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Clifford | Norman Bridwell e la vera storia dietro al Grande Cane Rosso

Da dove arriva il cucciolone newyorkese? Ecco la storia editoriale di una leggenda della letteratura

Clifford, il Grande Cane Rosso
Clifford, il Grande Cane Rosso

ROMA – Ottanta libri, innumerevoli adattamenti animati, diversi videogiochi e, ora, anche un live action diretto da Walt Becker, su sceneggiatura di Jay Scherick, David Ronn e Blaise Hemingway. Clifford, il Grande Cane Rosso, inventato da un leggendario cartoonist come Norman Bridwell ha oltre settant’anni ma non li dimostra, continuando ad essere un punto di riferimento per i bambini di tutto il mondo. Dunque il plot del film, che è stato un successo negli USA tanto da garantirsi già un sequel, non poteva non riprende la storyline originale.

Le coccole…

La piccola Emily Elizabeth (Darby Camp) riceve come regalo da uno stravagante e magico signore (John Cleese), un piccolo cucciolo di cane rosso, che immediatamente conquista il suo cuore. Però Emily non avrebbe mai pensato che il cucciolo Clifford, al suo risveglio, si potesse trasformare in un gigantesco cane, capace di mettere a soqquadro l’intera New York City. Da dove arriva il mito di Clifford? Il nome del personaggio ricorda l’amico d’infanzia immaginario di Norma, moglie dell’autore Norman Bridwell. Originariamente Bridwell voleva chiamare il cane Tiny, ma sua moglie lo convinse a scegliere poi Clifford.

Clifford, l'ora della passeggiata...
Clifford, l’ora della passeggiata…

Sia la mamma che i suoi fratellini sono di taglia normale, e lui è l’unico ad essere gigante. Originariamente era il più piccolo della cucciolata, destinato restare in disparte, ma è cresciuto fino a raggiungere dimensioni enormi. Come è successo? Grazie all’amore e alle cure di Emily Elizabeth. Il background risale a quando Norman era un bambino desidero di avere un cane grande come un cavallo, da poter cavalcare e coccolare. E così la sua idea era di scrivere e illustrare una storia su di un cane delle dimensioni di un cavallo ma che fosse piuttosto amichevole. Nel 1962, Bridwell propose la sua idea (un disegno di ragazza insieme ad un segugio di grandi dimensioni) a una quindicina di case editrici, ma nessuna di loro si rivelò interessata.

Una scena di Clifford, il Grande Cane Rosso
Una scena di Clifford, il Grande Cane Rosso

Tuttavia, l’Harper & Row (diventata nel 1990 l’HarperCollins) mostrò intenzione di trasformare il disegno in una storia per bambini. L’anno successivo, a pubblicare Clifford, the Big Red Dog, ci pensò la Scholastic che, tutt’ora, ne detiene i diritti di pubblicazione negli USA. E oltre a Clifford Il Grande Cane Rosso di Walt Becker, il dolce cucciolone è stato già un film animato direct-to-video negli Anni Novanta, e ancora è comparso in diverse serie tv pre-scolari che si susseguono dagli inizi del Duemila. L’obiettivo? Spiegare ai più piccoli (e sì, anche ai grandi…) l’importanza della gentilezza, dell’amore, e dell’unione. Valori fondamentali e… giganteschi.

Qui potete vedere il trailer di Clifford Il Grande Cane Rosso:

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