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Anna Foglietta, la forza del femminismo e la storia vera di Nilde Iotti

In Storia di Nilde, docu-film di Rai 1, l’attrice interpreta una grande donna del nostro tempo

Anna Foglietta è Nilde Iotti nella docu-fiction Rai
Anna Foglietta è Nilde Iotti nella docu-fiction Rai

ROMA – A guardare bene, le caratteristiche che rendono grande un politico sono davvero poche: intelligenza, empatia e soprattutto capacità di attirare la stima degli avversari. Qualità che Nilde Iotti aveva tutte e che le sono valse, nel 1979, al termine di un cursus honorum lunghissimo, la Presidenza della Camera; prima donna in Italia a raggiungere una delle tre cariche più importanti dello Stato. Mandato, il più lungo nella Repubblica, che ha tenuto fino al 1992. Proprio nel quarantesimo anniversario della nomina a Presidente della Camera e a dieci dalla sua scomparsa, Rai 1 dedica alla Iotti una docu-fiction (o meglio docu-film), Storia di Nilde, interpretata da Anna Foglietta, che ne ripercorre i momenti più importanti, anche grazie alle testimonianze di politici e giornalisti come Giorgio Napolitano, Livia Turco ed Emanuele Macaluso.

Nilde Iotti
Un primo piano di Anna Foglietta nei panni di Nilde Iotti

Perché Nilde Iotti è stata sì un’osservatrice privilegiata della storia italiana, ma ha anche incarnato una figura femminile nuova, libera da ogni tipo di condizionamento. È proprio dalla sua lettera ad una ragazza che le chiedeva aiuto per via di un fidanzato troppo poco liberale che la fiction inizia. Una risposta fortissima, pubblicata sul giornale l’Avanguardia, in cui la Iotti incitava la giovane a non mettere mai da parte i suoi sogni e a riprendersi la vita. Esattamente com’era riuscita a fare lei. Nata a Reggio Emilia il 10 aprile del 1920, in una famiglia di umili origini – il padre era una ferroviere socialista che perse il lavoro per via delle sue idee politiche – Leonilde Iotti non ha mai perso il coraggio e a dispetto delle ristrettezze economiche riuscì a laurearsi in Lettere alla Cattolica di Milano nel 1942.

Un'immagine di Nilde Iotti
La vera Nilde Iotti

La Seconda Guerra Mondiale sarebbe finita tre anni dopo, ma l’Italia era in ginocchio e in quei momenti scegliere da quale parte combattere era un obbligo morale. Nilde scelse la Resistenza, in qualità di staffetta, e si avvicinò al Partito Comunista Italiano di cui divenne personaggio di spicco nel Dopoguerra. Nella primavera del 1946 entrò nel consiglio comunale di Reggio Emilia come indipendente nelle file del PCI, fino a diventare membro della neonata Assemblea Costituente. Sempre nel 1946, la storia d’amore che segnò la sua vita: quella col segretario del PCI Palmiro Togliatti, sposato e padre di un bambino. Galeotto fu un incontro in ascensore, un colpo di fulmine inaspettato considerata la grande differenza d’età.

Storia di Nilde: una scena
Storia di Nilde: una scena della fiction

Una relazione, la loro, che fu osteggiata senza mezzi termini dai leader del partito, con tanto di microspie installate per controllarli 24 ore su 24 e dalla di lui consorte, Rita Montagnana, ma che resistette a tutto. Compreso l’attentato che Togliatti subì nel 1948 e che avrebbe potuto portare la nazione sull’orlo di un’altra guerra civile. Proprio in quell’occasione, la Iotti si distinse per il coraggio, facendo scudo all’uomo col suo corpo. Neppure questo, però, servì a cancellare la sua “colpa”. Togliatti lasciò comunque la moglie e insieme a Nilde adottarono una bimba, Marisa Malagoli, rimasta orfana dopo la morte dei familiari durante una protesta a Modena. I due rimasero insieme fino alla morte del politico nel 1964 e solo allora alla Iotti fu riconosciuto il diritto di considerarsi a tutti gli effetti la compagna di Togliatti.

Nilde Iotti e Palmiro Togliatti
Nilde Iotti e Palmiro Togliatti

Nilde Iotti dunque ha visto crescere il nostro Paese anno dopo anno. Dalle macerie della guerra, al Boom, dalle lotte per le rivendicazioni sociali e per il divorzio e l’aborto, fino al compromesso storico e alla stagione del terrorismo. La sua presenza è sempre stata garanzia di legalità e di rispetto per tutti. Non è un caso che la sua elezione alla Camera fosse arrivata in un momento di distensione tra Democrazia Cristiana e PCI. Il primo pensiero, varcata la soglia di Montecitorio come presidente, venne quindi rivolto alle donne. A tutte le donne. «Io stessa – non ve lo nascondo – vivo quasi in modo emblematico questo momento, avvertendo in esso un significato profondo, che supera la mia persona e investe milioni di donne che attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci si sono aperte la strada verso la loro emancipazione» si legge in uno stralcio del discorso d’insediamento. Valido ancora oggi.

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