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Million Dollar Baby | Clint Eastwood, Hilary Swank e i vent’anni di un capolavoro

La genesi, Paul Haggis, Morgan Freeman, la boxe e un’importante lezione di vita. Analisi di un mito

Clint Eastwood, Hilary Swank e il cuore di Million Dollar Baby
Clint Eastwood, Hilary Swank e il cuore di Million Dollar Baby

ROMA – Dopo la cancellazione del serial In tribunale con Lynn nel 2002 (in Italia andò in onda, in chiaro, su Canale 5 e LA7) Paul Haggis si mise al lavoro su di un concept tratto da Rope Burns: Stories from the Corner. Una raccolta di racconti ambientati nel mondo della boxe scritta da F.X. Toole – pseudonimo dell’ex-pugile Jerry Boyd – che volle dedicare all’allenatore Dub Huntley, suo mentore e amico. Un’amicizia virile fatta di scontri, fiducia, devozione e rispetto reciproco dall’inerzia non dissimile da quella scenica di Frankie Dunn e Eddie Dupris in Million Dollar Baby (che potete vedere su Netflix e Prime Video). Di Huntley, infatti, Toole – scomparso nel 2002 a 71 anni – è stato fino all’ultimo cutman e assistente allenatore di svariati talenti pugilistici tra cui Juli Crockett, ovvero l’ispirazione caratteriale dietro a Maggie Fitzgerald.

Million Dollar Baby di Clint Eastwood è stato presentato in terra statunitense il 5 dicembre 2004
Million Dollar Baby di Clint Eastwood è stato presentato in terra statunitense il 5 dicembre 2004

Come boxeur, la Crockett ebbe una carriera breve ma intensa. Fu infatti campionessa nazionale femminile dei pesi leggeri della USA Boxing Blue & Gold mettendo knock-out un marine in servizio attivo di Camp Pendelton. Si ritirò infine, nei primi anni Duemila, da imbattuta, con un punteggio di 3-0 (di cui 2 K.O.), per poi reinventarsi musicista, drammaturga e produttrice cinematografica. L’altra faccia insomma, o per meglio dire, tutto ciò che la sua Maggie controparte scenica – portata in scena da una Hilary Swank straordinaria, caparbia, dolce, fragile e battagliera al tempo stesso – sarebbe potuta essere se il fato ordito dal calcolato script di Million Dollar Baby non avesse deciso diversamente. In quello scarto però, in quella forbice di valori e di percorsi, ci sono i sogni, le speranze e le vite in gioco, dentro e fuori lo schermo.

Clint Eastwood e Morgan Freeman in una scena di Million Dollar Baby
Clint Eastwood e Morgan Freeman in una scena di Million Dollar Baby

Ma soprattutto c’è il cuore delle boxe e in esso di Million Dollar Baby: «Se c’è una magia nella boxe è la magia di combattere battaglie al di là di ogni sopportazione, al di là di costole incrinate, reni fatti a pezzi e retine distaccate. È la magia di rischiare tutto per realizzare un sogno che nessuno vede tranne te» ricorda allo spettatore la voce di Eddie Dupris (un Morgan Freeman memorabile, in scioltezza) che della pellicola è il narratore e il raccordo emotivo. Prima ancora che dello script di Haggis, l’executive Albert S. Ruddy si innamorò di Rope Burns. Glielo fece scoprire Anjelica Huston che in origine avrebbe voluto curarne l’adattamento cinematografico. E Ruddy gli stette dietro – come un segugio – acquisendone i diritti per poi andare a caccia di investitori per i successivi quattro anni.

«Se c'è una magia nella boxe è la magia di combattere battaglie al di là di ogni sopportazione. È la magia di rischiare tutto per realizzare un sogno che nessuno vede tranne te»
«Se c’è una magia nella boxe è la magia di combattere battaglie al di là di ogni sopportazione. È la magia di rischiare tutto per realizzare un sogno che nessuno vede tranne te»

«Non riuscivo a interessare nessuno» – disse Ruddy con lo script in mano di Haggis – «E parlo di persone vicine, amiche, con cui faccio affari da anni. Mi dicevano: Chi vorrebbe mai vedere un film su due vecchi ragazzi brizzolati e una ragazza lottatrice?». Nessuno tranne quel Clint Eastwood fresco del successo di Mystic River che alla lettura del soggetto rimase estasiato: «È negativa, ma Dio, è stupenda! Una tragedia che sarebbe potuta essere scritta dai Greci o da Shakespeare». Un progetto, Million Dollar Baby, arrivato in un periodo particolare del suo percorso da regista: «In questo momento della mia vita, non sto facendo nulla per guadagnare soldi. È come se stessi dall’altra parte per vedere fino a che punto ci si può spingere per non essere commerciale».

Hilary Swank e Clint Eastwood in un momento del film
Hilary Swank e Clint Eastwood in un momento del film

Si fece sotto una titubante Warner Bros che sembrava poco incline ad investirvi 30 milioni di dollari, proprio come accadde con Mystic River: «Mi era piaciuto molto lo script di Million Dollar Baby, la Warner aveva anche approvato il progetto ma sembravano indecisi. È un film sulla boxe – dissero – ma secondo me non è un film sulla boxe, è una storia d’amore figliare di una padre e una figlia ed è tante altre cose oltre a essere un film sulla boxe. Ad un certo punto mi dissero che se avessi voluto farlo avrebbero pagato solo per i diritti di distribuzione domestica, dopodiché sarei stato da solo. Alla fine dissi loro: Non so se questo film porterà dei soldi, ma penso di poter fare un film che sareste orgogliosi di avere nella library».

Nel cast del film anche Michael Peña, Anthony Mackie e Jay Baruchel
Nel cast del film anche Michael Peña, Anthony Mackie e Jay Baruchel

E di soldi, in verità, Million Dollar Baby ne porterà tanti: oltre 215 milioni di dollari! Il merito però fu tutto (o quasi) di Tom Rosenberg, executive della Lakeshore Entertainment, che mise in dote 15 milioni di dollari di budget (all’altra metà pensò la Warner) più i diritti di distribuzione world-wide. Tutto al servizio di una narrazione d’altri tempi, al sapore di redivivo cinema moderno ricalibrato in funzione dell’oggi, che vede Eastwood dipingere un affresco corale di uomini rotti, danneggiati, abbandonati. Chiaroscuri caratteriali di dolore e assenza d’amore, in cerca di un’occasione, di acciuffare il proprio Sogno Americano, o più semplicemente, di rispetto. Perché in fondo, più di tutto e della violenza voyeuristica, è questa l’essenza della boxe: «Parlare di boxe è parlare di rispetto. Cercare di ottenerlo per sé stessi, togliendolo all’avversario» dice (bene) Eddie nel voice-over in apertura di racconto.

Le ombre e gli spiragli di luce nelle immagini di Million Dollar Baby
Le ombre e gli spiragli di luce nelle immagini di Million Dollar Baby

Poi però ci sono i colpi, quelli dati e ricevuti, e con essi il meccanismo alla rovescia della boxe stessa: «Frankie amava ripetere che la boxe era qualcosa di innaturale, che nella boxe si fa tutto al contrario. Quando vuoi spostarti a sinistra, non fai un passo a sinistra: spingi sull’alluce destro. Per spostarti a destra usi l’alluce sinistro. Invece di allontanarti dal dolore come farebbe qualunque persona sana, gli vai incontro». In questo scenario ballano sul ring Danger (Jay Baruchel), Big Willie Little (Mike Colter), Omar (Michael Peña), Shawrelle (Anthony Mackie) ma soprattutto Eddie e Maggie, tutti con alterne fortune. Chi con il cuore e chi con il coraggio, chi con la sbruffonaggine e chi con l’esperienza, e chi semplicemente, tirando pugni alla cieca nel buio. E Eastwood li racconta, tutti, avvolgendoli in costruzioni d’immagine ombrose da cui lasciar trapelare spiragli di luce.

Nei cinema italiani il film è stato distribuito il 18 febbraio 2005
Nei cinema italiani il film è stato distribuito il 18 febbraio 2005

E poi c’è quel Frankie dalla caratterizzazione disegnata su misura di un Eastwood in stato di grazia. Intenso, paterno, spigoloso, restio ad aprirsi al mondo, ma che quando lo fa vede dischiudersi tutto un cuore fragile di affetto purissimo ora verso la sua Maggie (da cui il soprannome in gaelico Mo Cuishle: «Mio sangue. Mio tesoro. Mio cuore.») – con cui scacciare i fantasmi di un passato familiare burrascoso –, ora verso il fidato Eddie (gli scambi dialogici con Freeman sono per intensità e contenuto l’eccellenza in un film straordinario). Fino a quell’ultima sequenza, alla fine di tutto, quando l’unica cosa da fare è ritirarsi nell’ombra, in punta di piedi, in un diner a mangiare torta al limone: «Spero solo che abbia trovato un posto dove vivere in pace, un posto in mezzo ai cedri e le querce, sperduto tra il nulla e l’addio. Ma forse è soltanto un’illusione…».

«La gente muore ogni giorno, Frankie, mentre lucida il pavimento o lava i piatti, sai qual è il loro ultimo pensiero? Non ho mai avuto un'occasione, invece grazie a te Maggie ce l'ha avuta...»
«La gente muore ogni giorno, Frankie, mentre lucida il pavimento o lava i piatti, sai qual è il loro ultimo pensiero? Non ho mai avuto un’occasione, invece grazie a te Maggie ce l’ha avuta…»

Vent’anni e 4 Oscar vinti (Miglior film, Miglior regia, Miglior attrice protagonista, Miglior attore non protagonista) dopo, di Million Dollar Baby resta la forza, il cuore, lo spirito di sacrificio, quel climax memorabile, l’insita tragicità filmica di una ballad dalle note musicali struggenti di pianoforte e chitarra acustica del tema principale (la meravigliosa Blue Morgan), e un’importante lezione universale: «A volte per tirare un colpo vincente bisogna arretrare, ma se arretri troppo non combatti più…».

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Qui sotto potete vedere il trailer realizzato in occasione del decennale del film 

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