ROMA – Colombia, maggio 1960. Il Signor Polsky (David Hayman), un solitario e scontroso sopravvissuto all’Olocausto, vive nella sua abitazione nella campagna e trascorre le sue giornate giocando a scacchi e curando i suoi cespugli di rose. Un giorno, quando un misterioso anziano di origine tedesca (Udo Kier) si trasferisce nella casa accanto, inizierà a sospettare che il suo nuovo vicino sia… Adolf Hitler. Dato che nessuno gli crederà, sarà lui ad imbarcarsi in prima persona in una missione investigativa per trovare le prove. «Mia nonna era una donna ansiosa, acida e senza pazienza. Non rideva quasi mai ed era sempre tesa, come se una tragedia fosse sempre dietro l’angolo. Come molti altri sopravvissuti all’Olocausto, non ha mai superato il trauma, non ha mai fatto pace con la perdita né ha mai smesso di odiare i tedeschi», racconta Leon Prudovsky, il regista de Il Mio Vicino Adolf, in sala con I Wonder Pictures «Nel film ho provato a raccontare una parabola chassidica con l’umorismo ironico, tragico e non convenzionale che caratterizzava il mondo ebraico prima dell’Olocausto. Una parabola che percorre il sottile confine tra dolore e ridicolo, realismo e assurdo, delicatezza acuta e sfrontatezza grottesca».
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Qui sotto potete vedere la clip de Il Mio Vicino Adolf:
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