in

Alexander Skarsgård: «The Northman? Sognavo di fare un film autentico sui vichinghi»

L’incontro con Robert Eggers, il destino, Amleto e la brutalità: l’attore si racconta a Hot Corn

Alexander Skarsgård è Amleth, il protagonista di The Northman di Robert Eggers

ROMA – Alexander Skarsgård, jeans e maglioncino grigio, entra sorridente nella stanza di un albergo nel centro di Roma dove lo incontriamo per la presentazione di The Northman. Ha in mano un bicchiere di spremuta. «Non ne avevo mai bevuto prima una di arance siciliane. Un mio amico che vive qui mi ha detto che devo andare in Sicilia!». Un piccolo lusso molto lontano dalle fatiche patite sul set del film di Robert Eggers dove interpreta Amleth, uomo del X secolo desideroso di vendicare l’omicidio del padre, il Re Aurvandil. Un progetto che aveva in mente da anni e che è riuscito a concretizzare grazie all’incontro con Robert Eggers. «Il mio sogno era di fare un film sui vichinghi. Ma volevo fosse reale e risultasse un’esperienza immersiva per gli spettatori. E non riuscivo a pensare a un altro regista per affrontare questo viaggio. Robert era l’uomo giusto per la meticolosità e l’accuratezza con la quale si approccia al set».

LA SFIDA «È stata una vera sfida, un modo davvero diverso di fare film. Tutte le grandi scene d’azione sono in piano sequenza. È così che lavorano Robert e il suo direttore della fotografia, Jarin Blaschke. È eccitante perché nessuno fa film d’azione in questo modo. Ma anche un solo piccolo errore sullo sfondo ti costringe a fare tutto di nuovo dall’inizio. Dopo un solo take sei esausto e magari devi rifarlo altre 30 volte (ride, n.d.r.)!».

Alexander Skarsgård
Alexander Skarsgård è Amleth in The Northman

IL DESTINO «Non voglio giudicare il mio personaggio. Cerco di capirlo e di capire da dove viene. È un uomo che ha un credo molto forte nel destino e crede che la vendetta sia il suo destino. Non ha una scelta, è quello che deve fare, fa parte della sua determinazione. E questo lo rende molto rigido. Questo per me era molto interessante da esplorare psicologicamente perché la dinamica è molto diversa da quella lineare di un classico film action in cui è chiaro chi sia il villain e chi l’eroe. Noi volevamo sovvertire quella dinamica».

ROBERT EGGERS «Quando ci siamo incontrai era appena uscito The Witch ed ero rimasto molto affascinato da quello che Robert era riuscito a fare con un budget ridotto. Era riuscito a catturare l’essenza del New England del XVI secolo riuscendo a trasportarci in quell’atmosfera. Il mio sogno era di fare un film sui vichinghi. Ma non volevo fosse anacronistico, una versione del 2022 della mitologia norrena. Volevo fosse reale e risultasse un’esperienza immersiva per gli spettatori. E non riuscivo a pensare a un altro regista per affrontare questo viaggio. Robert era l’uomo giusto per la meticolosità e l’accuratezza con la quale si approccia al set».

Alexander Skarsgård
Alexander Skarsgård con il personal trainer e nutrizionista Magnus Lgydbäck sul set del film

LA SCELTA DEI RUOLI «Questa è la prima volta che sono parte del film dall’inizio. Solitamente ricevi una serie di sceneggiature e dici: “Sì, no, sì, no”. Quest’esperienza è stata davvero gratificante, è anche più coinvolgente promuoverlo perché è un progetto che sento essere speciale, ed è un privilegio averne fatto parte. Non ho scritto la sceneggiatura ma sono stato coinvolto in ogni aspetto del processo, addirittura nella post-produzione. Non so come scelgo un ruolo. Se sono intrigato, ho una curiosità e voglio saperne di più sul personaggio quello è il progetto giusto. Certe volte leggi una sceneggiatura e ti sembra di sapere tutto, altre volte invece se c’è mistero è lì che che vieni catturato e scatta la connessione. Ovviamente anche il regista o il resto del cast hanno un ruolo nella scelta. Quando Lars von Trier mi ha chiamato non ho avuto bisogno di leggere la sceneggiatura, ho detto solo: “Ci sto!” (ride, n.d.r.)».

LA VIOLENZA «Volevamo essere il più autentici possibili ed erano importati queste scene di lotta, non potevamo nascondere la brutalità di quei momenti. Ci sono action movie in cui la violenza è quasi glorificata, molto pop corn friendly così che non sia scomoda da guardare. Non ci sembrava giusto girare un film sui vichinghi e non essere reali nel realizzare la scena di un attacco a un villaggio, per esempio».

Alexander Skarsgård e Anya Taylor-Joy in una scena del film di Robert Eggers

LE DONNE «Loro controllano tutto. Nella mitologia norrena hanno un ruolo molto importante. Controllavano il destino degli uomini. Credevano anche ci fossero degli spiriti femminili che vivevano dentro ognuno di loro, guidandoli. Sono affascinato da questa credenza che qualcuno come un vichingo dalla mascolinità pronunciata fosse guidato da una donna. Inoltre volevamo anche dipingere il ruolo di Nicole (Kidman, n.d.r.) che controlla e manipola la fattoria e il marito. Le donne sono la connessione tra il mondo spirituale e quello reale. Possono interpretare i messaggi e questo le mette in un posto centrale, guidano la storia».

AMLETO «Avevamo l’opportunità di prendere una storia conosciutissima ma anche, in qualche modo, di reclamarla dato che l’opera di Shakespeare si rifà a un antico mito dell’epoca dei vichinghi. Volevamo essere molto chiari nel raccontare una classica storia di vendetta e Amleto era perfetto. La storia si muove come una freccia all’interno del film e questo ci ha permesso di esplorare e approfondire la mitologia, gli spiriti, la natura».

  • Volete leggere altre Interviste? Le trovate qui

Qui sotto potete vedere il trailer di The Northman: 

Lascia un Commento

La Svolta | Brando Pacitto, Andrea Lattanzi e un esordio riuscito. Tra Carl Brave e Dino Risi

Sandra Bullock e Channing Tatum in The Lost City

The Lost City | Sandra Bullock, Channing Tatum e un film per non prendersi sul serio