Hot Corn Staff ROMA – “Non è stato facile, e non so se lo metabolizzerò mai. Ma è stata un’esperienza incredibile, e sono felice di poterla raccontare…”. Paolo Ruffini lo racconta così il suo (bellissimo) documentario Perdutamente, che ha co-diretto insieme a Ivana Di Biase. Uscito con successo in sala – fatevi un giro sul profilo IG di Ruffini, troverete scatti e video delle sale piene – il film è un viaggio che attraversa l’Italia, con Paolo Ruffini che intervista persone affette dalla malattia di Alzheimer e i loro familiari (definiti “seconde vittime” dell’Alzheimer) che si trovano ad affrontare un carico fisico ed emotivo enorme accompagnando i propri cari attraverso il doloroso cammino della malattia. Grazie alle interviste, si raccontano diverse storie d’amore, e soprattutto diverse dimensioni dell’amore. In questo viaggio, tra storie e sentimenti, mentre la memoria della realtà viene progressivamente sgretolata dalla malattia, resta invece la memoria emotiva che rappresenta l’unico legame che i pazienti conservano con la vita che li circonda.
- Perdutamente: la recensione
Qui la nostra intervista a Paolo Ruffini:
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