MILANO – Una serata di giochi che prende una piega inaspettata sembra ormai essere diventato un vero e proprio genere a Hollywood: Game Night; Ready or Not; poi Bodies Bodies Bodies, e ora It’s What’s Inside, esordio cinematografico di Greg Jardin presentato al Sundance Film Festival di quest’anno e adesso disponibile su Netflix. La trama ruota attorno a un gruppo di amici di vecchia data che si riuniscono per una cena la sera prima del matrimonio di uno di loro, Reuben (Devon Terrell). Il gruppo è composto dalla coppia di fidanzati Shelby e Cyrus (Brittany O’Grady e James Morosini), il lavativo Dennis (Gavin Leatherwood), le festaiole Maya e Brooke (Nina Bloomgarden e Reina Hardesty), e l’influencer Nikki (Alycia Debnam-Carey). La serata prende una strana piega quando si presenta anche Forbes (David Thompson), un vecchio amico che il gruppo non vedeva da otto anni, e che porta con sé una misteriosa valigetta.

Svelare troppo oltre la premessa del film significherebbe compromettere un’esperienza che, fin dai primi momenti del prologo, presenta una dichiarazione di intenti visivamente vivace, ritmata e dal montaggio frenetico. Immaginate il più classico dei gialli, un whodunit alla Knives Out ma arricchito con le estetiche più moderne e dinamiche ispirate agli editing scanzonati che potreste vedere su YouTube e TikTok. Il regisra Greg Jardin, pur non provenendo da quel mondo strettamente legato alla Gen Z, è un veterano della pubblicità, e per It’s What’s Inside ha saputo trarre il meglio da queste narrazioni brevi e compattate in cui ha mosso i primi passi: un ritmo brillante, intelligente ed elettrizzante, caratterizzato da split screen, controcampi rapidissimi e luci in stile Suspiria. In effetti, si tratta di un giallo che (richiamando Bodies Bodies Bodies), nasce da un malinteso – nel caso del film di Jardin assume dei connotati diversi – e divide un gruppo che si credeva unito, portando a galla segreti e tensioni finora rimasti sepolti.

La forza del film risiede nell’ambientazione e nella sua gestione, metafora del dramma che si consuma e orchestrato come una pièce teatrale: non mancano gli atti (chiamati qui round); un epilogo (ribattezzato coda); le luci che si abbassano come un sipario che cala, e il lirismo di una colonna sonora che scandisce e amplifica il ritmo ansiogeno della vicenda. Greg Jardin racconta una storia che sa utilizzare il cinema come la propria cassetta degli attrezzi, in cui un cast affiatato e divertito diventa l’insieme degli strumenti che danno vita ad una narrazione originale e che sorprende per la sua creatività. Speriamo che la voglia (e la forza) di It’s What’s Inside di distinguersi, che il film non nasconde essere il suo fiore all’occhiello, non faccia scomparire questo titolo nella mole dei contenuti della piattaforma perché è un gioiello che si merita i dovuti riconoscimenti.
- HOT CORN TV | It’s What’s Inside, il trailer:
Lascia un Commento