MILANO – Tra le molte cose potenti di Queer, il nuovo film di Luca Guadagnino che arriva in sala il 17 aprile, c’è senza dubbio la colonna sonora, una miscela che, a fianco dello score originale firmato da Trent Reznor e Atticus Ross, mescola Nirvana e Sinead O’Connor (i titoli di testa sono costruiti sulla sua versione di All Apologies dei Nirvana), New Order e Prince passando per i Verdena, che si ascoltano nel locale di Città del Messico frequentato da William Lee, il personaggio interpretato da Daniel Craig, che sarebbe poi William Burroughs. Durante l’incontro con la stampa, il regista ha spiegato a Hot Corn perché ha scelto di inserire canzoni contemporanee in un film ambientato nel 1950.

LA MUSICA – «In generale nel mio lavoro la musica ha sempre un ruolo molto importante anche se, paradossalmente, la mia ambizione ultima sarebbe invece quella di riuscire un giorno a girare un film totalmente senza colonna sonora. Uno dei miei film preferiti è La Marchesa von… di Éric Rohmer che non ha musica e che pure è molto musicale come pellicola. Per ora però, ogni volta che giro un film l’istinto è quello di avere una colonna sonora che abbia il peso specifico di un personaggio. Non solo, che faccia anche una sorta di corpo a corpo con i personaggi e con gli attori sullo schermo. Per questo motivo, prima di ogni film mi interrogo, chiedendomi che ruolo debba avere la musica nella pellicola. E non dev’essere necessariamente letterale o didascalico…».

I NIRVANA – «Kurt Cobain è stato un artista immenso che ha vissuto per tutta la vita, fino al suicidio nel 1994, con un dolore cosmico addosso, convivendo con un profondo sentimento di depressione. Sapevo che Cobain era stato vicino a William Burroughs non solo idealmente, ma anche perché lo conobbe. I due diventarono amici, facevano a gara a sparare con il fucile dietro la casa di Burroughs (nel 1993 pubblicarono anche un brano, The “Priest” They Called Him, nda). Quindi ho visto questo ponte che univa un guru fuori dal tempo come Burroughs con la Generazione X, ma devo dire che la musica dei Nirvana è incredibilmente presente anche nella Generazione Z. Da qui siamo partiti con la music supervisor, Robin Urdang, facendo in modo che il dolore di Cobain potesse diventare il partner emotivo del personaggio di William Lee interpretato da Daniel (Craig, nda)».

LE CANZONI – «Dopo la scelta dei Nirvana, di cui si sentono tre canzoni (Come As You Are, Marigold e la cover di All Apologies, nda) ci siamo chiesti cosa c’era stato prima e cosa dopo di loro nella storia del rock. Quindi ecco la scelta dei New Order, di cui abbiamo scelto Leave Me Alone, un pezzo del 1983, e poi dei meravigliosi Verdena. La scelta dei Verdena è stato anche un gesto romantico da parte mia perché sono una band amata da gente che amo. Quindi abbiamo messo Sui Ghiacciai nello Ship Ahoy, il locale di Città del Messico frequentato da Lee. La cosa che mi ha molto colpito è stata quante persone negli Stati Uniti abbiano amato quel pezzo. Chissà che il film non apra loro un nuovo territorio…».

LA COLONNA SONORA – «Nel film si ascolta anche un sacco di musica che esce da radio e juke-box, canzoni che parlano non solo del luogo storico in cui siamo, il Messico degli anni Cinquanta, ma anche dell’immaginario americano di quel luogo. È stata una ricerca molto lunga che abbiamo fatto con Robin e che è durata mesi. E poi c’è la sontuosa colonna sonora sontuosa firmata da Trent Reznor e Atticus Ross che hanno lavorato in maniera libera e devota, ogni nota che hanno suonato riflette il lavoro di Daniel e Drew (Starkey, nda), non ha bisogno di spiegare, ma li avvolge, scena dopo scena. Mi piace a tal punto che una volta è partito un brano sul mio iTunes e mi sono detto: “Ma che bella musica, ma cos’è questa?”. Era un pezzo della colonna sonora!».
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