ROMA – Una giovane donna, Bella (Emma Stone), viene riportata in vita dallo scienziato e dal suo tutore, il dottor Godwin Baxter (Willem Dafoe). Inizialmente ingenua, Bella è desiderosa di conoscere il mondo che la circonda, anche se sotto la protezione di Baxter. Volendo vedere di più, scappa con Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo), un avvocato scaltro e dissoluto, e viaggia attraverso i continenti. Libera dai pregiudizi del suo tempo, Bella chiede uguaglianza e liberazione. Parte da qui Povere creature!, il nuovo film di Yorgos Lanthimos che per la terza volta in carriera dopo Alps a Venezia 68 e La Favorita a Venezia 75, ha portato una sua opera in concorso alla Mostra del Cinema e che vedremo al cinema a partire dal 25 gennaio.
Questa volta Lanthimos cala l’asso presentandosi con un progetto di cui sognava la resa già dai tempi della lavorazione di The Lobster. In quel periodo incontrò l’autore del romanzo originale Alasdair Gray: «Era un uomo molto adorabile. Sfortunatamente è morto un paio di anni prima che realizzassimo effettivamente il film, ma era speciale ed energico». Il progetto Povere creature! rimase in stand-by fino al 2018, anno in cui, assieme a Emma Stone, iniziò a discuterne: «Dopo La Favorita, in cui ho realizzato un film leggermente più costoso che ha avuto successo, le persone erano più inclini a permettermi di fare qualunque cosa io volevo. Quindi sono tornato al libro di Gray e ho detto: Questo è quello che voglio fare. È stato un processo lungo, ma il libro era sempre nella mia mente».
Lo stesso può dirsi per la Stone alla terza collaborazione consecutiva con Lanthimos dopo La Favorita e il cortometraggio Bleat, che ha visto in Bella un personaggio magnifico da interpretare: «Anche se Bella ha ovviamente subito un trauma nella sua vita, semplicemente non è lì con lei. È il personaggio più gioioso al mondo da interpretare, perché non si vergogna di niente. Non ho mai dovuto costruire un personaggio prima che non avesse cose che gli erano successe o che gli erano state imposte dalla società nel corso della loro vita. È stata un’esperienza estremamente liberatoria essere lei». Agente scenico dalla caratterizzazione atipica di cui Lanthimos ha manipolato opportunamente le inerzie cucendogli addosso un Povere creature! favola universale di rinascita e libertà, priva di vergogna e dolore. Un film in cui appare chiara la presenza di un cuore narrativo tangibile, sensibile e pulsante.
Dello stesso avviso la Stone di cui l’entusiasmo appare evidente a ogni dichiarazione: «Povere creature! è una favola e metafora, chiaro, ma l’idea che potresti ricominciare da capo come donna, come questo corpo che è già formato, e vedere tutto per la prima volta e provare a capire la natura della sessualità, o del potere, o del denaro o della scelta, la capacità di fare delle scelte e vivere secondo le tue regole e non della società: ho pensato che fosse un mondo davvero affascinante in cui entrare». Accanto a lei gli uomini di Povere creature!, per cui Lanthimos ha ragionato definendoli come archetipi caratteriali dell’ambientazione vittoriana, mossi dal desiderio verso Bella e la sua rinata innocenza nel solco di Frankenstein. Tutti indizi che ci fanno credere che di Povere creature! sentiremo ancora parlare a lungo da qui in avanti. E all’Oscar Emma Stone parte già da favorita…
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