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Berlinale 2019 | Da Casey Affleck a Aretha Franklin: i 10 titoli di cui sentirete parlare

Debutti, documentari, grandi ritorni e sorprese: l’inviato di Hot Corn a Berlino anticipa film e tendenze

Un dettaglio di uno dei poster della Berlinale 2019.
Freshly Popped

BERLINO – Dopo che il Sundance ha ufficialmente aperto l’annuale circolo dei festival, eccoci qui a Berlino a un altro festival e in un altro luogo particolarmente freddo. Ma nessun timore: noi di Hot Corn non ci faremo certo intimorire dalle temperature e saremo sempre in prima fila per voi a Potsdamer Platz e dintorni, pronti per raccontarvi la 69esima edizione della Berlinale che si è aperta con The Kindness of Strangers di Lone Scherfig. Nel frattempo, per riscaldarci e per farvi capire cosa vedremo, vi abbiamo preparato la lista dei 10 film che aspettiamo di più e che (sperabilmente) vedremo nei prossimi mesi in sala. Siete pronti? Ecco qui.

AMAZING GRACE – Ammettiamolo: tutto ci aspettavamo tranne che raccontarvi un nuovo film diretto da Sydney Pollack, scomparso undici anni fa. E invece Pollack è uno dei protagonisti di questa Berlinale poiché nel 1972 venne chiamato per filmare il concerto di Aretha Franklin a Los Angeles. La pellicola non vide mai la luce e rimase chiusa nei cassetti perché la diva non apprezzò e decise di non portare il documentario in sala. Dopo la scomparsa della Franklin è arrivata luce verde e ora finalmente possiamo vedere Amazing Grace. E l’attesa è grande.

THE GOLDEN GLOVE – Ognuno ha la sua opinione, ma qui a Hot Corn amiamo parecchio il cinema di Faith Akin, anche quando sbaglia o anche quando esagera. Adesso il regista turco ritorna con una storia molto tedesca e piuttosto controversa: The Golden Glove racconta la parabola di Fritz Honka, il serial killer che terrorizzò Amburgo negli anni Settanta uccidendo quattro prostitute. Cast interamente tedesco per un ‘opera destinata a far discutere.

BY THE  GRACE OF GOD – Altro autore che non lascia indifferenti, François Ozon ritorna alla Berlinale dopo i recenti passaggi a Cannes con un altro film destinato a provocare molte polemiche. Grâce à Dieu, in inglese By The Grace of God, torna sul tema degli abusi sessuali all’interno della Chiesa e lo fa raccontando la storia di una vittima che, anni dopo, torna a cercare il prete che lo abusò. Polemiche garantite e un grande Daniel Auteil.

THE KINDNESS OF STRANGERS – Era una frase di Un tram che si chiama desiderio, poi fu una (meravigliosa) canzone di Nick Cave, adesso è invece il nuovo film della regista danese Lone Scherfig che dirige un cast a quattro stelle con Zoe Kazan, Andrea Riseborough, Bill Nighy e Tahar Rahim, vite incrociate tra violenza domestica e difficoltà apparentemente insormontabili.

MR. JONES – No, non il film con Richard Gere degli anni Novanta, ma la nuova opera di una delle autrici preferite dalla Berlinale: Agnieszka Holland. Con Mr. Jones la regista polacca ritorna in concorso per raccontare la storia (vera) di un giornalista gallese nell’Unione Sovietica degli anni Trenta. James Norton, che per un periodo fu aspirante James Bond, interpreta il protagonista in una missione che pare molto più difficile di quelle di Daniel Craig.

THE BOY WHO HARNESSED THE WIND – Poteva mancare Netflix a Berlino? No. E allora ecco il debutto alla regia di Chiwetel Ejiofor che racconta la storia (vera, ancora) di un ragazzino del Malawi che aiuta il suo villaggio a costruire una turbina a vento dopo aver letto la descrizione in un libro. Non male, dato che noi londinesi tutto quello che abbiamo imparato dai libri letti quando eravamo ragazzini è stato infilarsi con la testa in un muro di King’s Cross.

PHOTOGRAPH – Pochi film in questi anni ci hanno toccato il cuore come Lunchbox di Ritesh Batra e quindi, dopo una deviazione di percorso in lingua inglese (ricordate Le nostre anime di notte con Redford & Fonda?) ecco il regista tornare alla sua India con la storia di un fotografo di strada di Mumbai. Potrebbe essere una delle sorprese della rassegna.

LIGHT OF MY LIFE – Casey Affleck dirige, Casey Affleck scrive e Casey Affleck interpreta la storia di un padre e una figlia intrappolati in un bosco da soli. Segnatevi il nome della piccola Anna Pniowsky perché ne sentirete parlare, ma nel film si vede anche Elisabeth Moss. Colonna sonora di Daniel Hart (andate a riascoltarvi lo score di Ain’t Them Bodies Saints) e attesa molto alta.

THE SOUVENIR – Già passato al Sundance, il film di Joanna Hogg è un altro di quei titoli molto attesi e non solo perché c’è la sempre immensa Tilda Swinton a guidare il cast, ma anche perché appare Honor Swinton Byrne. «E chi è mai?», direte voi. La figlia di Tilda e del drammaturgo scozzese John Byrne. Una nuova stella in arrivo? Vedremo.

MID 90s – Non dite che non ve lo avevamo detto perché già qui la nostra giornalista a Los Angeles aveva visto e raccontato il debutto alla regia di Jonah Hill. Adesso arriva in Europa, storia di anni Novanta, skaters, losers e una colonna sonora che frulla Trent Reznor, Wu-Tang Clan, Bad Brains, Pixies, GZA, Nirvana, Cypress Hill e altre cose che renderebbero felice qualsiasi quarantenne. Ma c’è altro. E After Laughter Comes Tears di Wendy Rene farebbe piangere una guardia giurata.

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