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Raoul Bova: «Io, italiano a Hollywood, sopravvissuto grazie ai consigli di Sophia Loren»

Gli inizi, i consigli e la fuga: a Los Angeles l’attore racconta a Hot Corn il suo rapporto con Hollywood

Raul Bova

LOS ANGELES – «I miei ruoli preferiti? Quelli che sorprendono e mi mettono in difficoltà. Il bello sta proprio nel superare gli ostacoli…», riflette Raoul Bova mentre sorseggia un espresso nel bar del Beverly Hills Plaza, su Wilshire Blvd. Qui a Los Angeles l’attore è protagonista della quarta edizione di Filming Italy, il Festival tenuto dall’Istituto Italiano di Cultura, ideale ponte tra Hollywood e il patrimonio cinematografico e culturale del nostro Paese.  Bova presto vestirà i panni di Giorgio Armani nella fiction di Canale 5, Made in Italy, e di recente lo abbiamo visto in tv in un’altra fiction, Ultimo – Caccia ai Narcos.

Raoul Bova nel ruolo di Giorgio Armani nella prima immagine di Made In Italy. Con lui, Margherita Buy.

Dopo aver ritirato il Filming Italy Award, l’attore commenta con Hot Corn anche le prime immagini de La regina del Sud, la serie prodotta da Telemondo Global e disponibile su Netflix che ha da poco finito di girare a fianco della diva messicana Kate Del Castillo. «Ho vissuto per due anni con la mia famiglia qui a Los Angeles, dove ho girato diversi film; dopotutto chi è che non subisce il fascino di Hollywood?» ammette lui, lanciato al sogno americano nel 1999 da uno spot in cui dava lezioni di baci a Madonna, alternando poi blockbuster e commedie, tra Stallone e Sarah Jessica Parker.

2002: con Stallone sul set di Avenging Angelo – Vendicando Angelo.

IO, DIANE & AUDREY «Il mio primo film americano? Lo ricordo bene: Sotto il sole della Toscana a fianco di Diane Lane. Ricordo che il mio inglese non era all’altezza e quando incontrai la regista, Audrey Wells, si piegò in due dal ridere per i miei errori. Ho saputo solo in questi giorni che Audrey è stata stroncata da un cancro lo scorso ottobre, dopo una lunga battaglia. Devo ringraziarla perché, nonostante il mio inglese, il suo Sotto il sole della Toscana fu un successo e mi portò ad essere protagonista di Alien Vs. Predator. Da lì è iniziata tutta l’avventura».

Raoul Bova Diane Lane
Con Diane Lane a Amalfi in una scena de Sotto il sole della Toscana.

LE TRE AMICHE «Nel mio periodo americano ho avuto tre amiche che mi sono state molto vicino. Una è Sophia Loren, che al tempo interpretava il ruolo di mia madre in Francesca e Nunziata, l’altra Maria Grazia Cucinotta, allora era protagonista in James Bond, e poi Monica Bellucci. Mi hanno aiutato offrendomi un gran supporto morale. Soprattutto la Loren, che tartassavo di domande, mi disse una cosa molto importante: «Tu sei una celebrità nel tuo Paese, non andare a chiedere l’elemosina all’estero, presentati come una star». E per star non intendeva essere presuntuoso o arrogante ma che non avrei dovuto cambiare troppo».

Raoul Bova Alien Predator
2004: in una scena di Alien vs. Predator

L’AMERICA «Il problema dell’America? Regole, regole, regole. Sembrava ci fossero sempre regole su ogni cosa: come comportarsi, dove comprare casa, addirittura quale tipo di auto avere. E poi hanno un coach per tutto, perfino quello che ti dice cosa rispondere alle interviste. In un certo senso, ti spersonalizzano».

Con Sarah Jessica Parker in Tutte le strade portano a Roma.

FUGA DA LOS ANGELES «Ho speso soldi e tempo per l’accent reduction finché, a un certo punto, mi sono reso conto che stavo scimmiottando l’accento americano e perdendo la mia identità italiana, e questa cosa non mi rendeva più affascinante, anzi. Più miglioravo con la pronuncia e più la gente mi guardava con indifferenza. Così, quando mi offrirono un ruolo in Nassiryia ho lasciato il set di What About Brian e non sono più tornato…».

Bova e Rosanna Arquette sul set di What about Brian.

LA REGINA DEL SUD «È una serie lunga e con molte scene di azione, un genere in cui mi trovo a mio agio. Da una parte c’è la storia passionale con la regina che devo sedurre, interpretata da Kate Del Castillo, dall’altra invece sarò anche il rapitore della figlia che finirà per sviluppare nei miei confronti la sindrome di Stoccolma. È un personaggio che ho amato per la complessità ed è stata una sfida rappresentare il modo drastico in cui si evolve. Se mi piace è proprio perché non è il classico eroe, anzi».

Uno scatto dal set de La Regina del Sud.

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