MILANO – Duemilaseicento anni fa una poetessa greca lanciava un eco che risuona ancora oggi, «qualcuno si ricorderà di noi, dico, anche in un altro tempo». Negli ultimi anni il mondo del cinema ha visto un esponenziale incremento dei cosiddetti lesbian period dramas, drammi storici di ampio respiro che pongono al centro storie d’amore tra donne. Un argomento per molti tabù, quando ancora l’aggettivo lesbica viene considerato alla stregua di un insulto, ha iniziato a reclamare la sua validità e a porsi al centro della narrazione, sfidando pregiudizi e odio di ogni sorta. Film che spaziano dalla fiction ai biopic, come Ammonite di Francis Lee – lo trovate in streaming qui – dedicato alla paleontologa Mary Anning con il volto di Kate Winslet e al suo amore per Saoirse Ronan.
Qualche esempio di lesbian period dramas? Vita & Virginia (potete vederlo su CHILI), diretto da Chanya Button, che ripercorre la travagliata e passionale relazione tra Virginia Woolf e Vita Sackville-West, espressa in un carteggio in cui ogni parola è carica di un sentimento sconcertante. Nel 2018, Wash Westmoreland ha portato sullo schermo la storia tutta queer di Colette ( lo trovate su CHILI), la scrittrice francese che in un atto di ribellione, contro il marito e contro la chiusura della società, riesce a riconquistare il merito per i propri scritti.
Passato invece ingiustamente inosservato tra i lesbian period dramas è Daphne, creato per BBC da Clare Beavan, tutto incentrato sull’emblematica figura della scrittrice Daphne du Maurier e sul suo lato oscuro. Come il cinema, anche le serie TV si sono prestate a questo trend e così lo scorso anno abbiamo potuto scoprire la vita di Emily Dickinson. La grande poetessa americana è stata protagonista della serie Dickinson, creata da Alena Smith, in cui un’eccellente Hailee Steinfield vive l’amore, nascosto agli occhi dei più, con la migliore amica Susan. La storia è al centro anche del film Wild Nights with Emily di Madeleine Olnek con Molly Shannon e Amy Seimetz.
Tra tutti i lesbian period dramas, quella che ha sicuramente suscitato più risonanza è stata La favorita (lo trovate su CHILI), firmata da Yorgos Lanthimos e ambientata alla corte della regina Anna: l’incredibile triangolo tra Olivia Colman, Emma Stone e Rachel Weisz ha spiazzato il mondo e fatto sognare. Sullo stesso filone, impossibile dimenticare Diane Kruger e Léa Seydoux in Addio, mia regina (lo potere vedere su CHILI), diretto da Benoit Jacquot nel 2012, e gli intrighi passionali tra la regina Maria Antonietta e una delle sue dame di corte.
Così com’è indimenticabile Cate Blanchett in Carol (lo trovate su CHILI) di Todd Haynes e la sua storia d’amore al di fuori delle regole nella società americana degli anni ’50. E tanti altri titoli seguono. Si potrebbero citare Reaching for the moon, The Girl King, Gentleman Jack, The Handmaiden e il recente Ritratto della giovane in fiamme: la lista dei lesbian period dramas va avanti e continua ad aggiornarsi. Film che raccontano storie diverse, persone e sentimenti diversi, ma che hanno in comune la capacità di rapire chi guarda. Le ambientazioni, i costumi, i colori contribuiscono sempre a creare un’atmosfera di charme antico, qualcosa che affascina e fa presa sulla mente.
Un insieme che costituisce anche un appello, al mondo, per ricordare che questo amore, spesso incompreso, non è sbagliato, non è un’invenzione dell’industria pornografica, non è meno di rispetto ad altri, ma ha una sua dignità. Forse in futuro i lesbian period dramas verranno ricordati come parte di quel grande movimento che è la rivincita queer, o forse verranno dimenticati. Ma intanto, queste storie che affondano le radici in secoli passati, riportano a galla la speranza che i sentimenti – veri – rimangono con noi. E a Saffo diciamo: ti abbiamo sentita.
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