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Kim Han-Min: «Hansan: Rising Dragon, il mio Ammiraglio Yi e la vita come il cinema»

Al Florence Korea Film Fest il regista, accompagnato da Park Hae-il, racconta il suo kolossal

Kim Han Min
Park Hae-il in una scena di Hansan: Rising Dragon di Kim Han-Min.
Freshly Popped

FIRENZE – «La sua è una domanda notevole, che nessuno mi ha fatto. Posso sapere da cosa nasce?». Così ha risposto Kim Han-Min alla nostra domanda su eventuali pressioni politiche ricevute durante la lavorazione del suo ultimo grandioso film, Hansan: Rising Dragon, prima italiana proprio qui al 21° edizione del Florence Korea Film Fest – di cui è anche film d’apertura – epico kolossal sulla storica battaglia navale dell’isola di Hansan del 1592. Se un regista di grande successo come lui, risponde sempre generoso a tutti i giornalisti e a noi sottolinea l’importanza dell’osservazione, il lavoro o, meglio, la passione di noi umili cronisti si accende e divampa letteralmente insieme al fuoco dei cannoni delle sue battaglie, così bene da lui coreografate.

Florence Korea Film Fest
Kim Han-Min alla masterclass a Firenze. Photo: Daria Ivleva.

La risposta arriva subito e dice che no, le pressioni non ci sono state, soprattutto perché l’eroe raccontato, l’Ammiraglio Yi, è amato e apprezzato da tutti in Corea, ma, dopo la conferenza stampa della proiezione stampa, arriva il momento della Masterclass con il regista e il suo attore, Park Hae-il, ospite speciale di questa edizione. Presenti nella sala La Compagnia tantissimi giovani avidi di curiosità e risposte che applaudono con entusiasmo i protagonisti dell’incontro con Kim addirittura esilarante e coinvolgente, senza riserve da artista di successo, anzi disponibile e autoironico. «La lavorazione è durata otto anni e sono felice del risultato ottenuto. Il film è realizzato interamente in computer grafica, questo ci ha permesso di produrre e girare insieme anche il terzo capitolo della trilogia e soprattutto ci ha permesso di girare in sicurezza, a differenza del primo film della trilogia The Admiral: Roaring Currents, girato in condizioni estreme…».

Kim Han-Min in un altro momento dell’incontro. Photo: Daria Ivleva.

La libertà creativa è stata legittimata dallo stesso diario dell’Ammiraglio Yi, protagonista saggio, coraggioso, tenace e devoto alla sua patria, che è essenziale e non carico di dettagli, in modo che anche gli storici più severi e critici hanno dovuto accettare se non sostenere la visione del regista. Ripensando alle origini della sua carriera, Kim Han-Min è tornato poi indietro: «Paradise Murdered più che un horror è un film comico di serie D; probabilmente sono riuscito a girarlo perché era il mio esordio, ma davvero ritengo sia stato più difficile girare quello che i miei film successivi», spiega poi in una confessione divertita forse della volontà spensierata e determinata di emergere, a ogni costo. Poco dopo ecco, Park Hae-il, attore di prima grandezza (lo abbiamo appena visto in Decision To Leave) che ha segnato la Masterclass con un intervento molto incisivo.

Florence Korea Film Fest
Park Hae-il durante la masterclass. Photo: Daria Ivleva.

L’attore ringrazia il festival, l’Italia e Firenze e il suo vino, augurandosi di maturare come attore proprio come il buon vino fiorentino, che, circondato da una natura e un’arte così bella può piano dare il meglio. «Credo che il film sia del regista, io sono al suo servizio; il mio metodo di recitazione cambia a seconda dell’intuizione dei registi con cui lavoro». A conferma di una vera umiltà, non
esibita ma condivisa con il pubblico, grato per la gentilezza e la simpatia con cui questi due grandi artisti hanno raccontato il loro lavoro, la loro passione, la loro vita. Perché, conclude Park: «In fondo la vita è come i film…».

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