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Forrest Gump | Tom Hanks e i trent’anni del capolavoro di Robert Zemeckis

Robin Wright, Sally Field, Gary Sinise, il romanzo di Winston Groom, gli Oscar. Riscoprire un cult

Un estratto dalla locandina ufficiale di Forrest Gump, film di Robert Zemeckis del 1994
Un estratto dalla locandina ufficiale di Forrest Gump, film di Robert Zemeckis del 1994

ROMA – Quando il 23 giugno 1994 fu presentato in anteprima mondiale, fu chiaro a tutti che Forrest Gump di Robert Zemeckis sarebbe stato molto più che un semplice film. In particolare all’eminente critico Roger Ebert che sulle colonne del Chicago Sun-Times scrisse una recensione che definire al miele è usare un eufemismo: «Non ho mai incontrato nessuno come Forrest Gump in un film prima, e del resto non ho mai visto un film come Forrest Gump. Qualsiasi tentativo di descriverlo rischierebbe di far sembrare il film più convenzionale di quello che è, ma lasciatemi provare: È una commedia, o forse un dramma o un sogno, la performance è un atto di equilibrio mozzafiato tra commedia e tristezza, in una storia ricca di grandi risate e verità silenziose…Che film magico!». E basterebbe fermarsi qui in fondo, perché il capolavoro di Zemeckis è esattamente questo.

Forrest in compagnia di John Fitzgerald Kennedy
Forrest in compagnia di John Fitzgerald Kennedy

Una commedia, un dramma, un sogno, o più semplicemente una poesia per immagini. Come nella sequenza d’apertura con la piuma che vola armoniosamente in cielo sulle note del tema musicale leggendario di Alan Silvestri, per poi arrivare nelle mani di Forrest e da lì iniziare il racconto della sua vita, a partire da quella battuta che di tutto Forrest Gump è forse l’essenza testuale per immagini: «Mamma diceva sempre: la vita è uguale a una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita». Perché in fondo nessuno avrebbe potuto immaginare un simile percorso narrativo per Forrest. La quintessenza dell’underdog, nato con un deficit cognitivo e problemi motori, eppure capace di compiere azioni straordinarie anche per persone normodotate. Ed è lì – proprio lì – in quella caratterizzazione fatta di forza e debolezza, fragilità, innocenza ed eroismo, che risiede tutta la magia del film di Zemeckis.

Forrest Gump di Robert Zemeckis fu presentato negli Stati Uniti d'America il 23 giugno 1994
Forrest Gump di Robert Zemeckis fu presentato negli Stati Uniti d’America il 23 giugno 1994

Perché Forrest, nonostante tutto, corre come un treno così come la sua straordinaria vita: per le sue doti atletiche viene ammesso all’Università dell’Alabama per meriti sportivi (e dove prende involontariamente parte all’integrazione razziale contro la volontà del Governatore dell’Alabama George Wallace), in Vietnam si distingue per atti di coraggio tali da meritarsi la Medaglia d’Onore del Congresso e come giocatore di ping pong viene mandato in Cina dove prenderà parte al grande torneo che darà poi inizio alla Diplomazia del Ping Pong. Come se non bastasse, incontra tre differenti Presidenti degli Stati Uniti, Dick Cavett, Elvis Presley, John Lennon, le Pantere Nere, provoca lo Scandalo Watergate, diventa pescatore di gamberi prima e miliardario poi investendo i proventi nelle quote della neonata Apple, e infine diventa simbolo di coraggio in movimento ispirando milioni di persone. Una vita fatta di cento vite resa possibile solo dalla magia del cinema.

«Sono un po' stanchino...»
«Sono un po’ stanchino…»

Tutti eventi, quelli di Forrest Gump, che la narrazione di Zemeckis racconta in una digressione temporale dallo sviluppo armonico e impropriamente episodico che nella soggettiva di Forrest fatta di occhi, ricordi (falsati) e voice-over – dolore, fortuna e prime volte, successo e gloria – vive di profondità e grazia e di un tono sentimentale involontariamente comico nella sua ingenuità infantile che è simbolo di purezza d’animo e d’azioni. Come l’amore incondizionato che lo spinge a correre da Jenny a ogni occasione, salvandola dalle situazioni più disperate – sposandola perfino, in fin di vita, pur sapendo di non essere pienamente corrisposto («Perché non mi ami, Jenny? Non sono un uomo intelligente, ma so l’amore che significa») – per poi vederla sempre andar via. Perché è quello il ruolo di Jenny nella vita di Forrest e negli equilibri narrativi di Forrest Gump.

Robin Wright in un momento del film
Robin Wright in un momento del film

È la sua antagonista, ma non nel senso più classico del termine. Se quello di Forrest è il Sogno Americano nella sua più essenza più magica e fiabesca, quello di Jenny è invece il Contro-Sogno Americano nella sua forma più violenta e cruda. Una donna sana, normodotata, eppure danneggiata dalla vita. Vittima di abusi familiari e poi di dipendenze di ogni genere, quindi costretta a vagare per l’America tra degrado, solitudine e relazioni sempre più tossiche e disfunzionali. In quell’equilibrio di valori opposti (conservatori e di controcultura) e di percorsi di vita segnati da sogni e incubi, la narrazione di Forrest Gump cresce e vive come riflessione senza tempo e più che mai attuale in occasione del suo trentennale, sull’imprevedibilità del destino e sul caos vitale. Qui calcolato chirurgicamente dallo script di Eric Roth e tratto dall’omonimo romanzo di Winston Groom del 1986 (Edito in Italia da Edizioni Theoria).

«Tenente Dan, Tenente Dan… gelato alla crema!!»
«Tenente Dan, Tenente Dan…gelato alla crema!!»

Un adattamento personalizzato e non pienamente fedele all’opera originaria quello di Forrest Gump (lo trovate su Netflix). A partire dal fatto che Roth e Zemeckis scelsero di adattare solo i primi undici capitoli del romanzo di Groom per poi arrivare al climax, modificandolo drasticamente (e aggiungendovi poesia nda). Furono eliminati molti aspetti irregolari della vita di Forrest, scegliendo di non identificarlo come una persona affetta dalla Sindrome del Savant, ma non solo. Su ammissione dello stesso Zemeckis: «Eric si è discostato sostanzialmente dal romanzo. Abbiamo invertito i due elementi narrativi alla base rendendo la storia d’amore primaria e le avventure fantastiche secondarie. Inoltre, il libro di Groom aveva un tono molto più cinico e freddo rispetto al nostro film. Qui Forrest è un personaggio del tutto rispettabile, sempre fedele alla sua parola. Non ha alcun programma e nessuna opinione su nulla tranne Jenny, sua madre e Dio».

Tom Hanks e Sally Field in una scena di Forrest Gump
Tom Hanks e Sally Field in una scena di Forrest Gump

Tra l’altro ebbe una genesi tortuosa il film. I produttori Wendy Finerman e Steve Tisch (attuale presidente dei New York Giants) si interessarono al romanzo di Groom per poi proporre il progetto alla Warner Bros. Ebbero una via preferenziale di non poco conto, all’epoca, infatti, la Finerman era sposata con l’allora Presidente, Mark Canton. La Warner ottenne i diritti di utilizzazione economica per la cifra di 500.000 dollari con cui finanziò anche la stesura dello script da parte dello stesso Groom. Scrisse tre draft, ma nessuno di questi fu ritenuto soddisfacente dagli executives. Il problema alla base è che alla Warner persero interesse in Forrest Gump. Ritennero, infatti, che dopo Rain Man – L’uomo della pioggia sarebbe stato improbabile il successo di un film con una simile inerzia narrativa. Da accordi, Finerman e Tisch avevano l’opportunità di proporre il progetto ad un’altra major nei successivi 18 mesi.

John Lennon e Forrest, ospiti al Dick Cavett Show
John Lennon e Forrest, ospiti al Dick Cavett Show

Proposero così il film alla Columbia Pictures – che disse di no – quindi alla Paramount Pictures dove incontrò i favori di Sherry Lansing. La Warner cedette loro i diritti nel 1988 in cambio di quelli di Decisione Critica che verrà poi realizzato nel 1996 da Stuart Baird con Kurt Russell, Steven Seagal e Halle Berry e che guadagnerà oltre 122 milioni di dollari al box office mondiale. Forrest Gump incasserà oltre 677 milioni di dollari world-wide diventando, al tempo, il più veloce film nella storia della Paramount a raggiungere i 300 milioni di dollari! Un successo fulmineo ma soprattutto clamoroso, specie considerando che tra gli executives fu ritenuto un fallimento (finanziario) riuscito. A causa delle commissioni elevate degli esercenti, la Paramount ebbe perdite per 62 milioni di dollari. Nemmeno cifre così elevate a certi livelli, ma fu l’opportunità per capire che era necessario ricorrere ad accordi migliori.

Jenny
Il nome della sua barca da pescatore di gamberetti: Jenny

E dire che non furono certo di manica larga in termini di budget. Roth fu assunto nel 1990. Lavorò per due anni allo script sotto supervisione di Groom che ricevette un compenso fisso di 350.000 dollari più il 3% sui profitti (che in realtà non gli furono mai corrisposti nda). Per la regia si pensò subito a Ivan Reitman, Penny Marshall, Edward Zwick e Terry Gilliam. Ma soprattutto a Barry Sonnenfeld che, tuttavia, abbandonò Forrest Gump nelle prime fasi della pre-produzione preferendo dedicarsi a La Famiglia Addams 2. Quindi Robert Zemeckis a cui seguì la scelta dell’interprete principe. Nonostante, ad oggi, sia impossibile immaginare qualcun altro nei panni di Forrest, Tom Hanks – autore di una performance maiuscola, eccezionale, fatta di dolcezza, intensità e recitazione fisica ed emotiva – non fu affatto la prima scelta per la parte, ma John Travolta che tuttavia non fu affatto colpito dal soggetto.

Nel cast anche Mykelti Williamson
Nel cast anche Mykelti Williamson

Ecco, per dire, la storia ci dice invece che Hanks accettò la parte al volo, dopo nemmeno un’ora e mezza dall’aver finito di divorare lo script di Roth. Altri potenziali Forrest presi in considerazione dalla Paramount e Zemeckis furono Bill Murray, Chevy Chase (ma all’epoca era già ritenuto radioattivo al botteghino), Matthew Broderick, Sean Penn e Harry Anderson. Quanto di più lontano dalla visione di Groom che in realtà scrisse il romanzo immaginando Forrest Gump con le fattezze di John Goodman. A quel punto, però, accadde l’impensabile. Nonostante il budget già fissato a 50 milioni di dollari, la Paramount ne scalò 10 da quella cifra, costringendo Zemeckis a rivedere tutto il piano di lavorazione. Molte sequenze furono rimosse e mai girate, per altre Zemeckis e Hanks si imposero, come quelle in mare sulla barca di gamberi o le scene (magnifiche!) in Vietnam, ma soprattutto quella di: «Corri Forrest, Corri!».

Tom Hanks e Haley Joel Osment in una scena di Forrest Gump
Tom Hanks e Haley Joel Osment in una scena di Forrest Gump

Perderle avrebbe significato snaturare Forrest Gump. Privarlo di parte della sua magia, dell’eroismo. La sola scena della corsa – ripetuta due volte in due differenti momenti narrativi – è necessaria all’evoluzione di Forrest perché rivelatrice del suo talento atletico che ne normalizza la caratterizzazione agli occhi degli altri (e del pubblico nda). La Paramount mandò perfino l’executive Michelle Manning sul set con il solo obiettivo di supervisionare le riprese e assicurarsi che la troupe rispettasse il budget. Zemeckis e Hanks fecero di testa loro. Andarono contro i voleri produttivi, utilizzarono parte dei loro compensi per girare quelle sequenze e ricevettero il sostegno della stessa Manning resasi conto che forse, a conti fatti, quella scelta avrebbe potuto danneggiare il film. Agli Oscar 1995, nonostante la Palma d’Oro tarantiniana di Pulp Fiction e quel capolavoro kinghiano di Le Ali della Libertà, ma era decisamente Forrest Gump l’avversario da battere.

Nei cinema italiani il film fu distribuito il 6 ottobre 1994
Nei cinema italiani il film fu distribuito il 6 ottobre 1994

A fronte di 13 nomination, infatti, il film si portò a casa sei statuette iridate tra cui l’Oscar 1995 al Miglior film, alla Miglior regia, al Miglior attore protagonista e perfino alla Miglior sceneggiatura non originale. Un successo incredibile per un Forrest Gump che del cinema degli anni Novanta hollywoodiano è forse la più chiara espressione artistica: grandi storie, grandi interpreti e grandi emozioni. Un film magnifico, incredibile, sempre bellissimo, capace di scaldare il cuore come poche altre pellicole del suo tempo.

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