Il Sesso degli Angeli | Pieraccioni e «Una commedia in cui affronto i miei 60 anni»

ROMA – Don Simone è un prete di provincia, con una Chiesa da ristrutturare e con pochi (ma fidati) fedeli. Si tira avanti, come dice lui, ma le difficoltà sono tante, forse troppe. Almeno fino a quando, inaspettatamente, riceve una notizia: uno strambo zio gli ha lasciato in eredità una fruttuosa attività in Svizzera. Sembra proprio l’occasione perfetta per risollevare le sorti del suo oratorio. Peccato (o per fortuna!) che l’attività in questione sia un elegante club d’appuntamenti per adulti. Insomma, riecco il tocco comico di Leonardo Pieraccioni ne Il Sesso degli Angeli (21 aprile in sala), commedia da lui scritta, diretta e ovviamente interpretata, facendosi affiancare sul set da Sabrina Ferilli e Marcello Fonte, oltre a Gabriela Giovanardi, Eva Moore, Maitè Yanes, Valentina Pegorer e Giulia Perulli.

«Quando ho raccontato l’idea a Filippo Bologna (co-sceneggiatore ndr.) ha riso molto», commenta Pieraccioni durante la presentazione stampa de Il Sesso degli Angeli, «Abbiamo voluto realizzare un film che rispecchiasse i bilanci della mia età. Quando vedi i sessant’anni cominci a farti delle domande, e il mio personaggio si chiede se ha fatto bene o ha fatto male. In questo viene aiutato da una sorta di diavoletto, interpretato da Massimo Ceccherini». Si ride e si sorride, secondo Pieraccioni, ma i toni della commedia vanno naturalmente ad amalgamarsi con la società attuale: «Da ragazzino frequentavo l’oratorio, ora l’oratorio è Instagram, le video-chat. Nel film sono un prete che cerca gli abbracci, cosa che resta forse solo nei centri polivalenti africani», prosegue il regista.

Il Sesso degli Angeli ha visto Pieraccioni confrontarsi con un temi complessi e sfumati: «Ho fatto leggere il copione ai miei amici sacerdoti… Che mi hanno detto? Si aspettavano qualcosa di più pruriginoso». Ovvio il raffronto tra la comicità attuale e quella dei decenni passati: «Prima eravamo troppo pecorecci, però le cose bisogna anche contestualizzarle. Abbiamo esagerato? Sicuramente. Ma oggi si esagera in senso opposto. C’è un gradino tra il parlare colorito e il rappresentare quel linguaggio», spiega il comico, «In fondo sono tra San Tommaso e Margherita Hack, che aveva un’eleganza feroce. Come finirà con Dio? Da buon cabarettista gli direi che c’ho sempre creduto!»

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Qui il trailer del film: