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Palm Springs | Andy Samberg, il senso della vita e quel giorno sempre uguale

Il tempo, l’amore, il futuro, il senso della vita: Max Barbakow e una sorprendente commedia da riscoprire

Palm Springs
Andy Samberg, Cristin Milioti e JK Simmons in Palm Springs.

ROMA – Domanda (ovviamente) retorica: ma ve lo ricordate Bill Murray, bloccato in un circolo temporale nel Giorno della Marmotta? Era il 1993 e Harold Ramis con Ricomincio da capo (che vi avevamo raccontato di recente anche in un Longform qui) scrisse un’importante pagina nel grande libro dei film cult firmando un piccolo film che divenne un caso a Hollywood e dintorni. Ora, stesso caso vuole, che poco più di ventisette anni dopo – era il 2020 – un altro grande talento del Saturday Night Live si sia ritrovato, più o meno, nella stessa ingarbugliata situazione di Murray: un giorno che si ripete all’infinito, senza apparente via d’uscita, senza speranza. Questa volta è Andy Samberg, protagonista insieme a Cristin Milioti di Palm Springs – lo trovate in streaming ora dopo il primo passaggio in televisione – diretto da Max Barbakow.

Palm Springs
Andy Samberg e Cristin Milioti

E lo avrete capito dal titolo: se Bill Murray si svegliava puntualmente all’alba di un freddo febbraio della Pennsylvania con una canzone di Sonny & Cher, la faccia sbruffona di Nyles (Samberg, appunto) ogni mattina deve invece aprire gli occhi nella torrida cittadina californiana, affrontando il matrimonio della migliore amica della sua svampita ragazza. Almeno fino a quando – durante una delle troppe cerimonie vissute per l’ennesima volta – decide di avvicinarsi a Sarah (Cristin Milioti), trascinandola involontariamente in questo strano loop temporale che ha come sorgente un’insolita luce pulsante nel bel mezzo del deserto. Prima la paura, poi l’incredulità e, successivamente, una beata rassegnazione. Ma se la vita un giorno per volta fosse davvero migliore di quella che dobbiamo vivere?

Palm Springs
Una scena di Palm Springs.

Nessun timore per la morte, niente responsabilità, nessun giudizio. Svegliarsi e (ri)trovarsi da capo, ogni volta; un labirinto senza uscita che riporta al via appena ti addormenti oppure finisci sotto un tir. Ventiquattro ore da (ri)affrontare, come fanno Nyles e Sarah, con la voglia di vivere al massimo, perché ormai nulla può più accadere. Così, la domanda che fa Palm Springs, è certamente interessante: e se un loop temporale fosse la definitiva strada per la vera felicità? Un’alterazione spazio-tempo in cui finalmente essere sé stessi e, di conseguenza, liberarsi da sovrastrutture che alterano e ingabbiano i rapporti di coppia, facendoli finire in un altro loop senza via di fuga. Quello della noia quotidiana, dell’incomunicabilità e del passivismo latente.

Palm Springs
Una coppia e un loop infinito: Palm Springs

Dunque cos’è Palm Springs? Una sorprendente commedia dalle ovvie sfumature fantastiche (ma tutte davvero credibili, in fondo nessuno ha dimostrato che le distorsioni temporali sono impossibili…), raccontando la (dis)avventura dei due protagonisti, e giocando con l’assioma delle regole sci-fi, si addentra nel profondo, dietro l’ombra della superficialità dettata dal bisogno di apparire prima che essere. Allora, anche la facile (e ripetitiva) felicità, scoperta da Nyles e Sarah, diventa noiosa quando non c’è scopo né percezione del futuro. Un futuro da vivere senza ansia, ma con una sola certezza: nel bene e nel male, domani sarà diverso da oggi…

Qui la nostra intervista al regista Max Barbakow:

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