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L’opinione: Perché Metti la nonna in freezer è molto meglio di quanto pensiate

Una precaria, un finanziere e una nonna (congelata): una black comedy all’italiana che sorprende

Fabio De Luigi e Miriam Leone in una scena di Metti la nonna in freezer.

Come dite? Basta con le commedie italiane fotocopia? Sì, vero, siamo d’accordo, ma questa volta la commedia in questione merita la vostra attenzione. Si tratta di Metti la nonna in freezer – potete recuperarlo in streaming su CHILI – di Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi, duo cresciuto a Matera e nato professionalmente grazie a un video satirico divenuto virale, Inception Berlusconi. Dopo Amore oggi, primo film prodotto da Sky e distribuito da Fox, Fontana e Stasi hanno realizzato una comedy, un po’ black un po’ screwball, con la coppia Miriam Leone e Fabio De Luigi. Uno sguardo dissacrante sul confine, sempre più labile, tra legalità e illegalità figlio di una crisi economica, culturale e sociale in cui siamo ormai sprofondati (e adagiati). Così, lo spunto è uno di quei trafiletti di cronaca che fotografano lo stato di un Paese meglio di qualsiasi analisi statistico o sociologia.

Marina Rocco, Lucia Ocone e Barbara Bouchet in una scena del film.

Claudia (Miriam Leone), è una giovane restauratrice precaria. Ha completato un importante lavoro per la Sovraintendenza ma la pubblica amministrazione non si scomoda a pagarla. Così, per mantenere l’attività e le sue due collaboratrici, vive della pensione della nonna Brigit (Barbara Bouchet). Ma l’anziana muore e Claudia deve scegliere se denunciare il decesso o nasconderne il corpo nel congelatore fino all’arrivo del pagamento. Simone (Fabio De Luigi) è invece un finanziere incorruttibile e stacanovista, il cui unico obiettivo è quello di smascherare furbetti e truffatori. Da questi due universi opposti parte la sceneggiatura di Fabio Bonifacci che si traduce in una regia incalzante grazie anche a un ottimo montaggio.

Miriam Leone e Fabio De Luigi.

Una commedia (anche) sulla precarietà – il filone è quello di Smetto quando voglio – che però guarda anche alla tradizione inglese ma con un taglio sempre personale, citazionista, fresco, accurato. Non a caso le scenografie – colorate, vintage e con elementi kitsch- sono firmate Paki Meduri e la fotografia acidula da Valerio Azzali. Il cast, poi, è perfettamente accordato. Dalla coppia De Luigi & Leone, passando per le amiche agli antipodi, Lucia Ocone e Marina Rocco, fino a Barbara Bouchet che esce dalle docce dei B-movies anni Settanta per entrare in ghiacciaia, tra lasagne e tortellini surgelati. Suggella il tutto una colonna sonora eclettica – Mozart, Thegiornalisti, Flaming Lips, The Mamas & The Papas – alternata alla partitura originale di Francesco Cesari. Dopo Matteo Rovere, Sydney Sibilia e Gabriele Mainetti, che sia la volta di Stasi e Fontana a scongelare il cinema italiano dal suo torpore produttivo? Ce lo auguriamo.

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