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L’Impero del Sole | Steven Spielberg, Christian Bale e la storia vera di J.G. Ballard

La prima volta di Bale, le sei nomination, il libro: storia di uno dei film più sottovalutati di Spielberg

L'impero del sole
Christian Bale in una scena de L'impero del sole.

MILANO – «Vent’anni per dimenticare. Vent’anni per ricordare». Così scriveva James Graham Ballard, famoso come J.G. Ballard, che aspettò addirittura quarant’anni prima di riuscire a formulare in parole la sua esperienza in un romanzo: L’impero del sole. Pubblicato nel 1984, venne adattato per il grande schermo nel 1987 da Steven Spielberg, reduce da tutt’altra avventura e da una grande (mezza) delusione come quella de Il colore viola, undici nomination all’Oscar e nessuna statuetta. La storia è semi-autobiografica ed è raccontata con gli occhi di un ragazzino che vive sulla propria pelle la tragedia della guerra. L’esperienza della prigionia Ballard la visse veramente, inglese benestante nato e cresciuto nel quartiere internazionale di Shanghai. Durante la Seconda Guerra Mondiale – a seguito dell’invasione dei giapponesi dopo l’attacco di Pearl Harbor – venne portato undicenne con i suoi genitori nel campo di concentramento di Lunghua. Vi rimase per quattro anni.

Christian Bale in un altro momento de L’impero del sole.

Nella storia Ballard omette alcuni elementi, come la sorella e i genitori, perché – disse poi – solo lasciandoli fuori avrebbe potuto raccontare la sua esperienza, in quanto era troppo forte il peso psicologico associato ai suoi cari. Gli anni della prigionia corrispondono alla transizione dall’età dell’infanzia a quella dell’adolescenza, una transizione sospesa nel tempo, delimitata dai confini spaziali del campo, dove si ritrova a non essere più bambino ma nemmeno ancora adulto, messo di fronte crudelmente alla realtà. Un’esperienza straniante ripresa ne L’Impero del sole (lo trovate su Prime Video, Apple TV+ e TimVision), che tuttavia Ballard non ha mai giudicato negativa. L’incertezza destabilizzante del conflitto, che fece crollare tutti i punti di riferimento della società che sembravano intoccabili, e gli orrori dei combattimenti lo resero un piccolo grande uomo, nonostante le vicende siano filtrate attraverso lo sguardo pieno di meraviglia e – allo stesso tempo – di tristezza di un bambino.

L'impero del sole
Uno scatto del film: notare John Malkovich.

Tra la confusione e la disperazione, la sua intelligenza e il suo attaccamento alla vita gli permisero di fare i conti con le conseguenze e le implicazioni della guerra, in un gioco continuo di vita e morte. «Nella guerra vera, nessuno sapeva da quale parte stesse, né esistevano bandiere, commentatori o vincitori. Nella guerra vera non esistevano nemici». E così, tra le scorrazzate nel campo con gli altri ragazzi, i tentativi di ingraziarsi i soldati giapponesi per ottenere piccoli favori, l’ammirazione nei confronti dell’esercito nipponico e una forte passione per gli aerei e l’aviazione, Jim riuscì a sopravvivere agli ostacoli che la vita gli ha messo davanti. Parte di quella schiera formata da milioni di persone nei paesi asiatici che hanno visto la propria vita cambiare improvvisamente, dal momento che quando in Europa si iniziava a combattere, lì la guerra era ancora solo un rumore lontano.

Una scena de L'Impero del Sole
La fotografia de L’Impero del sole firmata da Allen Daviau.

Ovviamente, ne L’Impero del sole, Spielberg opera qualche taglio. Evita le descrizioni altrimenti vivide dei fiumi pieni di cadaveri e aggiunge un finale commovente, ma mantiene la brillantezza e l’innocenza di Jim, interpretato da un tredicenne Christian Bale, all’epoca esordiente al cinema. Aveva girato per la televisione inglese un anno prima una serie, Anastasia – L’ultima dei Romanov, e sul set con lui c’era Amy Irving, all’epoca moglie proprio di Spielberg. Fu grazie a lei che Bale finì ai provini e ottenne la parte. Rivisto oggi L’Impero del sole rimane uno dei film più significativi della filmografia di Spielberg, anche se agli Oscar dl 1988 con sei nomination rimase ancora una volta a bocca asciutta. Attenzione: nelle scene iniziali del film potete vedere in un cameo anche Ballard – scomparso nel 2009 – entrato così dentro la sua stessa storia, quasi come se averla vissuta in prima persona non fosse bastato.

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