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Cristiana Polegri: «La musica, il cinema e il mio viaggio alla riscoperta di Henry Mancini»

Le colonne sonore, il jazz, lo stile. La cantante e sassofonista racconta a Hot Corn il suo omaggio

Cristiana Polegri
Cristiana Polegri e il suo sassofono. Nel nome di Henri Mancini.

ROMA – Si chiamava Enrico Nicola Mancini, il padre era di Scanno, in provincia di L’Aquila, la mamma invece della provincia di Isernia. Sarebbe diventato leggenda con il nome di Henry e alcune partiture destinate all’immortalità, da Moon River al tema de La pantera rosa e oggi – a quasi trent’anni di distanza dalla morte, nel 1994 – una cantante e sassofonista jazz come Cristiana Polegri ha deciso di tributargli il (giusto) omaggio. Il disco si chiama It Had Better Be Henri Mancini, è stato realizzato assieme a Roberto Spadoni con alcuni amici speciali come Elio, Stefano Fresi (che canta benissimo), Giovanni Falzone e Maurizio Giammarco. «Perché? Ma perché amo lo stile di Mancini», spiega lei, «la sua eleganza, il suo modo di armonizzare melodie mai scontate, sempre interessanti, imprevedibili». Ed allora, con l’aiuto di Cristiana, noi di Hot Corn abbiamo cercato di andare alla (ri)scoperta di un genio del Novecento, a volte forse troppo poco menzionato…

Cristiana Polegri pensa ai suoi brani preferiti di Henri Mancini.

IL PROGETTO – «La musica di Mancini, in particolare quella scritta per il cinema, ha attraversato la vita di tutti noi. Le commedie di Blake Edwards sono celebri e a decretarne il successo è stata anche la musica. La molla che però mi ha portato a concepire un intero album che lo omaggiasse è stata un brano cantato con Mario Biondi durante la sua tournée: Slow Hot Wind, che si chiamava Lujon nella versione strumentale. Una volta nato il progetto, dovevo trovare un nome che mi affiancasse, un arrangiatore capace, che condividesse l’amore per Mancini. Roberto Spadoni non solo aveva tutte queste caratteristiche, ma ha da subito sposato con tale entusiasmo il progetto che abbiamo pensato di chiamare il gruppo Cristiana Polegri e Roberto Spadoni Ensemble, facendolo diventare un progetto non più mio, ma nostro».

Alcuni vinili d’epoca di Henri Mancini.

LA MODERNITÀ – «Perché il suono di Henry Mancini è ancora moderno oggi? La sua originalità, la ricerca continua, la voglia di giocare con la musica allo stesso modo in cui gli sceneggiatori giocavano con le battute e le parole degli attori negli script. E poi la grande cultura classica e la modernissima proiezione del futuro lo hanno reso unico nel panorama dei compositori del XX secolo. Un musicista che ha preso il mood del tema de La Pantera Rosa dalla camminata elegante e felpata di David Niven va decisamente oltre il suo tempo e rimane sempre attuale…».

I PREFERITI –  «Dico Peter Gunn Theme perché è un brano trascinante! Poi anche il tema de La Pantera Rosa perché è divertente ed elegante! Baby Elephant Walk, giocoso e irriverente. Ma come si fa a sceglierne uno? La mia colonna sonora preferita invece è quella de La Pantera Rosa perché, oltre al tema, è zeppa di brani meravigliosi come It Had Better Be Tonight – che è presente nel disco con la partecipazione di Elio – oppure Royal Blue o, ancora, Champagne and Quail».

Due poster d’epoca di Cantando sotto la pioggia.

IL MIO FILM – «Il mio film musicale preferito? Nessun dubbio: Cantando sotto la pioggia di Stanley Donen e Gene Kelly. Lo conosco a memoria, ogni singola scena. Amo alla follia Gene Kelly ed ogni persona che conosco e che aspira ad essere importante nella mia vita deve assolutamente vedere questo film con me!».

  • SOUNDTRACK | Quando la musica incontra il cinema
  • AUDIO | Il teaser di It Had Better Be

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