ROMA – «Quando pensate al tuo futuro, come immaginate che sarà?». Johnny (un gigantesco Joaquin Phoenix) è un giornalista radiofonico che va in giro per l’America a intervistare i bambini sulle loro vite e sul mondo. Quando sua sorella Viv (Gaby Hoffmann) gli chiede di badare a Jesse (la rivelazione Woody Norman), nipote di 9 anni che non ha mai conosciuto, i due si ritrovano a vivere un’esperienza che trasformerà entrambi. Mike Mills, dopo gli autobiografici Beginners e 20th Century Women, dedicati rispettivamente al padre e alla madre, Con C’mon C’mon parla della sua esperienza di genitore in un road movie che da Los Angeles passa per New York, Detroit e New Orleans mentre omaggia Wim Wenders e il suo Alice nelle città in un bianco e nero brillante che amplifica il senso di intimità della storia donandogli un’atmosfera senza tempo.

Padre, madre e figlio. I suoi ultimi tre film potremmo intenderli come una sorta di trilogia sull’amore e la famiglia. Se Beginners raccontava del coming out e la malattia di un padre deciso a vivere i suoi ultimi anni sperimentando una vita e un’identità che aveva sempre avuto paura di abbracciare e 20th Century Women era l’elogio a una madre sui generis che nella Santa Barbara del 1979 cercava di crescere il figlio adolescente aiutato da un gruppo di amici, ecco che C’mon C’mon vede Mike Mills fare i conti con la sua di paternità.

Il regista mette in scena i dubbi, la fatica, l’entusiasmo di avere a che fare con un figlio e cosa significhi davvero educarne uno, tra passi falsi, errori e piccole conquiste. Intervallato da vere interviste a bambini americani, C’mon C’mon è il trionfo della meraviglia dei piccoli gesti che rivelano umori e sentimenti dei suoi protagonisti. Una poesia della quotidianità che parla di memoria e futuro, di ricordi e lutto, sensi di colpa e incertezze ma, sopratutto, di due esseri umani capaci di vedersi e ascoltarsi senza distinzione di ruoli.

Avvolti dai suoni e dai rumori del mondo che registrano nel loro viaggio, Johnny e Jesse si confrontano e litigano, si confidano e allontanano finendo per legare tra una lettura de Il mago di Oz e un urlo liberatorio. Mike Mills dipinge delicatamente un affresco dei sentimenti umani, fatto di ironia ma anche di dolore, che ci ricorda di come non esistano regole per essere un buon genitore e che il futuro non è scritto. «Spesso però le cose accadono diversamente da come te l’eri immaginate. E allora devi fare il tifo: C’mon C’mon, C’mon C’mon…».
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Qui sotto potete vedere il trailer di C’mon C’mon:
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