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Oscar 2019: l’Academy tra polemiche, accuse, cambi di idee. Ma se fosse tutto un gioco?

Un j’accuse e l’AMPAS che inverte la rotta. Però, tra torti e ragioni, c’è una domanda da porsi…

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ROMA – Prima di addentrarci nella polemica che sta attanagliando la vigilia, bisogna porsi una domanda fondamentale. Ma gli Oscar sono importanti, o no? Perché se non lo sono, allora qualsiasi diatriba – dai nominati agli esclusi, fino al presentatore che non c’è e alla durata della cerimonia – è pressoché inutile. «Gli Oscar? Non li vedo da anni», si sente dire tra gli addetti ai lavori e tra gli appassionati. Se è davvero un baraccone scintillante che serve solo a mettere in vetrina glamour, star, sorrisi e show, allora non deve stupire che Sua Maestà la Pubblicità, invada sempre più lo spazio vitale dell’arte.

I preparativi prima della Notte delle Stelle.

E non deve stupire se, in una realtà in cui al tempo non si presta più attenzione, l’Academy abbia inizialmente deciso di snellire la serata premiando quattro categorie – montaggio, fotografia, trucco e parrucco, miglior corto live-action – durante gli intervalli dei remunerativi spot, mandando in onda le loro premiazioni solo in live-streaming. Perché, come in un primo momento ha detto John Bailey, Presidente dell’Academy, «l mondo in cui il pubblico guarda la cerimonia sta rapidamente cambiando in un mondo sempre più multimediale». Insomma, tra il tempo che non c’è e lo show televisivo che deve essere salvato, il nemico di turno che ha provato a cambiare le carte in tavola è stato il web.

Un gremito Dolby Theatre la sera degli Oscar.

Ma, la zuffa che ha imperversato prima del cambio dell’ultimo momento, da inutile e ipocrita, diventa complessa e importante se l’Oscar è (ancora) fondamentale nel cinema. E il cinema ha, nel montaggio, nella fotografia, nei trucco e nelle acconciature, i suoi cardini imprescindibili. Per dire, non esiste narrazione senza montaggio, non esisterebbe la luce senza fotografia. Allora, la sommossa popolare e intellettuale mossa in queste ore, acquisisce un peso specifico ingombrante per un’Academy troppe volte presa di mira. Tanto che, attanagliata, ha deciso che no, le suddette categorie, almeno per quest’anno, saranno live su NBC e relativi broadcast in giro per il mondo. Perché, a leggere la lettera (e i firmatari…) indirizzata all’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, di certo i toni sono stati tra i più forti. Come si evidenzia in un passaggio:

[…] La retrocessione di queste arti cinematiche essenziali a uno status inferiore in questa 91a cerimonia degli Oscar è nient’altro che un insulto per tutti quelli che hanno dedicato le proprie vite e passioni alla professione scelta […]

Le firme? Da Scorsese e Tarantino e Spike Lee, da Damien Chazelle e Ang Lee, da Seth Rogen a Spike Jonze e Cary Joji Fukunaga. Tra le sottoscrizioni, anche i migliori direttori della fotografia: Roger Deakins, Emmanuel Lubezki, Wally Pfister, Vittorio Storaro, Hoyte van Hoytema e tanti altri che, l’Oscar, in passato, lo hanno ricevuto. Un fiume in piena, caricato da altri assi del cinema: George Clooney, Brad Pitt, Emma Stone, Frances McDormand, Zach Braff, Jessica Chastain, Robert De Niro, Joss Whedon, Luca Guadagnino, Elle Fanning, Jon Hamm e… la lista potrebbe continuare quasi all’infinito.

Gli Oscars Noms 2019.

La lettera, anticipata da una serie di immediate prese di posizione via Twitter, da Stephen King a Russell Crowe, fino a Alfonso Cuarón –«Nella storia del cinema i capolavori sono esistiti senza suono, senza colori, senza una storia, senza attori e senza musica. Nessun film è mai esistito senza fotografia e montaggio» – e Guillermo del Toro – «Se posso, non suggerirei quali categorie tagliare durante lo spettacolo degli Oscar ma la fotografia e il montaggio sono il cuore della nostra attività. Non sono ereditati da una tradizione teatrale o da una tradizione letteraria: sono il cinema stesso», – in linea di pensiero, è stata, inizialmente, rispedita al mittente, come si legge nel primo comunicato diramato dall’Academy:

Desideriamo assicurare che nessuna categoria sarà presentata in modo da sminuire né i vincitori né i prodotti premiati […] Sfortunatamente, come risultato di rapporti imprecisi e di post sui social media, c’è stata una catena di disinformazione che ha comprensibilmente sconvolto molti membri dell’Academy. I nostri produttori hanno tenuto in gran considerazione sia la tradizione del Premio Oscar sia il sempre crescente pubblico globale. Siamo sinceramente convinti che sarete soddisfatti dallo show […].

La busta sbagliata del 2017. Tra i momenti più surreali di tutta la storia degli Oscar.

L’Academy, sottolineando che la decisione è stata presa lo scorso agosto, e che ipoteticamente avrebbe alternato le categorie off-live di edizione in edizione, stretta nella morsa di una feroce critica portata avanti da un fronte di premiati e attuali candidati è stata talmente ingombrante che, a sette giorni da una delle edizioni più controverse, ha fatto ammenda dell’errore, diramando un altro (chissà, l’ultimo?) comunicato, riassunto nelle due righe chiave:

Dopo aver ascoltato il feedback dei nostri membri […], abbiamo deciso di annullare le modifiche apportate alla cerimonia. Tutti gli Academy Awards saranno consegnati secondo tradizione

Tutti felici e contenti? Insomma. L’Academy, con le sue inversioni e decisioni bislacche, rischia di perdere del tutto la credibilità. Allora, torniamo al quesito di partenza, con una risposta più lucida: il cinema è sia industria, sia arte. E i premi, ad un film, non aggiungono nulla di artistico. Dunque la verità, forse, arriva lampante: e se gli Oscar fossero tutto un gioco, e come tale debbano essere intesi? Un gioco in cui, però, tutti vogliono partecipare. In qualunque modo, che si vinca o si perda.

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