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L’ultima cosa che mi ha detto | Jennifer Garner e un thriller familiare di misteri e assenze

Il successo letterario di Laura Dave arriva in streaming su Apple TV+. Ma vale la pena vederlo?

L'ultima cosa che mi ha detto
Jennifer Garner in una scena de L'ultima cosa che mi ha detto.

ROMA – All’origine di tutto c’era l’omonimo romanzo pubblicato nel 2021 da Laura Dave, bestseller numero uno delle classifiche del New York Times e in Italia edito ora da Piemme. Poi, ecco l’interesse di cinema e streaming con la messa in produzione di una serie, L’ultima cosa che mi ha detto, che segue Hannah, una donna che deve cercare di instaurare un rapporto con la figliastra sedicenne Bailey per cercare di scoprire la verità sul motivo della misteriosa scomparsa del marito Owen. Cos’è accaduto? E perché? La serie – ideata dalla stessa Dave e Josh Singer, per la regia di Olivia Newman – è composta da sette episodi della durata di un’ora ciascuno e arriva ora su Apple TV+ con i primi due episodi, seguiti poi da una nuova puntata settimanale ogni venerdì, fino ad arrivare al 19 maggio. No, niente binge watching questa volta.

L'ultima cosa che mi ha detto farà il suo debutto su AppleTv+ a partire dal 14 aprile 2023
Madre e figlia: una scena de L’ultima cosa che mi ha detto

Il romanzo della Dave è diventato un classico immediato, con oltre un milione e mezzo di copie vendute, tanto da restare in testa alle classifiche per cinque settimane e stazionare per oltre un anno nella lista dei più venduti. Un fenomeno tale da attirare ovviamente l’attenzione della Hello Sunshine di Reese Whiterspoon che ne ha subito opzionato i diritti di utilizzazione economica per poi lanciarli sul mercato assieme a 20th Television (filiale dell’ex-Fox). Ed ecco qui L’ultima cosa che mi ha detto in formato miniseriale che, accanto ai protagonisti Jennifer Garner (in origine però sarebbe dovuta essere Julia Roberts), Angourie Rice e Nikolaj Coster-Waldau, vede un nutrito cast composto da Aisha Tyler, Geoff Stults, John Karlan Kim e Augusto Aguilera.

Protagonista assoluta de L'ultima cosa che mi ha detto è Jennifer Garner entrata a progetto avviato in sostituzione di Julia Roberts. Produce la Hello Sunshine di Reese Whiterspoon
Protagonista assoluta Jennifer Garner entrata a progetto avviato in sostituzione di Julia Roberts. 

Sì, ma com’è? Alla tirata delle somme, un’opera interessante, che parte forte, in medias res, per poi riavvolgere il nastro, raccontandoci l’inizio della fine di un quadro familiare felice ma non idilliaco nel testimoniare l’incapacità relazionale tra Hannah e Bailey, più che tipizzata adolescente scontrosa-e-problematica. Poi la sparizione di Owen – turning point che è pietra narrativa cardine declinato dalla Dave in forma letteraria, romanzesca – un po’ alla maniera di Lea Massari/Anna ne L’avventura di Antonioni: brusca, netta, assurda, senza spiegazioni. Restano solo il silenzio (letteralmente, poca musica e accompagnamento musicale, da segnalare però una grande The Ghost of Tom Joad di Bruce Springsteen), indizi scarni e le macerie di una vita da ricostruire. Cos’è accaduto veramente?

Nikolaj Coster-Waldau e Jennifer Garner in una scena de L'ultima cosa che mi ha detto
Nikolaj Coster-Waldau e Jennifer Garner

Da qui il viaggio nel mondo straordinario de L’ultima cosa che mi ha detto reso nelle corde di un thriller-mistery di più ampio respiro tra agenti sotto copertura e segreti indicibili sulla scia dell’hitchcockiano Intrigo internazionale (qui per il nostro Longform) ma anche del più recente L’assistente di volo, ovvero, l’idea di una persona comune – in questo caso una madre di famiglia con la passione per l’intaglio del legno – catapultata in qualcosa di infinitamente più grande di lei. Al dispiego della matassa di mistero intorno alla figura di Owen (un Costaj-Waldau ricco di sfumature caratteriali) – dal ritmo cadenzato ma dall’andamento un po’ ingolfato – cresce il rapporto tra Hannah e Bailey di due trascinanti Garner e Rice.

Angourie Rice e Jennifer Garner

Rapporto, a dire il vero, la cui alchimia ci mette tanto a decollare – forse troppo per empatizzare – per poi però prendere il largo e le redini di un racconto ricco di intuizioni registiche geometriche di una brava Newman (La ragazza della palude). Un racconto che, tuttavia, vive di un unico, vero, grande problema: il product placement. Mai come in nessuna produzione Apple Original (che finora ne aveva sbagliate poche) si erano viste così tante sequenze al telefono, tutte (o quasi) rigorosamente con in mano il celebre melafonino nato dalle parti di Cupertino. Potevano farne a meno. Nulla che possa inficiare sulla valenza di un viaggio che val la pena compiere e di cui, siamo certi, sentiremo parlare a lungo, anche se l’impressione è quella di un’occasione persa…

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Qui sotto potete vedere il trailer della serie: 

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