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I Tuffatori | A Torino in bilico tra il ponte di Mostar, il passato e il futuro

All’edizione digitale del Torino Film Festival arriva un documentario da scoprire. Ecco perché

I Tuffatori
I Tuffatori

TORINO – A questa particolare edizione digitale del Torino Film Festival (qui) arriva I tuffatori, opera in bilico tra documentario e film diretta da Daniele Babbo, un piccolo gioiello da non perdere. Prodotto da Meproducodasolo e Scheme Pictures, la macchina da presa del film ci porta tra le montagne della Bosnia Erzegovina, dove troviamo la cittadina di Mostar. Affollata dai turisti durante l’estate, curiosi e avventori si recano nella cittadina, che sorge a ridosso di un fiume, per un’attrazione particolare. Sono proprio i tuffatori, che si tuffano nel fiume dal ponte vecchio di Mostar. Una tradizione che si porta avanti da generazioni da oltre due secoli e una vera e propria arte, che affascina tutti coloro che sono presenti.

Una scena de I Tuffatori.

Tutti diversi tra loro, ognuno con la propria vita, i tuffatori si ritrovano insieme e, quando sono sul ponte, diventano una famiglia, supportandosi l’un l’altro. Conoscono i movimenti giusti da fare, conoscono i loro corpi, conoscono l’acqua del fiume e conoscono i propri limiti e le proprie paure. Non sono nuotatori professionisti, molti di loro fanno altri lavori, ma si ritrovano quando è il momento di saltare dal muretto del ponte, e in quel momento non esiste nient’altro: nel cuore solo l’istante del salto, e sulle spalle tutta la tradizione che ha portato a quel momento.

Il ponte di Mostar.

«Ho incontrato i tuffatori cinque anni fa, durante una vacanza in Bosnia», ricorda Babbo. «Li ho visti inizialmente come li vedono tutti i turisti che si recano a Mostar, come l’attrazione della città, ma poi ho sentito la necessità di comprendere gli esseri umani che si nascondevano dietro l’attrazione. I tuffatori di Mostar sono presenti infatti in tanti filmati di turisti, negli speciali dei tg e nelle puntate delle trasmissioni di viaggio: visioni solo esteriori, che mi hanno spinto a entrare in quella comunità per comprendere chi fossero veramente quegli uomini. Mi hanno accettato come uno di loro, così mi sono ritrovato a raccontarli dall’interno, girando il più possibile, nel corso degli ultimi quattro anni. Mi sono apparsi così come un vero simbolo della loro città e del loro paese, uomini che portano nella loro mente e nei loro corpi i segni delle generazioni e della loro storia».

Il regista de I Tuffatori: Daniele Babbo.

Ed è vero. I tuffatori sono profondamente legati alla loro terra, alla loro città e al loro ponte. Sono fieri della loro storia, e della tradizione che portano avanti. Anche quando si insinuano i ricordi dei tempi difficili – come la distruzione del ponte vecchio durante la guerra nei primi anni Novanta – o le difficoltà del presente, il futuro instabile per i più giovani tra quei tuffatori che vorrebbero rimanere nella loro terra ma sanno, dentro di loro, che l’unica possibilità per avere un futuro sarebbe andare all’estero. Ma nonostante i problemi e la povertà, ogni giorno ritornano al ponte, orgogliosi di essere i tuffatori di Mostar. E con I tuffatori, Daniele Babbo – minuto dopo minuto – riesce a farci incontrare da vicino una comunità dentro la comunità, che incarna il passato e la storia di un intero popolo.

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