MILANO – Una vita travagliata, a partire dall’infanzia alle prese con un padre alcolizzato, per arrivare al trasferimento, in Inghilterra, insieme alla madre. Personalità complessa ma geniale quella di Raymond Chandler – protagonista della nuova puntata di Hot Corn Library – uomo che detestava la routine e la monotonia del lavoro d’ufficio e che – dopo una parentesi come contabile presso la Dabney Oil Syndicate – abbandonò, in preda alla depressione, per dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. Intuizione geniale: divenne padre – insieme a Dashiell Hammett – della letteratura hard-boiled e oggi rimane uno degli scrittori americani più importanti del Novecento, dalle cui opere sono stati tratti numerosi adattamenti cinematografici e alcuni capolavori. I più celebri? Citiamo almeno Il Grande Sonno di Howard Hawks e Il Lungo Addio diretto da Robert Altman.

Ma cosa c’è a fare da sfondo ai romanzi di Chandler? Spesso e volentieri una Los Angeles ricca e torrida, lacerata, tuttavia, dalla corruzione, da forze di polizia colluse con i pezzi grossi del luogo. Il whisky scorre a fiumi, mentre i luoghi teatro dell’intreccio sono descritti con maestria dalla abile penna dello scrittore americano. Il realismo descrittivo è fervido – non a caso già quasi da cinema – la raffinatezza con cui lo scrittore descrive gli interni delle case borghesi e gli ambienti promiscui della California è abbacinante. Sarà proprio un collega di Chandler – l’ideatore di James Bond, Ian Fleming – a definirlo meglio di tutti: «Chandler? Un autore capace di offrire i dialoghi più raffinati della prosa moderna».

Ma è il personaggio, ma è un personaggio, quel personaggio, a definirlo meglio di tutti: l’investigatore Philip Marlowe, figura che renderà celebre la firma di Chandler, figura spesso interpretata sul grande schermo dal grande Humphrey Bogart, quasi un alter ego. Antieroe per eccellenza, sentimentale, con pochi amici e dal carattere spiritoso, Marlowe conduce le indagini con tutti i mezzi di cui dispone, senza badare per il sottile, con l’unico obiettivo di trarre beneficio pecuniario dai propri impegni professionali.

In realtà però la chiamata di Hollywood a Raymond Chandler si è fatta attendere parecchio in vita, mentre la definitiva consacrazione presso il grande pubblico giungerà poi di pari passo con l’avvento del noir americano anni Quaranta e Cinquanta. Marlowe assumerà al cinema le fattezze – oltre al già citato Bogart – di Dick Powell, Elliott Gould e Robert Mitchum. Ma oltre alle sue pagine diventate film, Chandler lavorò anche come sceneggiatore, prima al fianco di Billy Wilder nel capolavoro La Fiamma del Peccato, poi anche con Alfred Hitchcock – che coppia – per scrivere nel 1951 L’altro uomo (che potete recuperare in streaming su CHILI).

Ciononostante i suoi legami con il mondo della settima arte non furono longevi, tanto che per via del suo spigoloso carattere ebbe pessimi rapporti pressochè con chiunque (non difficile da immaginare). Maestro del poliziesco, citato fino allo sfinimento da svariati autori successivi (e L.A. Confidential gli appartiene), di Raymond Chandler ricordiamo, su tutti, il lirismo avvolgente di Addio Mia Amata – da cui Edward Dmytryk trasse il film L’ombra del passato – ma anche la complessità corale del persino più celebre Il Grande Sonno. Pagine che già erano film.
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