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Il Pescatore di Sogni | Ewan McGregor, Emily Blunt e quella storia dietro il film

Lasse Hallström, quel libro, le parole di Paul Torday e un sogno. Tra favola e cornice storica

Il Pescatore di Sogni, la storia dietro al film
Il Pescatore di Sogni, la storia dietro al film

ROMA – Parte tutto da un libro: Pesca al Salmone nello Yemen, edito da Elliot nel 2006, firmato da Paul Torday. Il pescatore di sogni trae le sue origini da qui, sviluppando il materiale letterario attraverso le possibilità del cinema. Il libro racconta più o meno le stesse dinamiche che vedremo prendere vita e forma nella pellicola e segnò l’esordio dello scrittore in questione affermandosi fin da subito come bestseller vincendo il Bollinger Everyman Wodehouse Prize: un prestigioso riconoscimento strettamente legato alla scrittura comica. L’anno successivo alla sua uscita, inoltre, Torday venne segnalato come il miglior esordiente dalla British Book Awards Galaxy.

Ewan McGregor ed Emily Blunt ne Il Pescatore di Sogni
Ewan McGregor ed Emily Blunt ne Il Pescatore di Sogni

Il pescatore di sogni di Lasse Hallström, arrivato in Italia nel 2012, parte proprio da tutto ciò, sviluppando la storia e il suo discorso formale dalle radici originarie di questo esordio, merito anche della sceneggiatura di un veterano come Simon Beaufoy. Al centro di tutto, ecco il dottor Alfred Jones (Ewan McGregor, che vale sempre la visione), un esperto del settore ittico, nonché funzionario all’interno del ministero inglese per la pesca e l’agricoltura. Di indole riservata verrà coinvolto in un progetto apparentemente impossibile: costruire un fiume artificiale nello Yemen (!) che consenta a uno sceicco (!!) di pescare salmoni. Dati i precari equilibri che l’Inghilterra sta vivendo col Medio Oriente il folle progetto diventerà un perfetto specchietto per le allodole attraverso cui spostare l’attenzione altrove.

il pescatore di sogni
Un’altra scena del film

In questo frangente, ecco allora  Patricia Maxwell (Kristin Scott Thomas) la spietata addetta stampa del primo ministro inglese, e Harriet Chetwode-Talbot (Emily Blunt), che si occuperà dei finanziamenti dello sceicco attraverso una società di Londra. Queste le premesse di una storia che vuole raccontare tantissimo, traslando le sue intenzioni attraverso una leggerezza che si fa ben presto umana. La storia vera e propria non la fanno soltanto i fatti di contorno, ma i personaggi con il loro presente e passato e – soprattutto – con quello che potrebbe essere il futuro. Il regista ne Il pescatore di sogni muove un ragionamento generale pronto a farsi commistione di elementi tematici (quali politica e ambiente, ad esempio), concentrandosi però sullo specifico umano. Il tutto incorniciato dalla colonna sonora di Dario Marianelli a conferire un certo tipo di delicatezza quasi tangibile di scena in scena. Da rivalutare.

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