MILANO – «Se puoi salvare la vita di qualcuno, è tuo dovere provarci». Sta tutto in queste parole il senso della straordinaria prova di coraggio di Antonina e Jan Vabiski raccontata ne La signora dello zoo di Varsavia, il film diretto da Niki Caro – suo è anche il live action Mulan – che si affida all’interpretazione di Jessica Chastain e Johan Heldenbergh per raccontare una pagina di storia poco nota. Nella Polonia del 1939 invasa dalle forze naziste e sfregiata dai bombardamenti, gli Zabinski cercarono di difendere il proprio zoo dalla devastazione. Ma a Varsavia la disumana ferocia delle truppe tedesche puntò dritta sulla propria preda, gli ebrei. Chi non venne ucciso subito, durante i rastrellamenti, finì nel ghetto per poi essere deportato.

Di fronte alla barbarie, Antonina (Chastain) e Jan (Heldenbergh) si spesero per salvare decine di vite. Come? Trasformando lo zoo in un rifugio. Lì gli ebrei poterono nascondersi e sfamarsi. Molti di loro poi ricevettero dei documenti falsi per continuare a vivere, fingendo di lavorare come inservienti all’interno del giardino zoologico. Ci sono voluti molti anni prima che la storia di Antonina e Jan venisse alla luce, restituendo al mondo la testimonianza di chi ha scelto di restare umano durante la più disumana delle tragedie. Quanto è accaduto è stato infatti svelato solo nel 2009 dal bestseller Gli ebrei dello zoo di Varsavia di Diane Akerman, edito in Italia da Sperling & Kupfer, basato proprio sul diario di Antonina.

«Non puoi mai sapere chi sono i tuoi nemici o di chi puoi fidarti. Forse è per questo che amo così tanto gli animali. Puoi guardali negli occhi e sapere esattamente che c’è nel loro cuore» osserva “La signora dello zoo di Varsavia” Antonina (Jessica Chastain), parlando con una giovane perseguitata. E qui il film ci colpisce dritto al cuore perché punta il dito contro la bestialità degli uomini. Quella sempre pronta ad esplodere. Quella che si accanisce contro il più debole. Quella che può manifestarsi in ogni epoca, ma che deve essere combattuta con la più umana delle qualità, l’empatia.
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