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Alla riscoperta di un genio | Perché tutti dovrebbero conoscere Hal Willner

La Disney, Johnny Depp e Nino Rota: omaggio a un produttore scomparso troppo presto

Hal Willner
Hal Willner in un'immagine di repertorio. Classe 1956, è scomparso lo scorso 7 aprile a causa del Coronavirus.

MILANO – Qualche anno fa lo chiamai, in un pomeriggio di inverno, e lui rispose dalla sua casa di New York per parlare di uno dei suoi tanti, folli, progetti. Entusiasta, passionale, ma pacato e molto preciso nello spiegare la musica e le sue dinamiche affascinanti e incomprensibili, Hal Willner iniziò a raccontarmi Son of Rogues Gallery, raccolta di canzoni piratesche in cui – nell’incredibile cast da blockbuster (da Iggy Pop a Patti Smith, da Michael Stipe a Marianne Faithfull) – era riuscito a portare in studio Tom Waits e Keith Richards facendoli duettare su Shenandoah: «Ma avevano già suonato assieme altre volte, l’ultima su Bad as me, il disco di Tom. Non ho fatto niente di speciale», si schermì lui. «Quando penso al cast per questi album ragiono come se stessi per girare un film e così, lavorando a un disco sui pirati, non potevo non portare a bordo Tom e Keith».

Hal Willner – scomparso lo scorso 7 aprile a causa del Coronavirus a soli 66 anni – non era solo un produttore: era un genio. La sua anarchia sonora lo aveva reso capace di mescolare qualsiasi genere e vedere porte dove altri nemmeno vedevano muri, facendo incontrare personaggi distanti come Edgar Allan Poe e Iggy Pop, Sting e Kurt Weill, Ringo Starr e le canzoni della Disney, Allen Ginsberg e Paul McCartney. Non solo: tra i molti meriti, il buon Hal aveva anche quello di aver scoperto Jeff Buckley, invitato nel 1991 a un concerto in onore del padre Tim, senza dimenticare il lavoro fatto nel 1981 per ridare luce a Nino Rota in un disco divenuto leggendario, Amarcord: Nino Rota, con John Zorn, Yma Sumac e Diamanda Galas. Oppure un’altra pazzia: Stay Awake, con i classici Disney rivisti da artisti insospettabili. Un esempio? Tom Waits che reinterpreta la canzone della miniera di Biancaneve e i sette nani

Se vi capita, per omaggiarlo, andate a ripescare proprio Son of Rogues Gallery e scoprirete Johnny Depp suonare la chitarra a fianco di Patti Smith (potete ascoltarla qui sotto), Iggy Pop che duetta con una fisarmonica, Courtney Love che rivede Rio con l’ex R.E.M Michael Stipe, e poi Tim Robbins e Anjelica Huston (una sorpresa) e il regista della saga di Pirati dei Caraibi, Gore Verbinski, a fare i cori per Shane MacGowan dei Pogues su Leaving of Liverpool (il disco lo trovate qui): «Alla fine posso dire di esserne soddisfatto», aveva chiuso quella telefonata Willner «anche se non è stato affatto facile: ci ho messo quasi due anni per finirlo. Pensavo non ci sarei mai riuscito…».

Di Willner oggi rimane molto, basta avere la voglia e la curiosità di riscoprirlo. Fu lui (con Brian Eno!) a aiutare Wim Wenders per la colonna sonora di The Million Dollar Hotel, fu sempre lui a lavorare su molti film di Altman tra cui un capolavoro assoluto come America oggi, per cui nel 1993 riuscì a mettere insieme Bono e The Edge, Michael Stipe, Doc Pomus, pezzi di Stravinski, Dvorak e la voce di Annie Ross a legare tutto il film, quasi come fosse una seconda regia. E poi, come ultima cosa, fu sempre lui a portare sullo stesso palco Leonard Cohen e gli U2 nel 20016 per cantare Tower of Song per il documentario I’m Your Man. Basterebbe questo, ma c’è un mondo intero tutto da scoprire…

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