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Il Mago e quel tentativo di risolvere un enigma chiamato Orson Welles

Un documentario cerca di raccontare un mito. Tra Quarto potere e le missioni incompiute

Il mito, l'uomo, il regista, l'attore: ma chi era Orson Welles?

MILANO – Dopo Truffaut & Hitchcock, Stanley Kubrick e Steve McQueen, oggi il percorso nell’universo dei documentari di cinema di Hot Corn fa tappa nell’incredibile mondo di Orson Welles, una delle menti più illuminate del cinema del Novecento, capace di ispirare registi, attori e autori. Uno su tutti? Semplice: François Truffaut che ammise apertamente di aver deciso di fare cinema proprio dopo aver visto Quarto Potere. Qui però facciamo un salto avanti: siamo molti anni dopo la morte di Welles, avvenuta nell’ottobre del 1985, quando nel 2014 un regista come Chuck Workman – Oscar per il miglior corto negli anni Ottanta per Precious Images e veterano della TV – decide di omaggiarlo con un documentario: Il Mago – L’incredibile vita di Orson Welles.

Ma cosa cerca Workman? Molte cose, ma attenzione, perché da subito non vuole girare un documentario sulla vita e decide da subito di lasciare a margine il lato privato di Welles per occuparsi solo e unicamente della sua vita artistica. Alunno difficile, ma brillante, già a nove anni abile pianista, a sedici pittore affermato, a venti al lavoro in un’emittente radiofonica, la stessa da cui, grazie alla trasmissione La guerra dei mondi, scatenerà il panico negli Stati Uniti inscenando un imminente attacco alieno. Il montaggio corre incalzante lungo la vita di Welles, arriva alla realizzazione di Quarto Potere e de L’orgoglio degli Amberson, ma non soffermandosi troppo.

Perché? Perché Workman vuole regalare allo spettatore un Welles inedito, il ritratto di un uomo complesso che alla fine lascia numerose opere incredibili, sì, ma anche tante incompiute e che fu capace di comparse di poco conto in decine e decine di titoli (anche in film italiani, ricordate Una su 13 con Vittorio Gassman, De Sica e la povera Sharon Tate?) per riuscire a finanziare i suoi innumerevoli progetti, attività folli, imprese quasi impossibili che però gli lasciano un ulteriore medaglia addosso: la nascita di un certo cinema indipendente.

Non bastasse, ad aumentare il valore del documentario, ecco i contributi di Martin Scorsese, Richard Linklater, Peter Bogdanovich e altri, a cui viene lasciato il compito di spiegare l’eredità di Welles. Ma chi era Welles? Un genio estroso e singolare capace di capolavori assoluti? Sì. Un artista espressivo che ha anticipato la moderna idea di cinema? Assolutamente. Ma anche un regista incompreso, che Il Mago cerca di domare in una manciata di minuti, novantadue. Ovviamente troppo pochi per decifrare un colosso di nome Orson, ma l’importante è cominciare…

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  • VIDEO | Qui potete vedere il trailer del documentario:

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