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One Life | Anthony Hopkins, Johnny Flynn e la memoria di una grande storia

Helena Bonham Carter, Schindler’s List, il coraggio, il sacrificio. Ma perché vederlo?

Anthony Hopkins e la storia vera di One Life di James Hawes, al cinema con Eagle Pictures dal 21 dicembre
Anthony Hopkins e la storia vera di One Life di James Hawes, al cinema con Eagle Pictures dal 21 dicembre

ROMA – Diretto da James Hawes e al cinema dal 21 dicembre, One Life racconta la storia vera di Sir Nicholas Winton, un giovane broker londinese che nei mesi precedenti lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale salvò 669 bambini profughi da morte certa. Nicky si reca Praga nel dicembre del 1938, e trova migliaia di famiglie fuggite dalla Germania e dall’Austria, in condizioni disperate, con poco o nessun riparo e cibo, e sotto la costante minaccia dell’invasione nazista. Si rende subito conto che la sua è una corsa contro il tempo, ma capisce immediatamente cosa deve fare: salvare quanti più bambini possibile prima che le frontiere si chiudano definitivamente.

Johnny Flynn in una scena di One Life
Johnny Flynn in una scena di One Life

Un capitolo di una grande storia vera, quella del Kindertransport che tra il 1938 e il 1940 vide il Regno Unito accogliere quasi 10.000 minori non accompagnati, prevalentemente ebrei, provenienti dalla Germania nazista e dai territori occupati di Austria, Cecoslovacchia e Danzica. Cinquant’anni dopo nel 1988, Nicky vive ancora nel ricordo della triste sorte di quei bambini che non ha potuto portare in salvo in Inghilterra, incolpandosi sempre di non essere stato in grado di aver fatto di più. Ma il destino gli riserva un incontro inaspettato. Il programma televisivo della BBC, That’s Life!, racconta la sua incredibile vicenda, con una sorpresa che lo lascerà senza parole.

Nel cast di One Life anche Helena Bonham Carter
Nel cast anche Helena Bonham Carter

Tratto dall’omonimo romanzo di Barbara Winton edito da Garzanti, quella di One Life è una storia vera di coraggio, resilienza e umiltà che racconta dell’impresa straordinaria di un uomo ordinario e comune come Nicholas Winton. Agente scenico portato in scena tra passato e presente narrativo, rispettivamente, da un vivace Johnny Flynn e da un intenso e misurato Anthony Hopkins. Due facce di uno stesso uomo divise da cinquant’anni di differenza – seppur unite in un montaggio spesso e volentieri poco armonico, che alla coerenza preferisce la funzionalità – in cui è possibile leggere però la stessa passione, la stessa voglia di fare, di cambiare, di fare il possibile e l’impossibile fino all’ultimo respiro.

Anthony Hopkins in un momento di One Life
Anthony Hopkins in un momento del film

Un Oskar Schindler britannico, meno celebrato e tormentato, più silenzioso e tra le righe Nicholas Winton, ma ugualmente fondamentale nell’aver dato un apporto necessario al mutare del corso degli eventi verso il bene, reso immortale a mezzo filmico da un One Life biopic solido, canonico quanto basta, che rispetta le vicende narrate, lasciando il giusto spazio al comparto emozionale senza scadere mai nel didascalico. Perché in fondo, con un concept simile, basta la storia. Una storia che merita di essere riscoperta in tempi così incerti, così che l’orrore non si ripeta più.

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