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Pieces of a woman | Vanessa Kirby, Shia LaBeouf e l’anatomia di un lutto

Dopo il passaggio a Venezia 77 arriva su Netflix l’acclamato film di Kornél Mundruczo e Kata Wéber

pieces of a woman

ROMA – A volte i ponti crollano, senza un motivo apparente. Lo sa bene Sean (Shia LaBeouf), manovale impegnato nella costruzione di un ponte sopra il Charles River di Boston. Vuole che i suoi colleghi non allentino il ritmo di lavoro perché la sua bambina – non ancora nata – sia la prima ad attraversarlo. Dall’altra parte della città la sua compagna Martha (Vanessa Kirby) entra in maternità con una piccola festa data tra le scrivanie dell’ufficio in cui lavora. In casa è tutto pronto per accogliere la bambina e la trasformazione dei due in una coppia di genitori è suggellata dall’acquisto di una monovolume («Siamo diventati quel tipo di persone?»). Ma Pieces of a woman, primo film in lingua inglese di Kornél Mundruczo, scritto da Kata Wéber e disponibile su Netflix, non è il racconto di una vita familiare che nasce.

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Vanessa Kirby e Shia LaBeouf in una scena del film

Il film, presentato in Concorso a Venezia dove la Kirby ha vinto la Coppa Volpi, è l’anatomia di un lutto. Quello di Yvette, la loro bambina morta pochi minuti dopo essere venuta alla luce in un parto in casa. Ecco che quel tassello mancante che avrebbe dovuto legare ancora di più la coppia cede e fa crollare tutto quello che era stato costruito fino a quel momento. Come un ponte che cade senza un motivo apparente. La madre di lei (Ellen Burstyn), sopravvissuta all’Olocausto, vorrebbe che la figlia facesse causa all’ostetrica e reagisse a quell’ingiustizia chiedendone l’arresto mentre Sean si fa travolgere dalla rabbia. Sta a Martha, arrabbiata e distrutta, empatica e distante, provare a rimettere insieme i pezzi della sua vita.

Un’immagine di Pieces of a woman

Prodotto da Martin Scorsese e Sam Lavinson e basato su un non meglio specificato fatto autobiografico accaduto a Mundruczo e Wéber – compagni nella vita e nel lavoro – Pieces of a woman affronta un tema raramente approfondito al cinema. Il risultato è un’esperienza emotivamente immersiva e intensa, resa ancor più potente dal pianosequenza di oltre venti minuti con cui Mundruczo filma la scena del parto. Una sequenza dai movimenti sinuosi e repentini in cui si alternano tenerezze e dolore e a cui si assiste trattenendo il fiato. Quel che segue è la cronaca di un’assenza che sfilaccia i legami e stordisce. Vanessa Kirby e Shia LaBeouf – cancellato dalla pagina For Your Consideration di Netflix per l’award season dopo la causa di FKA Twigs nei suoi confronti – nella vulnerabilità dei loro personaggi danno vita a interpretazioni destinate a risuonare a lungo in chi le guarda.

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Vanessa Kirby in Pieces of a woman

Ma Mundruczo si avvale di un cast eccezionale ed eclettico anche per i ruoli secondari: dalla già citata Ellen Burstyn alla stand-up comidian Iliza Shlesinger, da Sarah Snook a Benny Safdie (uno dei fratelli Safdie di Diamanti grezzi). Quello che ne scaturisce è un dramma delle emozioni umane in cui elaborazione del lutto e conflitto di classe – Martha e Sean appartengono a due mondi diversi -, senso di colpa e identità (personale e di coppia) vengono scandagliati da una scrittura che lascia risuonare il silenzio e una regia a tratti documentaristica e incentrata su primi piano e dettagli. La messa in scena di una domanda – come si sopravvivere a un dolore del genere? – che Mundruczo e la Wéber traducono in immagini e reazioni diverse. Un viaggio di andata e ritorno da un luogo freddo e buio al tepore di una rinascita affidata a un seme germogliato. A volte i ponti crollano, ma posso essere ricostruiti.

Qui potete vedere il trailer di Pieces of a woman:

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