altro, allora dico Forrest Gump, un film in cui mi ritrovo perché racconta tante fasi della storia americana. E poi ha quella colonna sonora incredibile e Robin Wright…».

Sara Lazzaro in versione Agnese in Doc – Nelle tue mani.

IO & AGNESE – «Lo so, sembra una frase fatta, ma c’è sempre un po’ di Sara nei personaggi che interpreto, sono una mia declinazione ovviamente. Non mi appartengono, ma a loro lascio spazio e cerco di esplorare zone che non sono mie. La voce e il corpo sono miei, ma da lì c’è tutto un lavoro per costruire immaginari che non mi appartengono. Nel caso di Agnese non posso nemmeno immaginare cosa significhi la perdita di un figlio, ma mi sono avvicinata per riuscire a capire cosa significhi perdere qualcosa di fondamentale, perdere un pezzo di te. Ogni personaggio è sempre il trampolino per entrare in altri mondi. Oltre ad Agnese penso anche alla mia Daniela di Volevo fare la rockstar che ha una vena sarcastica che invece mi appartiene e a cui ho dato sfogo».

Matthew McConaughey alla Casa Bianca dopo il massacro di Uvalde.

LA MIA AMERICA – «Sono combattuta. Non sto bene. Sono cresciuta in California, ho la famiglia sparsa per l’America, ma mai come ora sento che quel Paese non mi rappresenta. C’è questo costante conflitto, questa guerra interna con una disparità sociale sempre più crescente. Ho seguito solo in parte quello che sta facendo Matthew McConaughey dopo la strage di Uvalde, ma credo che faccia bene, ogni persona è libera di esprimere la sua posizione. Siamo persone prima di essere attori, no? Il problema delle armi purtroppo c’è da sempre. Ricordo che una volta alle elementari ci mandarono a casa perché c’era un problema di gang che non riuscivano a gestire. Non è una situazione semplice, è un momento piuttosto complicato per l’America».

John Goodman e Jeff Bridges ne Il grande Lebowski, cult di Sara Lazzaro.

IL REGISTA – «Da chi vorrei essere diretta? Non ho un solo regista, ne ho almeno tre: Quentin Tarantino, ovviamente, i fratelli Coen e poi Wes Anderson. Di Anderson ho amato Grand Budapest Hotel, adoro la sua estetica curatissima, il suo stile riconoscibile. Anche nel suo ultimo film, The French Dispatch, c’è una composizione visiva incredibile. Perché Tarantino? Perché nel suo cinema ritrovo una parte di me, quella più sarcastica, quella che usa la dark comedy per esorcizzare il mondo e le sue brutture. E poi i Coen, che dire dei Coen? Hanno diretto uno dei miei film del cuore, Il grande Lebowski. Ricordo ancora che, quando vivevo a Los Angeles, sono anche andata ad una serata vestita da Maude, il personaggio interpretato da Julianne Moore. Che geni…»

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