PARIGI – L’impresa è di quelle da notti insonni e mal di testa: mettere in immagini un romanzo cult lungo ottocento pagine rischiando di far arrabbiare (eufemismo) milioni di lettori amanti del libro di Donna Tartt e stroncare un’intera carriera. Eppure il buon irlandese John Crowley, reduce dalle tre nomination di Brooklyn (e da due episodi di True Detective), sembra averla presa piuttosto bene: la sua versione de Il cardellino arriverà in sala qui in Francia il 18 settembre e nei cinema in Italia il 10 ottobre e in alcune interviste ha però già anticipato alcuni dettagli interessanti, sia sulle location che sui personaggi (leggi: Mike Wheeler aka Finn Wolfhard aka Stranger Things Boy).
Punto primo, casomai ve lo siate chiesti: Crowley ha voluto subito mettere in chiaro che Finn Wolfhard non è stato preso per sfruttare il successo di Stranger Things, anzi, non era proprio previsto nel ruolo di Boris, l’immigrato ucraino che fa amicizia con Theo: «No, Finn non era proprio contemplato. Amo Stranger Things, ma per quel ruolo volevo un vero attore russo e l’ho anche cercato a New York, nei gruppi teatrali e in alcune comunità russe. Ho fatto diversi incontri e poi però si è presentato Finn con un accento perfetto. Così mi sono arreso: era lui la scelta perfetta».
Ovviamente il secondo punto che Crowley ha discusso è stato poi l’apporto fondamentale di Nicole Kidman, che nel film interpreta Mrs. Barbour, ovvero la donna che adotta il piccolo Theo dopo l’attentato al MET in cui perde la madre: «Credo che Nicole sia l’attrice più preparata con cui abbia mai lavorato. Ha raggiunto il set de Il cardellino mentre stava girando un’altra cosa (Big Little Lies 2, nda), ma era già preparatissima ed è stata magistrale nel riuscire a raccontare le due diverse anime del suo personaggio, fragile e rigida allo stesso momento…».
E poi, inevitabilmente, ecco volare lui, il pennuto che regala il titolo a libro e film, il cardellino, ovvero Het puttertje alias The Goldfinch, il dipinto realizzato nel 1654 dal pittore olandese Carel Fabritius, praticamente un volatile da Pulitzer: «Nel libro il quadro è al MoMa di New York, in realtà abbiamo dovuto chiedere i diritti di utilizzo alla collezione della Mauritshuis, a L’Aia, dove sta il dipinto oggi. Non abbiamo usato l’originale, ma una riproduzione in 3D per facilitare le riprese. Non mi stupisce che Donna Tartt abbia utilizzato questo particolare dipinto: quando ti ci trovi davanti sembra che si illumini, è magnetico». Insomma, se il buon Crowley con le sue parole voleva far aumentare la curiosità, ci è riuscito. Dita incrociate.
- Qui potete vedere Nicole Kidman sul set de Il cardellino:
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