ROMA – Ci sono film che vanno oltre il giudizio, titoli impossibili da non amare; quelli che, pure se recitati a memoria, sono sempre una scoperta. Anche alla milionesima visione. Perché capaci di riportare indietro i ricordi, in un tempo in cui tutto sembrava un po’ più bello e nuovo. Dunque, non è un caso che a Natale la visione per eccellenza rimanga un grande classico Anni Novanta: Mamma ho perso l’aereo. La storia, la conosciamo tutti: il piccolo Kevin dimenticato a casa il ventidue dicembre, due ladri appostati fuori casa, tutta la famiglia a Parigi per le vacanze. Una riga di trama, firmata John Hughes, con la regia di Chris Columbus, eccellenze in fatto di family movies, di cui oggi sentiamo un’incredibile mancanza.
Ed è chiaro il motivo perché la saga di Home Alone sia così radicata nell’immaginario degli spettatori: tutti, qualche volta, ci siamo sentiti come Kevin alias Macaulay Culkin (o viceversa) durante le festività. Elettrizzati prima, spaventati dopo. La casa è grande, il tempo scorre, un altro anno sta passando e sì, come Kevin e il suo piatto di mac cheese, ci sentiamo soli, nonostante il mondo attorno. Del resto, Natale amplifica le emozioni, le trasforma nel loro opposto. La gioia diventa malinconia, i sogni diventano utopie, il senso di famiglia diventa talmente grande che sembra ingombrante, e così si finisce a sentirsi soli mentre si aspetta un Babbo Natale che non vuole arrivare.
Mamma ho perso l’aereo oggi ha (ancora) il cuore grande delle commedie riuscite: diverte, è instancabile, perfetto nei tempi, è il cult obbligatorio da (ri)vedere a Natale. Eppure, il film non tralascia aspetti più profondi, affrontati con semplicità: il senso di inclusione e di accettazione, le apparenze che ingannano e il Natale visto dal punto di vista di chi si ritrova a fare i conti con un passato che gli ha sbattuto la porta in faccia. Non è un caso che la figura del vecchio vicino di casa, Marley (Marley, citazione dal Canto di Natale di Dickens?), sia l’esempio perfetto di come Columbus & Hughes intendano le Feste. Niente regali, nessun cenone, figuriamoci le luci. Il Natale, ci dice Home Alone, è innanzitutto la speranza di ritrovare quegli abbracci che mancano da tanto, troppo tempo. E mancheranno soprattutto quest’anno.
E solo adesso forse ci accorgiamo che noi, assieme a Macaulay Culkin, siamo cresciuti, ed è impossibile non accennare un sorriso rivedendolo (nel meraviglioso spot di Google Assistant di due anni fa) in quella villetta di Chicago, a saltare sul letto e sostituire il cartonato di Michael Jordan con quello di Kevin Durant. Bentornato a casa piccolo grande Kevin McCallister. E grazie di farci sentire, ogni Natale da trentuno anni e da quel lontanissimo 1990, un po’ meno soli.
- Volete (ri)vedere il film? Lo trovate qui: Mamma Ho Perso l’Aereo
- VIDEO | Il making of del film.
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