VENEZIA – «Ho cercato di focalizzarmi sul punto di vista di Priscilla, ho immaginato me stessa nella sua storia, nel suo percorso…». Così Sofia Coppola ha cominciato la conferenza stampa qui alla Mostra in occasione della presentazione in concorso di Priscilla. Insieme ai due attori, Jacob Elordi e Cailee Spaeny (ovvero Elvis e Priscilla nel film), e alla stessa Priscilla Presley – che oggi ha 78 anni ed è sopravvissuta anche alla figlia Lisa Marie – la regista ha raccontato il viaggio del film, partito da un libro, Elvis e io, scritto nel 1985 dalla vedova con Sandra Harmon. «Sì, il punto di partenza per la sceneggiatura è stato sicuramente quel libro, ma anche le conversazioni con Priscilla mi hanno dato molto. Prima delle riprese è stata disponibile e ha aiutato tutti davvero tanto…».
«Per me era molto importante riportare indietro nel tempo il pubblico, far respirare quell’atmosfera agli spettatori», ha spiegato la Coppola, ritornata ad un grande festival europeo a sei anni da L’inganno, presentato a Cannes nel 2017. «Così ho cercato di ricreare le esperienze di Priscilla nel miglior modo possibile, utilizzando colori e suoni in relazione alle sue emozioni». Per la colonna sonora del film però, un piccolo dettaglio: non è stato possibile utilizzare le canzoni originali, per via della mancata concessione della Elvis Presley Enterprises e la regista ha quindi optato per alcune cover realizzate dai Phoenix, guidata dal marito Thomas Mars.
Da sempre la regista è nota per i suoi personaggi femminili, per l’analisi della loro interiorità e dei loro conflitti, da un cult come Il giardino delle vergini suicide (che vi avevamo raccontato qui) alla Scarlett Johansson di Lost in translation passando per Maria Antonietta. A chi però le ha domandato della fascinazione per le storie coming of age di giovani donne, la Coppola ha risposto abbastanza seccamente: «Ma no, sono sempre stata interessata all’identità e al percorso che porta gli individui a riconoscerla più che altro. Nel caso di Priscilla credo che l’interesse fosse ancora maggiore perché si tratta della generazione di mia madre, una generazione di donne cresciute per avere unicamente identità di mogli e madri…».
A fianco della Coppola, Priscilla Presley che – sopravvenendo alle regole previste per la stampa – ha anche acconsentito a rispondere ad una domanda. «Sì, è piuttosto difficile vedere un film su di te, un film che parla della tua storia e dell’amore della tua vita», ha spiegato. «Elvis mi aprì il suo cuore, mi confidò le sue paure e le sue speranze, mi parlò della perdita di sua madre, un fatto che non superò mai del tutto. Io lo ascoltavo e lo confortavo. Fu quella l’attrazione fra noi, non c’entrava il sesso perché lui rispettava il fatto che avessi quattordici anni. Si innamorò perché con me poteva essere vulnerabile. La parte che più mi ha commosso del film? Sicuramente la fine…».
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Qui sotto potete vedere il teaser del film:
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