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La Svolta | Brando Pacitto, Andrea Lattanzi e un esordio riuscito. Tra Carl Brave e Dino Risi

Il Sorpasso, la Garbatella, il cast: ecco perché il debutto di Riccardo Antonaroli convince. Su Netflix

Andrea Lattanzi e Brando Pacitto, i protagonisti de La svolta.

ROMA – «Io ci provo, papà». Però Ludovico (Brando Pacitto), studente di economia fuoricorso con il sogno di diventare fumettista, non riesce proprio a dare alla sua vita un cambio di direzione necessario. Insicuro, preferisce passare le giornate chiuso in casa invece di trovate il coraggio per dichiararsi alla vicina Rebecca (Ludovica Martino) o provare ad inseguire le sue aspirazioni. Almeno fino a quando nella sua vita non entra – o sarebbe meglio dire non fa irruzione – Jack (Andrea Lattanzi), piccolo criminale che ha appena derubato un boss della malavita romana ed è costretto a nascondersi dai suoi scagnozzi. Un incontro destinato a cambiare la vita di entrambi in una manciata di giorni e che Riccardo Antonaroli racconta nel suo esordio alla regia, La Svolta.

La Svolta
Branco Pacitto e Andrea Lattanzi in una scena de La Svolta

Presentato Fuori Concorso al Festival di Torino, il film – ora su Netflix– mette a confronto le due personalità agli antipodi dei protagonisti giocando con una citazione cinematografica che funge da filo rosso. Stiamo parlando de Il Sorpasso di Dino Risi di cui compare la locandina nel salotto di casa di Ludovico. Se nel capolavoro di Risi il titolo si riferiva (anche) a quella propensione verso l’avanti e il futuro di un Paese nel pieno del boom economico e sociale, ne La Svolta tutto gira attorno a un borsone pieno di soldi capace di rivoluzionare l’esistenza di Jack. Inoltre, anche la dinamica tra i due protagonisti e le loro rispettive personalità, timido e impacciato uno, spaccone e affabulatore l’altro, ricorda quelle dei personaggi di Trintignant e Gassman.

Marcello Fonte in una scena del film

Ma i tempi cambiano. E se nel film del 1962 si frecciava su una Lancia Aurelia B24 in giro per l’Italia, ne La Svolta tutto avviene tra le mura di una casa della Garbatella. Il rifugio/prigione di Ludovico, depresso e senza prospettive per il futuro. Il volto di una generazione paralizzata dalla paura e nella quale è facile trovare anche solo un briciolo delle nostre esistenze ed esperienze degli ultimi anni alle prese con un senso di impotenza ed immobilità. La chimica tra Pacitto e Lattanzi, perfetti nei ruoli, è sincera e regala al film quel senso di verosimiglianza necessario per entrare in empatia con loro. Jack diventa lentamente per Ludovico una sorta di fratello maggiore che lo sprona ad uscire dalla sua comfort zone (infelice) per abbracciare il rischio di provare a vedere cosa succedere quando nella vita si prova a inseguire i propri istinti e sogni.

La Svolta
Pacitto e Lattanzi in un’altra scena de La Svolta.

La Svolta alterna registri comici a registri drammatici e, complice la fotografia di Emanuela Zarlenga, gioca con l’estetica dei fumetti tanto amati da Ludovico mentre omaggia il cinema di genere. Riccardo Antonaroli realizza un film, su sceneggiatura di Roberto Cimpanelli, Gabriele Scarfone, che oscilla tra sfumature noir e racconto di formazione mentre dipinge una criminalità romana fatta di uomini piccoli e prepotenti – che prova quella di Max Malatesta nei panni di Spartaco! – contrapposta ad un’amicizia improbabile quanto sincera a cui fa da sfondo una Garbatella che diventa un microcosmo a se stante. Un film che si apre e chiude con una pioggia battente e le note del brano omonimo di Carl Brave capace di racchiuderne alla perfezione il cuore (amaro). «Su questa pioggia ti sto perdendo e conto goccia dopo goccia. La vita è dura però sto tenendo botta…».

La video intervista a Riccardo Antonaroli è a cura di Manuela Santacatterina:

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