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La Particella Fantasma | Ettore Majorana e un viaggio tra sogno e realtà storica

Il corto di William Lombardo? Racconta con precisione cinematografica un mito del Novecento

La Particella Fantasma
Una scena de La Particella Fantasma

MILANO – La ricerca sulle forze nucleari e sull’inerzia delle interazioni tra protoni e neutroni all’interno del nucleo atomico, l’esperimento GERDA (GERmanium Detector Array) per verificare la massa dei neutrini, nonché la celebre equazione di Majorana determinante la base teorica dei sistemi quantici aperti. Il contributo dato dal fisico catanese, Ettore Majorana, al progresso tecnologico – e di riflesso alla storia dell’umanità – ha dell’incredibile. Ancor più incredibile però è l’enigma intorno alla sua scomparsa nella primavera del 1938. È esattamente da qui che parte il viaggio filmico de La particella fantasma di William Lombardo. La sparizione di Majorana fece scalpore al tempo, riecheggiando negli anni a venire. Un autentico giallo fatto di depistaggi ed indizi fuorvianti; di enigmatiche e spiazzanti lettere inviate ad amici stretti e alla propria famiglia, e di fantomatiche apparizioni tra Argentina e Venezuela.

Francesco La Mantia è Ettore Majorana
Francesco La Mantia è Ettore Majorana

Nonché di autentici colpi di teatro tra il rapimento organizzato dagli alti ufficiali del Terzo Reich per via delle sue presunte simpatie naziste, vagabondaggio errabondo nel territorio siciliano di Mazara del Vallo sotto lo pseudonimo di Tommaso Lipari, sino al ritiro monastico a seguito – si dice – dei continui malanni fisico-nevrotici a cui era soggetto. 
Perfettamente in linea, insomma, con il carattere schivo e cerebralmente introverso ma vulcanico nelle sue espressioni scientifiche di puro genio artistico. Qualcosa per cui il celebre fondatore del gruppo de I ragazzi di Via Panisperna, Enrico Fermi – di cui Majorana era la punta di diamante – ebbe a dire: “Con la sua intelligenza, una volta che avesse deciso di scomparire o di far scomparire il suo cadavere, Majorana ci sarebbe riuscito”. La particella fantasma sposa l’ultima delle ipotesi, quella sicuramente meno cinematografica e suggestiva ma a pelle più umana e terrena: il suicidio.

Denise Sardisco in La Particella Fantasma
Denise Sardisco in La Particella Fantasma

Nel farlo l’opera seconda del giovane cineasta palermitano va ad inserirsi perfettamente in quella sottile intersezione narrativa tra libertà autoriale e verità storica, innovazione filmica e rigida canonicità del genere di riferimento. Quel biopic spesso soggetto a strutture predeterminate e tradizionali ben poco inclini alla sperimentazione, di cui invece Lombardo si serve invertendone l’inerzia in una cornice filmica a metà tra taumaturgia e sogno; o per dirla attraverso le sue parole: “Ettore (Majorana ndr) è stato lo spunto per fare un film personale con elementi onirici che mi caratterizzano. Trovo che nei sogni, negli universi paralleli, si possano trovare simboli interessanti per accedere al nostro subconscio”. Affidandosi alla coscienza del racconto Maria Majorana (Denise Sardisco), Lombardo intesse un elogio a mente, cuore, e idee di un Majorana (Francesco La Mantia) mai mostratoci nella sua pienezza vitale di genio matematico e icona siciliana. Sceglie piuttosto di lasciarlo dedotto, come a farlo traspirare dalle fila narrative.

la particella fantasma
William Lombardo sul set

Giocandosela invece nel delineare un quadro incisivo e toccante dell’uomo-Majorana – sognatore perpetuo e fratello affettuoso –drammaturgicamente legato a doppio filo al dolore della perdita e all’elaborazione del lutto: “Mi è stato subito chiaro che Maria dovesse essere la protagonista de La particella fantasma. Tutte le testimonianze trovate in fase di ricerca, infatti, raccontavano l’ostinazione della ragazza a cercare il fratello nei conventi di tutta Italia; arrivando perfino a scrivere una lettera al Papa. Nella speranza di ricevere qualche informazione che potesse dare una speranza sulle sorti di Ettore”.

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Una scena del corto

Tra tinte di grigio fascista e di un blu notte soffuso dal chiarire delle stelle di un cgi delicata e mai invasiva, e sorprendenti omaggi dichiarati a I diabolici e Shining Lombardo realizza un compatto ed equilibrato cortometraggio sull’amore fraterno la cui narrazione, nell’attingere al vissuto dell’autore, va ad intrecciarsi indissolubilmente con il privato dell’uomo-Majorana: “Ho letto con attenzione l’intervista rilasciata da Maria negli anni Sessanta quando raccontò la dolcezza del fratello intento ad aiutarla nei compiti di matematica. Esattamente come mia sorella faceva con me quando ero bambino mentre la sera dalla terrazza con vista sull’Etna guardavano le stelle. Questa scena mi ha colpito così tanto da aver costruito la prima immagine del film”. Dal Los Angeles Italia Film Festival alla Festa del Cinema di Roma, William Lombardo e La particella fantasma viaggiano sulle vibrazioni di un sogno americano a tinte palermitane, e di una visione registica che sembra avere tutte le carte in regola per entrare nel cinema che conta dalla porta di ingresso principale.

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