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VIDEO | Michele Placido: «Io, Luigi Pirandello e il viaggio creativo di Eterno Visionario»

Il processo creativo, la scrittura, il senso del titolo: il nostro incontro con il regista del film

Michele Placido ed Eterno Visionario alla Festa del Cinema di Roma
Michele Placido ed Eterno Visionario alla Festa del Cinema di Roma

ROMA – Dalle solfatare della Sicilia a Stoccolma, dove vince il Nobel per la letteratura nel 1934: la vita di Luigi Pirandello (Fabrizio Bentivoglio) è fatta di estremi, e anche ciò affascina Michele Placido in Eterno Visionario. Ispirandosi alla biografia di Matteo Collura, Il gioco delle parti (Longanesi, 2010), il film racconta l’inferno della vita dell’autore di Sei personaggi in cerca d’autore con la moglie Antonietta Portulano (Valeria Bruni Tedeschi) rinchiusa in manicomio e i figli Fausto (Michelangelo Placido), Stefano (Giancarlo Commare) e Lietta (Aurora Giovinazzo), i suoi trionfi, ma anche le contestazioni e gli scandali del palcoscenico, il sogno di un amore assoluto con Marta Abba (Federica Luna Vincenti) e il rapporto con il fascismo. Il nostro Francesco Parrino ha incontrato Placido per parlare della scelta del titolo e della frase chiave per la comprensione del film: «Noi scriviamo per vendicarci di essere nati…».

  • OPINIONI | Eterno Visionario, la recensione
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