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La mappa delle piccole cose perfette, un loop temporale e la bellezza della vita

Ian Samuels firma un fantasy diverso da quelli che conosciamo e riesce a stupire con il suo messaggio

la mappa delle piccole cose perfette
Imprigionati in un loop temporale: il banner de La mappa delle piccole cose perfette

MILANO – C’è quella massima di Rossella O’Hara in Via col vento che è diventata un mantra per quei giorni storti che vorremmo finissero il prima possibile. E anche se nell’anno che abbiamo appena passato è sembrato veramente che i giorni fossero tutti uguali, quel “Dopotutto, domani è un altro giorno” spesso è l’unica certezza che abbiamo. Ma se non fosse sempre così? È quello che accade a Mike e Margaret, i protagonisti de La mappa delle piccole cose perfette, disponibile su Prime Video. Diretto da Ian Samuels e interpretato da Kathryn Newton e Kyle Allen, è l’adattamento del racconto omonimo del celebre scrittore fantasy Lev Grossman, dai cui libri è stata tratta anche la serie The Magicians.

la mappa delle piccole cose perfette
Kathryn Newton e Kyle Allen sono Margaret e Mike

La mappa delle piccole cose perfette è un dramma adolescenziale fantasy: inserendosi in una lunga tradizione di titoli, i due protagonisti sono bloccati in un loop temporale che si resetta a mezzanotte in punto, e sono costretti a vivere lo stesso giorno ancora e ancora. Mike è un ragazzo all’ultimo anno delle superiori, ama disegnare e conosce tutti i segreti della piccola cittadina in cui vive, sa ormai cosa accade a ogni ora del giorno e si diverte a pensare di essere il re di quel piccolo universo di cui lui è diventato improvvisamente il centro. Margaret è molto più realista e pratica di lui, tenta solo di sopravvivere a quella strana circostanza, ha imparato da sola a guidare e da quando era piccola è alla ricerca della quarta dimensione.

Mike in una scena de La mappa delle piccole cose perfette

Quando i due si incontrano, nasce una profonda complicità per essere le uniche due persone in città a vivere in quell’anomalia temporale, come se tutti gli altri fossero degli zombie addormentati e loro gli unici due svegli. Un po’ suona famigliare, d’altronde lo aveva già fatto Groundhog Day quasi trent’anni fa, e lo scorso anno Palm Springs correva nella stessa direzione. Ma La mappa delle piccole cose perfette, nella sua disarmante semplicità, reca in sé qualcosa di unico e speciale, non solo perché la singolarità, la quarta dimensione e l’anomalia temporale sono filtrati attraverso le paranoie e la spensieratezza dell’adolescenza, ma anche per il meraviglioso messaggio che vuole trasmettere.

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Mike e Margaret scoprono i bei momenti in una scena de La mappa delle piccole cose perfette

Nel tentativo di uscire dal loop in cui sono prigionieri, Mike e Margaret realizzano una vera e propria mappa delle cose perfette che accadono in città, quei piccoli momenti e coincidenze che in una vita veloce e frenetica passano quasi inosservati ma che, se visti da vicino, portano in sé tutta la bellezza dell’esistenza: un’aquila che pesca un pesce, una nuvola a forma di punto di domanda in corrispondenza della luna, un’anziana signora che festeggia per aver vinto una partita a carte, un uomo delle pulizie di un negozio di musica che è in grado di suonare le note più commoventi.

Uno dei piccoli e bei momenti de La mappa delle piccole cose perfette

In un’atmosfera da sogno, delicata e quasi eterea, Mike e Margaret scoprono la bellezza di quelle piccole cose che ci rendono umani. La mappa delle piccole cose perfette parla del coraggio di andare avanti verso qualsiasi cosa venga dopo, di apprezzare la vita – in tutte le sue complessità e cose belle, indipendentemente dal fatto che sia difficile – e la preziosa possibilità che abbiamo di sperare che il domani sia più facile.

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Qui potete vedere il trailer de La mappa delle piccole cose perfette:

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