ROMA – Cosa nascondiamo nei nostri pensieri? Quanto conosciamo davvero di noi stessi quando prendiamo una decisione? E se dentro di noi esistessero più versioni del nostro IO, ognuna con qualcosa da dire? FolleMente è una brillante commedia romantica che va oltre le apparenze, immergendosi nella mente dei due protagonisti, Piero e Lara, svelando i loro pensieri più nascosti e le battaglie interiori che tutti affrontiamo. Dopo Perfetti Sconosciuti, la nuova commedia di Paolo Genovese è finalmente sbarcata al cinema con 01 Distribution. Con Pilar Fogliati ed Edoardo Leo – i due volti di copertina – Claudia Pandolfi, Marco Giallini, Emanuela Fanelli, Claudio Santamaria, Mariachiara Giannetta, Rocco Papaleo, Vittoria Puccini e Maurizio Lastrico.

Il valore di una scelta. È questo quello che ha voluto indagare Genovese nel suo film: «Quante personalità abbiamo? Con quanti aspetti del nostro carattere dobbiamo fare i conti quando prendiamo una decisione?. E quanti scontri avvengono nella nostra mente quando la decisione è scomoda, complicata, destabilizzante o rischiosa? Questo il punto di partenza di questa commedia che vuole indagare e raccontare la conflittualità che abbiamo nell’affrontare le decisioni della vita e soprattutto nell’affrontare quelle decisioni che la vita ce la possono rendere meravigliosa o insopportabile: quelle sentimentali. Una commedia romantica, FolleMente, apparentemente classica nel suo svolgimento, ma con un punto di vista nuovo e inesplorato: l’interno della mente dei due protagonisti», ovvero Piero e Lara, nella situazione più semplice di una rom-com: il loro primo appuntamento.

Sono due archetipi Piero e Lara. Lui, 45enne, divorziato e con una figlia che è (quasi) tutto il suo mondo. Lei, 30enne, disordinata, creativa e buffa, incappata come tante prima (e dopo) di lei in tanti uomini sbagliati che spariscono per poi provare a risolvere tutto riapparendo dal nulla con dei regali. Se poi a portarli in scena sono due bravi, spontanei, fragili e divertenti Edoardo Leo e Pilar Fogliati è veramente facilissimo riconoscersi in loro. Perché la storia di FolleMente è la storia universale di tante storie. Una storia che parte da una scelta: Il provare a rivelarsi all’altro. Uno sconosciuto – o forse più semplicemente qualcuno che non abbiamo incontrato fino a quel momento – che la vita ci ha posto dinanzi al nostro cammino e con cui è scoccato quel qualcosa che ci fa sentire vivi.

Banalmente diremmo l’amore, Ma più che l’amore è quel qualcosa che Woody Allen descrisse perfettamente in Io ed Annie come il bisogno di uova. Un desiderio di felicità misto a quella voglia di provarci ancora nonostante batoste, delusioni, (auto)sabotaggi, false partenze e bruschi arrivi. In questo, infatti – e ve lo diciamo subito – piacerà tanto e a tutti FolleMente. La rom-com di Genovese parla a chiunque – a qualsiasi età e in qualsiasi modo – abbia provato quel sentimento unico e ripetibile perché sempre uguale nell’intensità con cui si aggrappa alla bocca dello stomaco, ma nuovo e a suo modo diverso ad ogni occasione in cui si manifesta. A stupire, commuovere e divertire (tanto) in FolleMente è proprio la naturalezza degli intenti e la facilità con cui si entra in contatto con loro a livello empatico.

In questo gioca facile l’impianto teatrale della narrazione. Un kammerspiel che racconta della vita come continuum di esperienze (belle o brutte che siano), di come il bagaglio di insicurezze del cervello ci renda unici e speciali seppur indelebilmente danneggiati – oltre che dell’importanza fondamentale di Ain’t No Sunshine di Bill Withers e Somebody To Love dei Queen (omaggiata qui alla grande!) -, in un flusso che vede la regia intima e silenziosa di Genovese tradurre in immagini le parole di uno script di ferro firmato da Isabella Aguilar, Lucia Calamaro, Paolo Costella (Una terapia di gruppo, Storia di una notte), Flaminia Gressi e Francesco Piccolo. Ma non sono nemmeno queste le ragioni per cui oggi ve la raccontiamo e ne consigliamo la visione a viva voce perché c’è un tratto distintivo che rende FolleMente diversa da qualsiasi altra rom-com.

Accanto alle vite che scorrono dinanzi ai nostri occhi di Piero e Lara fatte di gesti e azioni, di baci, battute imbarazzanti e (tanto) cibo, ci sono anche le loro emozioni che qui prendono letteralmente vita in forma antropomorfa (Santamaria e Fanelli meriterebbero uno spin-off tutto loro) in un continuo ed esilarante teatro dell’assurdo degno di Inside Out (ma non dichiaratamente ispirato, l’idea alla base sta altrove nda) dove la voce-pensiero in testa diventa speciale occasione di racconto resa cinema su di un doppio binario narrativo dal montaggio emotivo e morbido che regala gioie, magia ed emozioni. Un film che vi farà bene, FolleMente, e che ci ricorda una grande massima di Italo Calvino che dovremmo tutti tenere a mente: «Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto e non avere macigni sul cuore…».
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