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Lorenzo Mattotti: «La famosa invasione degli orsi in Sicilia? Un classico attuale»

In occasione della proiezione del film al Lake Como Film Nights, il regista si racconta a Hot Corn

MILANO – «Speriamo che non piova!». Ci saluta così da Parigi Lorenzo Mattotti al termine della nostra chiacchierata telefonica per parlare de La famosa invasione degli orsi in Sicilia, il film d’animazione che questa sera, 24 luglio, verrà proiettato a Cernobbio, nella splendida Villa Erba, per le Lake Como Film Nights. Una meraviglia nella meraviglia. Perché il film del regista e illustratore bresciano, adattamento dell’omonimo romanzo scritto e illustrato da Dino Buzzati del 1975, è pura poesia, resa ancora più vivida da un’animazione in cui luci e ombre, colori e scenografia danno vita ad un’opera dalla rara bellezza che solo il grande schermo può amplificare. La storia del legame di un padre e un figlio, della perdita dell’innocenza e di una natura pura verso cui fare ritorno, impreziosita dalle voci di Toni Servillo e Antonio Albanese, Linda Caridi e Andrea Camilleri.

Lorenzo Mattotti nel suo studio. Foto di Constance Gennari per The Socialite Family

LE REAZIONI DEL PUBBLICO «Ho assistito a varie proiezioni del film. Ricordo quella nella grande piazza di Locarno in apertura del Festival in cui c’erano molte famiglie. Ed era la prima volta che a vedere il film c’era un pubblico così. Sia in Francia che in Italia mi hanno colpito molto le proiezioni con i bambini, perché questo film l’ho fatto per loro. La loro reazione era la cosa che più mi interessava, ed era molto emozionate vederli estremamente contenti, attivi e pieni di domande alla fine della proiezione. Era un po’ come quanto ero bambino io, quando si andava al cinema era veramente un grande rituale».

La famosa invasione degli orsi in Sicilia
Tonio e Leonzio ne La famosa invasione degli orsi in Sicilia

L’ESTETICA DEL FILM «L’estetica del film? È venuta fuori dopo varie tappe. La prima è stata partire dai disegni di Dino Buzzati che ha illustrato il libro, pieno di piccole idee grafiche. Abbiamo cercato di partire dal suo mondo e di rispettarlo al massimo, prendendo anche dei piccolissimi disegni da cui tirar fuori idee che poi abbiamo sviluppato a livello spettacolare. Poi ovviamente nel film c’è anche la mia esperienza quarantennale di illustratore e tutto l’apporto della mia équipe, dagli scenografi agli animatori, in cui ognuno ha portato la sua creatività. Abbiamo cercato di usare al massimo la forza dello schermo cinematografico. Volevo ci fossero della grandi profondità, paesaggi – caratteristica anche dei disegni di Buzzati -, cercare quindi di lavorare con quello che il cinema, lo schermo e la luce ci potevano dare e che nell’illustrazione non posso avere. Cercare di fare cinema cinema e non cinema per la televisione».

La famosa invasione degli orsi in Sicilia
Una scena de La famosa invasione degli orsi in Sicilia

LA STORIA «Dire che ho inseguito questa storia? In un certo senso sì. Quando io e la mia produttrice, Valérie Schermann, abbiamo iniziato a riflettere su cosa si potesse realizzare come lungometraggio, subito mi è venuto in mente il lavoro di Buzzati. Gliel’ho fatto leggere e se n’è innamorata. L’ho scelto perché c’era già tutto: la potenza della fantasia, una storia epica, situazioni che immaginavo già in un film d’animazione. Inoltre il legame padre/figlio e la storia di questi orsi che scendono in Sicilia mi sembrava un classico della nostra cultura europea e italiana. Per me era molto importante farlo conoscere alla giovani generazioni. Siamo pieni di tesori di storie e narrazione che purtroppo dimentichiamo o non siamo capaci di sviluppare come gli americani e giapponesi. Dovremmo imparare a prendere da figure come Buzzati o Italo Calvino. Il tutto sta nel farli diventare contemporanei».

Una scena del film

LE TEMATICHE «L’opera di Buzzati è piena di tematiche attuali. Racconta del rapporto con la natura, della perdita dell’ingenuità, della forza della natura in rapporto agli uomini e agli animali, la convivenza. Ne ha scritto in un periodo in cui forse non pensava a queste cose ed è proprio qui la forza delle storie universali. Invece di partire da una mia storia originale, mi sembrava migliore partire da un bel testo, una storia ricca e piena. Essendo il mio primo film mi sentivo anche molto più sicuro nel partire da un classico. Fa anche parte del mio lavoro con il quale, nel tempo, ho reinterpretato molti classici».

La famosa invasione degli orsi in Sicilia
Una sequenza de La famosa invasione degli orsi in Sicilia

L’INSEGNAMENTO «Cosa mi ha lasciato il film? Un sacco di fatica (ride, n.d.r.). Ho imparato moltissime cose. Sopratutto i miei limiti e le mie incapacità, ma anche certe cose che non pensavo di me stesso, interagire con i mei collaboratori, essere obbligato continuamente a spiegare a chi non ha la fantasia per immaginare. Ma la cosa più faticosa è stata il passaggio da un linguaggio che prevede la carta, il disegno, il fumetto, a tutto un altro ritmo di narrazione, al montaggio cinematografico. Nel cinema d’animazione si fa tutto prima, bisogna riflettere sui tempi, gli incastri, sui collegamenti da un’immagine all’altra. Mi sono basato molto sull’esperienza dei miei collaboratori. Un lavoro di umiltà che mi ha fatto scoprire quando è difficile e complicato questo mestiere. Specie quando si parla di soldi, di possibilità di fare, di battersi per un’idea. Bisogna avere un carattere specifico per questo e mi sono accorto che non è proprio il mio (ride, n.d.r)».

La famosa invasione degli orsi in Sicilia
Un bozzetto de La famosa invasione degli orsi in Sicilia

IL CINEMA DA SPETTATORE «Ho sempre amato registi contemplativi. Amo molto è Wong Kar-wai, ma anche David Lynch e tutti i grandi registi degli anni Settanta. I film di Werner Herzog, Andrej Tarkovskij, Martin Scorsese e tutto il cinema indipendente. Fin da bambino sono sempre stato un onnivoro. Potevo andare a vedere i film gratuitamente per cui mi sono nutrito di tutto, dai western ai peplum ai film di guerra alla commedia. Ho masticato di tutto. Nel mio film forse vengono fuori delle reminiscenze, delle immagini ma è un lavoro dove è la storia che porta il film e non viceversa. Prima di questo lavoro, invece, avevo fatto un cortometraggio in bianco e nero che faceva parte di un film che si chiama Peur(s) du noir. Lì sì che sono riuscito a mettere molto più di quello che amo del cinema. Ma questo non significa che abbia fatto La Famosa invasione degli orsi in Sicilia con molto amore e cuore!».

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Qui potete vedere una clip del film:

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