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Halftime. O dell’importanza di essere Jennifer Lopez, tra politica e il SuperBowl

La popstar racconta i suoi cinquant’anni, riflette sulla sua carriera e sull’Halftime Show

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Halftime: il dietro le quinte di Jennifer Lopez

MILANO – Il SuperBowl è stato uno degli ultimi grandi eventi del 2020 prima che la pandemia fermasse tutto. Ma oltre al solito intrattenimento musicale che l’Halftime Show ha sempre rappresentato, la 54a edizione si è spinta oltre andando a scontrarsi con un’affermazione politica senza precedenti. Non poteva essere altrimenti quando si chiamano sul palco due delle più importanti artiste latino-americane della scena, Jennifer Lopez e Shakira, mentre dalla Casa Bianca partono ordini di rinchiudere chi prova a superare la frontiera messicana. Ed è questo che Halftime, il documentario prodotto da Netflix e diretto da Amanda Micheli, cerca di raccontare.

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Jennifer Lopez durante l’Halftime Show del 2020

Halftime è il racconto di sei lunghi e intensi mesi che vedono la grande popstar nel suo viaggio verso il palco di Miami. Dalle polemiche con gli organizzatori dell’NFL per non schierarsi contro le politiche di Trump, fino all’annuncio di due headliners per lo show, e altrettante polemiche. JLo, come è conosciuta da tutti, non si tira indietro quando si tratta di dare voce a ciò che non le sta bene. Ma il documentario racconta anche di tutto il resto che è successo attorno ai preparativi per il SuperBowl: Le Ragazze di Wall Street, la campagna promozionale, la stagione dei premi e le vittorie mancate, soprattutto la candidatura all’Oscar. La popstar riflette sulla sua carriera dagli inizi, quando da giovane se ne andò di casa per seguire i suoi sogni, e tutti i traguardi conquistati.

Jennifer Lopez in una scena di Halftime

Riflette sui tabloid e su come l’essere sempre sotto i riflettori abbia influenzato non solo la sua vita privata, ma anche la sua carriera. La regia del suo docu-film vuole essere l’ultima in ordine di tempo sulla lunga scia lasciata da Janet Jackson, Taylor Swift, Jennifer Hudson, Lady Gaga e Beyoncé. Siamo ormai abituati a vedere le stelle della musica sullo schermo mentre si raccontano e svelano scenari della loro vita di cui il pubblico non è a conoscenza, mettensodi a nudo. Halftime vorrebbe fare la stessa cosa, ma all’immagine che JLo vuole dare con questo racconto manca qualcosa. Per essere un resoconto del lavoro dietro al SuperBowl, c’è troppo di tutto il resto. Per essere anche uno sguardo all’indietro sulla sua carriera, c’è troppo poco. D’altronde la poliedricità di Jennifer Lopez è nota: ballerina, attrice, cantante, performer, businesswoman.

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L’apertura di Jennifer Lopez all’Halftime Show

E Halftime non smette mai di ricordarlo al suo pubblico. Nonostante sia interessante vedere il dietro le quinte, ciò che si dice nelle camere d’albergo prima, si di tratta qualcosa a cui ben pochi possono relazionarsi. Non riesce difficile credere che anche personaggi del suo calibro possano avere dubbi, perdere la fiducia in sé stessi e perdere l’autostima, cercare la conferma del proprio talento nell’opinione di chi li circonda. Ma c’è un abisso con l’improntare tutta la narrativa su questo. Non è del tutto convincente. Al di là di tutti i momenti bui, rimane sempre JLo. I titoli di coda sono accompagnati da una serie di numeri e statistiche sui suoi successi. Ma per chi sono lì? C’è davvero qualcuno che deve ancora essere convinto che sia una star?

Jennifer Lopez in una scena di Halftime

Il documentario è però anche davvero riuscito là dove si concentra sul suo lavoro, quando vediamo la cantante in sala prove mentre progetta la coreografia per quei sei minuti che aspettava da tempo. Siamo abituati a vedere lo show fatto e finito, senza avere idea di tutto il lavoro che c’è dietro. Un tour de force fatto di passi di danza ripetuti all’infinito, tagli e modifiche per restare dentro i tempi, progettazione dello spazio. Lì Jennifer Lopez domina davvero tutto ciò che la circonda, è nel suo elemento. E lì riusciamo a vedere tutta la passione e l’energia che mette nel suo lavoro, la voglia di voler lanciare un messaggio e far vedere al mondo chi è davvero. Solo lì riusciamo a credere alla finta modestia di tanti altri momenti. Quello è tutto ciò che conta, alla fine.

Qui sotto potete vedere il trailer di Halftime:

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