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Robert Eggers: «The Northman, il mio film sui vichinghi, tra Amleto e la brutalità»

La lingua, il suono immersivo, l’accuratezza storica, Shakespeare: il regista si racconta a Hot Corn

Robert Eggers
Robert Eggers, il regista di The Northman

ROMA – «Chi dovrebbe vedere The Northman? Per le dimensioni del budget, direi tutti (ride, n.d.r.)!». Incontriamo Robert Eggers in un albergo romano, a pochi passi da Piazza del Popolo. Felpa e jeans neri, un paio di sneakers bianche e due grossi anelli d’argento e oro sulla mano sinistra a completare il look. Il regista degli acclamati The Witch e The Lighthouse è tornato dietro la macchina da presa per un terzo film con il quale vuole spazzare via la narrazione «patinata» sul mondo dei vichinghi. Per farlo ha studiato a lungo la mitologia norrena e, come per il suo film d’esordio, ha scelto un approccio votato all’assoluta accuratezza storica. «Volevo poter essere in grado di vedere il loro mondo materiale con tutte le possibili similitudini e articolare la mente dei vichinghi sullo schermo senza giudizio. È stato laborioso ma divertente!».

LE DIFFICOLTÀ «Ogni aspetto della realizzazione di questo film è stato difficile. I miei due film precedenti erano più piccoli. Una scala produttiva più grande rende tutto più difficile, dalle scene di combattimento con i cavalli alla costruzione dei villaggi. Fortunatamente un giusto planning lo ha reso fattibile. Anche il clima e le location sono due fattori importanti che possono complicare le cose. Per la prima volta non avevo il final cut, per la prima volta ho provato a fare un film d’intrattenimento. Lavorare con lo Studios, integrare le loro note e riuscire ad incastrare tutto mi rende orgoglioso di aver portato a termine questo film. Non è stato facile ma sono orgoglioso del risultato».

Robert Eggers
Alexander Skarsgård in una scena del film di Robert Eggers

L’ACCURATEZZA STORICA «Ho fatto più ricerca possibile. E ho avuto il privilegio di aver potuto lavorare con i più grandi archeologhi, storici, persone della comunità archeologa sperimentale e consulenti. Volevo poter essere in grado di vedere il mondo materiale con tutte le possibili similitudini e articolare la mente dei vichinghi sullo schermo senza giudizio. È stato laborioso ma divertente. Ci ha richiesto molto tempo».

LA LINGUA «Avrei voluto che il film fosse tutto nell’antica lingua norrena ma per motivi economici lo abbiamo dovuto realizzare in inglese. Abbiamo lasciato la lingua originale nelle parti relative ai rituali mentre gli schiavi parlano un proto-ucraino. Io e Sjón abbiamo cercato di utilizzare un’inglese che suonasse come una buona traduzione del linguaggio del tempo».

Robert Eggers sul set di The Northman

AMLETO «Mio padre insegna Shakespeare, ho visto molte volte Amleto, l’ho diretto, l’ho recitato e sono totalmente in imbarazzo nel dire che non sapevo che Shakespeare si fosse ispirato a una storia vichinga. Ci è stato molto d’aiuto perché abbiamo potuto indugiare sull’aspetto spirituale, religioso e mitologico della cultura vichinga mentre avevamo a che fare con una narrativa epica molto semplice. Un racconto che tutti conoscono. Sapevo che non avrei “perso” il pubblico».

LA VIOLENZA «È un equilibrio difficile. Le saghe islandesi sono state scritte da persone che sono orgogliose della violenza e di essere dei guerrieri. E molte delle scene d’azione di queste saghe sembrano uscite da dei film d’azione. Vista l’origine del racconto e visto che è un grosso e costoso film d’azione ci sono momenti in cui il racconto deve essere davvero elettrizzante. Ma al tempo stesso non giustifico la violenza e non la glorifico. Quando la brutalità diventa spaventosa? Non ho la risposta ma è il tipo di domande che mi sono posto quando ho lavorato a questo film».

Ethan Hawke è il Re Aurvandil in The Northman

IL SUONO «Incoraggio le persone ad andare a vedere questo film al cinema per essere immersi nel suono più ancora che nelle immagini. Il modo in cui le onde si infrangono sulle navi durante la tempesta, ad esempio. E i compositori, Robin Carolan e Sebastian Gainsborough, hanno realizzato una colonna sonora davvero potente con strumenti ad arco sinfonici. Tutti gli strumenti principali sono dell’epoca vichinga e credo che contribuiscono a creare un sound davvero unico».

LA CULTURA VICHINGA «Cosa ne sapevo prima di iniziare a girare il film? Non ne sapevo nulla (ride, n.d.r.)! A causa dello stereotipo della mascolinità tossica – che è vero – e dell’appropriazione patinata alla loro cultura non avevo nessun interesse. Poi sono andato in Islanda e sono stato ispirato dall’epico, brutale e magico paesaggio. Era una società sofisticata in cui c’era una fusione degli aspetti culturali e religiosi. È stata una sorpresa! Erano dei poeti incredibili. Ma erano anche incredibilmente brutali e crudeli. I loro cicli di vendetta sono spaventosi. Non c’erano vincitori e ti fa sentire che non abbiamo progredito come esseri umani».

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Qui sotto potete vedere il trailer di The Northman:  

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