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Evan Peters: «Io, tra American Horror Story e il sogno di recitare in una commedia»

La passione per Dirty Dancing, l’insicurezza, Sarah Paulson e il futuro: l’attore si racconta a Hot Corn

Evan Peters sul red carpet del Giffoni Film Festival

ROMA – Evan Peters attraversa la vita come se camminasse sulle uova, come avesse sempre paura di qualcosa. Lo dice apertamente e con molta naturalezza: ha una serie di fragilità con cui ha imparato a convivere e che ha iniziato a condividere. Ne ha parlato al Giffoni Film Festival dove, accompagnato dal papà, ha incontrato migliaia di giovani giurati a cui ha infuso coraggio e, come dice lui, anche quel 10% di stramberia che lo contraddistingue. Sarà anche per questo che è sempre riuscito ad incarnare ruoli fuori dal comune, da American Horror Story a Quicksilver degli X-Men. In attesa di vederlo nel biopic I Am Woman, conferma l’addio ad AHS ma chissà che non torni presto al servizio di Ryan Murphy in Pose.

Evan Peters con suo padre al Giffoni Film Festval

GLI ESORDI – «Ho sempre amato cinema e televisione, senza distinzioni. Ho iniziato guardando i programmi delle sorelle Olsen o con Even Steven e mi dicevo che se quei miei coetanei, all’epoca avevo 14 anni, lo facevano, beh, potevo riuscirci anch’io. E da Forrest Gump a 8 e ½ del vostro grande Federico Fellini amo i film più diversi quindi credo di aver scelto la strada giusta per me. La pellicola che invece rivedo più spesso è Dirty Dancing, non riesco a smettere».

Evan Peters e il pubblico del Giffoni Film Festival

X-MEN – «Quando mi hanno telefonato per dirmi che mi avevano preso sono impazzito, ho iniziato a saltare sul divano gridando come un forsennato. Sono cresciuto guardando i film del franchise e non mi sembrava possibile che avessero scelto me. Il primo giorno di set ho incrociato Hugh Jackman nel corridoio e stavo per svenire quando mi ha detto: “Ciao, bello”. Ho risposto al saluto ostentando nonchalance ma non ci potevo credere: è l’uomo più gentile della terra. Sul set regalava gomme da masticare e biglietti della lotteria. Lo amavano tutti. Ad oggi è il cast più divertente con cui non solo abbia lavorato ma anche trascorso moltissimo tempo libero, dalle cene ai drink».

Evan Peters nei panni di Quicksilver

ANSIA DA PRESTAZIONE – «Per tenere a bada i nervi ho iniziato a fare meditazione ma ancora non ha iniziato a funzionare. È un po’ come quando vuoi fare un bagno nell’acqua gelata. Di certo non ti butti subito, preferisci entrare un po’ alla volta e alla fine va tutto bene, a meno che quando sei a mollo non arrivano gli squali. La paura è così: a volte la devi capire, altre riesci ad arginarla e altre ancora ti attanaglia. Io sono una persona insicura ma ho imparato a conviverci semplicemente confessandolo agli altri. Questo funziona perché ti mettono a loro agio, dopo tutto ognuno ha qualche insicurezza, che la faccia trapelare o no».

AHS: Freak Show

I PERSONAGGI DEL CUORE – «Vediamo: il più difficile della carriera resta Stan di Pose. In American Horror Story invece l’esperienza è stata quasi totalizzante e straniante con i vari alter ego ma anche molto formativo soprattutto grazie all’aiuto di Sarah Paulson che è diventata una specie di sorella maggiore per me, intelligente, talentuosa e divertente».

Una scena di Pose

IL PORTAFORTUNA – «Ho una pietra turchese scolpita a forma di cuore, stile Inception, che porto sempre con me fin dal set di Pose e mi ricorda di rimanere fedele a me stesso. A volte la dimentico nei pantaloni del personaggio e torno negli studi tv a riprenderla perché non riesco a stare senza e quando dormo la poso sul comodino. Mi calma e mi porta fortuna quindi viene sempre con me».

Evan Peters e Aaron-Taylor Johnson in Kick-Ass

I SOGNI – «Vorrei fare una bella commedia d’amore europea o sperimentare il mio lato comico. Per ora me la prendo con calma, dopo l’intensità dei personaggi di AHS. E mi rilasso con la musica. Non mi dispiacerebbe però tornare in Deadpool o magari fare una bella incursione nell’universo Marvel, anche se bisognerebbe capire come visto che in Avengers l’altro Quicksilver, Aaron-Taylor Johnson, è morto. Per inciso è divertente questo gioco di specchi proprio con lui che conosco dai tempi di Kick-Ass».

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